GUIDONIA – Michel Barbet, il sindaco grillino di Guidonia Montecelio ci ha pensato per oltre due mesi. Poi, l’8 aprile scorso, ha scritto una nota all’avvocatura dell’Ente con cui «comunicava la volontà di proporre ricorso». Intendimento: rivolgersi al Tar del Lazio (affidando il patrocinio oneroso a un noto avvocato romano) per tentare di rallentare in qualche modo gli effetti della determinazione autorizzatoria di Città Metropolitana di Roma (CMR) pubblicata il 22 gennaio 2022 e notificata al Comune di Guidonia Montecelio il 24 febbraio. Si tratta del provvedimento rilasciato dal Dipartimento III Ambiente e tutela del territorio, acqua, rifiuti, energia, aree protette che definitivamente autorizza la società Areti Spa alla costruzione e l’esercizio della Linea elettrica a 150 Kv Roma Nord-San Basilio.

Il traliccio così come previsto nel progetto presentato da Areti

I residenti di Parco Azzurro sanno bene di che si tratta: la società per azioni del gruppo Terna Acea  vuole installare un traliccio alto 20 metri in un’area verde a ridosso di case e ville. Già lo scorso anno il progetto, presentato da Areti alla CMR, aveva destato allarme e qualche perplessità per via della cappa di silenzio calata dal Comune (a trazione Pd e M5S) sulla vicenda. Però, ad un certo punto, i residenti avevano scoperto che al settore Lavori pubblici, il dirigente dell’epoca Egidio Santamaria e i tecnici, nelle procedure di routine, avevano perfino rilasciato parere favorevole alla realizzazione dell’opera, in relazione alla sola destinazione urbanistica dell’area e nell’ambito di una conferenza dei servizi già conclusa.

Il Comune di Guidonia Montecelio, preso in contropiede dalle proteste, aveva quindi corretto il tiro chiedendo alla Città metropolitana una nuova conferenza dei servizi, in sostanza di revocare in autotutela quella appena terminata (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Parco Azzurro, il traliccio alto 20 metri Barbet l’ha autorizzato a sua insaputa). Tutto questo succedeva tra febbraio e marzo del 2021. L’assessore ai Lavori pubblici Antonio Correnti (M5S) comunicava che il «Comune di Guidonia Montecelio ha inviato a firma del sindaco e del dirigente dell’Area VI, una richiesta motivata di sospensione dell’iter autorizzativo e ha espresso la disponibilità a partecipare a un tavolo tecnico per la modifica del progetto. Aggiungendo che «l’amministrazione si esprime attraverso atti formali per tutelare la salute e la serenità dei cittadini in tutte le sedi istituzionali. In questo caso trattasi di un traliccio ancora da realizzare – concludeva – e pertanto l’amministrazione lavorerà per trovare un posizionamento diverso proponendo una variante al progetto attuale». 

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Poi era intervenuta la politica regionale (già in fase pre-elettorale) con la richiesta di una modifica al piano di assetto della Riserva della Marcigliana che avrebbe dovuto prevedere lo spostamento del traliccio in altra area. Dalle cronache dell’epoca su questo blog: «Dopo la licenza arrivata dalla giunta regionale nell’ottobre del 2020 e il passaggio in commissione Ambiente, dove il provvedimento è stato emendato, il Piano di assetto della Riserva della Marcigliana arriva in consiglio regionale per l’approvazione mercoledì 31 marzo 2021. Un emendamento ad hoc dovrebbe correggere il Piano di assetto e spostare il traliccio in altro luogo, lontano dalle civili abitazioni anche se all’interno della Riserva».

Quei tentativi vennero portati avanti dal consigliere regionale dei Verdi Marco Cacciatore, con l’impegno dell’ assessore regionale alla Transizione ecologica, la grillina Roberta Lombardi. Già all’epoca questo sito d’informazione indipendente si chiedeva se quell’intervento in sede di consiglio regionale sarebbe stato risolutivo. Aggiungendo che i residenti lo avrebbero scoperto solo vivendo. Dal momento che la procedura autorizzativa dell’impianto era negli uffici della Città Metropolitana di Roma, altra amministrazione rispetto alla Regione Lazio, dove la conferenza dei servizi aveva già acquisito i pareri degli enti interessati e chiuso il procedimento. A distanza di un anno si scopre (dalla delibera approvata in giunta comunale il 24 aprile scorso ECCOLA) che la Città Metropolitana di Roma è invece andata avanti spedita e ha licenziato definitivamente il provvedimento.

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Il progetto. Si tratta di un traliccio «capolinea» (dove cioè le linee aeree vengono interrate) che sarà posizionato proprio a pochi metri dalle abitazioni, in un‘ area verde usata dalla comunità Tale sostegno verrebbe costruito nell’area verde di Via Castore, avrà un’altezza di circa 20 metri e necessiterà di una piattaforma circostante di cemento di circa 600 mq, con un impatto devastante sul paesaggio del contesto residenziale in essere, sul decoro delle abitazioni adiacenti, nonché sull’area verde  ad oggi utilizzata dalla comunità come luogo di aggregazione sociale.

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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