GUIDONIA – La lunga controversia, culminata nel 2016 con l’avvio di un arbitrato, ebbe origine prima del 2007. Quando governavano gli «antenati» del Partito democratico, ossia i Popolari, i Democratici di sinistra (Ds) e Rifondazione comunista, partito al timone dell’assessorato clou in questa storia (incredibile): i LL.PP. C’erano loro al Comune di Guidonia Montecelio quando tutto ebbe inizio, c’erano loro a dare l’indirizzo sui lavori del futuro Palazzetto dello Sport del Bivio di Guidonia, sugli affidamenti progettuali. Sotto la gestione del centro sinistra si affidarono le gare d’appalto. Proprio nella fase esecutiva dell’opera iniziarono a sorgere i problemi che avrebbero portato al contenzioso tra il Comune di Guidonia Montecelio e le ditte aggiudicatarie dell’appalto. «Dopo 15 anni di abbandono e sperpero di fondi pubblici apre il Palaguidonia» ha scritto il giovane (e poco informato) capogruppo del M5S Matteo Castorino annunciando l’affidamento temporaneo del polisportivo del Bivio per 10 mesi ad una associazione romana di Basket (Eurobasket) e alla Federazione Italiana volley (Fipav). Allora, per dovere di cronaca, vale la pena ripercorrere le vicende lunghe 15 anni (circa) che hanno riguardato la struttura. Partendo dagli albori e da quel progetto esecutivo non proprio ineccepibile.

Gli errori della fase progettuale sono stati infatti la colonna portante del contenzioso. Di seguito, la cronologia della lunga controversia legale. Cominciata con l’avvio dei lavori, affidati a seguito di gara pubblica ad un’associazione temporanea di impresa costituita da Sportland Appalti di Sergio Rossi con Ciemme Montaggi F.lli Cucci Giampaolo e Renzo, Ctc Srl e Solidarietà Ambiente – Società Agricola Cooperativa Spa. È il 20 aprile del 2007 quando si arrivava alla stipula del contratto, importo base riconosciuto: 3.671.226,00 di euro, al netto di Iva, oltre oneri per la sicurezza pari a 189.459, 72 euro. L’obbligazione fissa anche il tempo di consegna dei lavori in «480 giorni solari, naturali e consecutivi». Subito però iniziano i problemi. Come si leggerà nelle carte dell’arbitrato, avviato dalla capofila Sportald Appalti a fine luglio 2016. La ditta si ritrovò a fronteggiare «gli imprevisti dovuti alla riscontrata inidoneita del progetto rispetto ai lavori necessari per la realizzazione dell’opera». Il progetto esecutivo, affidato dall’amministrazione (di sinistra), si era rivelato «carente, non eseguibile». Per un lungo periodo, poi, «il Comune non aveva provveduto alle necessarie integrazioni progettuali in modo coerente, tempestivo e completo». Tanto da rallentare le fasi di realizzazione nel corso di tutto il 2008, col risultato che l’andamento dei lavori era stato «ulteriormente ostacolato dalla mancanza di collaborazione della stazione appaltante». I virgolettati sono estrapolati dagli atti del Lodo arbitrale poi chiuso nel 2019, si vedrà in seguito come e con quali effetti.

Comunque, caduta nel febbraio del 2009 l’amministrazione di sinistra sotto il fuoco amico di un pezzo di maggioranza (3 consiglieri dei Ds sfiduciarono il sindaco Filippo Lippiello davanti ad un notaio) i ritardi divennero eredità per la nuova maggioranza di centrodestra a guida Eligio Rubeis. Che eletto sindaco nel giugno del 2009 si trovò a gestire la fase del terremoto L’Aquila ridotta in macerie. Una circostanza che avrebbe comportato una ulteriore zavorra sui tempi di realizzazione. La Sportland Appalti Spa  interruppe i lavori per correre a dare una mano nel capoluogo abruzzese nella cui provincia (Barisciano) aveva le sedi legale e operativa. Contestualmente iniziava un calvario procedurale che avrebbe portato ritardi nelle liquidazioni dei Sal (stato di avanzamenti lavori), l’accumulo di interessi passivi a carico dell’Ente, sette «correzioni» in variante progettuale che comportarono la demolizione di alcuni pilastri portanti, più altri interventi integrativi di modifica dell’iniziale progetto con inevitabile lievitazione dei costi. Cominciava così la fase delle contestazioni da parte delle imprese per inadempimento contrattuale. A titolo esemplificativo, le pretese vennero avanzate «sugli interessi moratori da ritardato pagamento», sui danni subiti per «anomalo andamento dei lavori» e sui «maggiori esborsi finanziari sostenuti in termini di interessi bancari». Nel giugno del 2015, quando il Palazzetto era praticamente ultimato e in attesa del collaudo tecnico, anch’esso gravato da ritardi, c’era ancora da dirimere la grande controversia sui conti che non tornavano tra Comune e imprese. Il 27 marzo del 2015 la Sportland Appalti aveva avanzato «una istanza per il raggiungimento di un accordo bonario» per la definizione del contenzioso, e inoltrato una «richiesta economica a mero titolo transattivo per un importo complessivo di 1.200.000,00 euro» a saldo di interessi e spese ulteriormente sostenute. Mentre il Responsabile unico del procedimento (Rup) in rappresentanza dell’Ente (l’architetto Fabio Fabbietti) formulava una controfferta di appena 215.000,00 euro oltre Iva, «riservandosi di trasmettere una tale proposta alla stazione appaltante affinché la stessa potesse pronunciarsi: si legge ancora nelle carte del Lodo arbitrale, che «tuttavia il Comune non forniva alcun riscontro».

Passata la fase commissariale del Comune, seguita alla scioglimento del consiglio comunale a maggioranza centrodestra del giugno del 2016, nel luglio del 2017 si insedia l’amministrazione 5Stelle del sindaco Michel Barbet che subito si trova a gestire la «patata bollente» del Lodo arbitrale. L’Ente cambia anche avvocato, il rinunciatario Guido Meloni lascia il posto nel Collegio Arbitrale alla professoressa Annalisa Di Giovanni a difesa degli interessi del sindaco Michel Barbet legale rappresentate dell’Ente. Tra riunioni e richieste di rinvii, il Collegio che deve dirimere la spinosa questione trascina i lavori per altri tre anni. Poi, l’epilogo (che, si scoprirà in seguito, sarà però tutt’altro che risolutivo): il 30 luglio del 2019 un accordo più o meno a metà strada tra le pretese economiche delle parti viene raggiunto. «All’esito di un prolungato tentativo di conciliazione – si legge in atti – Sportland e il Comune di Guidonia Montecelio hanno perfezionato un accordo transattivo […] Il Comune è pronto a riconoscere 750.000,00 euro a pagamento della somma definitiva, accogliendo uno schema di rateizzazione che presuppone versamenti da 430.000,00 euro a saldo della prima contestuale scadenza, successivamente al 31 marzo 2020 è previsto il versamento dei rimanenti 320.000,00 euro». Tutto risolto? Neanche per idea. Nell’udienza di discussione del 2 dicembre 2019 Sportland «accusa» di nuovo il Comune di «inadempimento degli obblighi assunti con la transazione»: a Palazzo Guidoni non hanno pagato le rate. Paradosso nel paradosso: per via «dell’esistenza e rilevanza tra le parti dell’accordo transattivo» il Lodo arbitrale si chiude con il «regolamento delle spese posto a carico delle parti al 50%» ma lasciando la vicenda punto e capo. Con Sportland che chiede l’annullabilità dell’atto transattivo per inadempimento, contestando, inoltre, «la legittimazione» dell’architetto Fabietti a sottoscriverlo al posto del dirigente (Rocco Olivadese/Egidio Santamaria) assente per malattia.

Sotto il profilo amministrativo, come sia finito l’ennesimo contenzioso ri-aperto tra le parti, sarà senz’altro scritto nelle carte del Comune successive al 2020. Ai cronisti non è dato conoscerle. Si dovrebbe procedere con una richiesta di accesso agli atti presso la Ragioneria per acquisire gli eventuali atti di liquidazione, procedura di recupero certamente già problematica per gli eletti consiglieri, ancor di più per i cittadini normali e per chi svolge il fondamentale compito di informare l’opinione pubblica. È la trasparenza a 5Stelle bellezza!!! Resta l’opera realizzata con fatica e non dal M5S negli anni del loro mandato. Dopo ulteriori costi imputabili a colpevoli ritardi negli anni dei 5Stelle (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Guidonia – Il palazzetto un pozzo senza fondo, tra furti e nuovi incarichi ci vogliono altri 162mila euro), la struttura è ora pronta ad accogliere l’attività sportiva per un periodo limitato nel tempo. Fino alla fine di agosto del 2022 ospiterà sostanzialmente le partite casalinghe della Eurobasket, società romana che milita nel campionato di serie A2. Una soluzione temporanea, individuata con una manifestazione d’interesse che presenta più di qualche profilo di illegittimità, (Guidonia  Cerimonia d’apertura in pompa magna ma Cacioni (FI) denuncia irregolarità nella gara d’affidamento), decisa dall’amministrazione pentademocratica «nelle more» di una gara di affidamento pluriennale al momento inesistente (di normative prese a riferimento nelle procedure adottate si occuperà l’Angenzia nazionale anticorruzione (Anac) a seguito di esposto).

Si comincia domenica 28 novembre e al Comune la nuova alleanza di governo Pd e M5S vive momenti di esaltazione in vista della cerimonia inaugurale. L’assessore ombra allo Sport, nonché vice sindaco Elisa Strani, in coro con i maggiorenti dei partiti di maggioranza ringrazia gli uffici comunali e dirigenti per l’ottimo lavoro svolto. A leggere le carte della storia del Palazzetto proprio non si direbbe, ma in campagna elettorale anche un vetro rotto può essere spacciato per un diamante. Vendere pan per focaccia è del resto una caratteristica che accomuna il Pd e gli stellati. Segue un approfondimento sugli sponsor. Dal Palazzetto al «Palaguidonia» sullo sfondo di EurSpa, l’azienda pubblica sotto il controllo del Partito democratico. La storia del Polisportivo continua.

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Guidonia – Colpo di scena, c’è un’altra offerta per l’uso del Palazzetto: Federvolley Vs Eurobasket        

Guidonia – La Eurobasket predestinata nell’affidamento del Palazzetto dello Sport non vince ma vince lo stesso

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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