Guidonia, il Tmb dell’Inviolata ridotto nel 2015 non potrà trattare 190mila tonnellate di rifiuti
GUIDONIA – Il Tmb dell’Inviolata non potrà trattare 190mila tonnellate di rifiuti l’anno. Un fatto pressoché certo dopo l’intervenuta riduzione della consistenza dell’impianto avvenuta nel 2015. Lo ha detto Flaminia Tosini, dirigente alle Politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio ascoltata ieri (lunedì 7 settembre 2020) in audizione dalle commissioni Urbanistica e Rifiuti e Ambiente convocate in forma congiunta. Nella determinazione di rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciata dal dipartimento regionale al gestore Ambiente Guidonia Srl (ex Colari) il 6 luglio scorso, la capacità prevista di trattamento è pari a 190mila tonnellate come indicato nell’atto originario, ma è evidente che dopo la rimodulazione del progetto e il ridimensionamento del Corpo dell’impianto, quella quantità dovrà essere rivista al ribasso. Di quanto, potrà dirlo la fase di collaudo del Tmb attualmente in corso.
Un po’ di storia: a ottobre del 2014, dopo le eccezioni sollevate dalla Soprintendenza circa l’interferenza dell’opera con il rispetto dei vincolo archeologico, la società di Manlio Cerroni aveva riscritto il progetto autorizzato dall’Aia del 2010. Per garantire le distanze di legge dei 100 metri dall’area dei reperti, i tecnici della Guidonia Ambiente Srl, avevano eliminato l’impianto di compostaggio, rinunciando al trattamento in loco del percolato e a un parcheggio, riducendo complessivamente la cubatura e l’area di sedime del Tmb. Un nuovo progetto «in riduzione» per il quale la società chiedeva la ri-approvazione, «in variante non sostanziale», dell’Aia del 2010 poi andata a buon fine con l’intervento della magistratura amministrativa. Che in sentenze, sui ricorsi presentati da comitati e associazioni contro la modifica in «variante non sostanziale», rilevava come la stessa Soprintendenza, in data 16 giugno 2015, avesse comunicato alla direzione regionale dei rifiuti, che il progetto dell’impianto non era più direttamente interferente col bene archeologico e quindi all’interno di una procedura amministrativa di piena legittimità normativa. Ne seguivano ampia giurisprudenza e soprattutto la conclusione del procedimento penale (aperto parallelamente) per presunti reati edilizi. Siamo alla fase recente culminata con il dissequestro dell’opera e il rinnovo delle autorizzazioni regionali del 6 luglio 2020.
La fase di collaudo, attualmente in corso, deve adesso tarare la nuova capacità dell’impianto ridotto di almeno una linea di recupero. E che, presumibilmente, dovrebbe essere di molto inferiore alle 190mila tonnellate per il trattamento della sola frazione indifferenziata, plastica, carta, di ogni materiale assemblato con il metodo della differenziata a domicilio e avviato al recupero. Come stabilito dal nuovo Piano generale dei rifiuti della Regione Lazio, il Tmb sarà a disposizione dei comuni di prossimità durante la fase di transizione di tre anni e dunque anche di Roma Capitale. Proprio della importanza della programmazione dell’impiantistica regionale ha continuato Tosini in audizione. Ricordando che i centri di trattamento dei rifiuti non pericolosi sono indispensabili per la chiusura del ciclo degli Rsu che comincia dalla raccolta differenziata. Il Tmb di Guidonia rientra in questa classificazione secondo il Piano gestionale dei rifiuti approvato in consiglio regionale un mese fa. Si tratta di un impianto che la legge già definiva necessario a superare le discariche e ridurre il danno ambientale derivante dallo smaltimento indiscriminato.
Il dirigente regionale ha infine spiegato come i rinnovi di tutte le autorizzazioni saranno comunque sottoposte a revisione entro il 2024 proprio in ottemperanza a quanto previsto dal Piano generale dei rifiuti. Sull’impianto di Guidonia, ha spiegato Tosini, sono in corso le nuove verifiche ambientali da parte di Arpa e Asl per giungere all’aggiornamento dello studio epidemiologico (Eras), un obbligo di legge per l’avvio dell’attività. La condizione ambientale dell’area di sedime dell’impianto, già certificata idonea dai pareri resi dall’azienda sanitaria e dalla agenzia regionale di protezione ambientale, è agli atti delle conferenze dei servizi che hanno autorizzato l’impianto nel 2010 e nel 2015. Le nuove analisi sono in fase di svolgimento e determineranno i tempi dell’entrata in funzione del Tmb. A brevissimo giro è la sensazione.