Guidonia – Il Comune è il crocevia dei «social media manager» di sindaci e politici, vengono stabilizzati e poi se ne vanno
GUIDONIA – Se fai il «social media manager» di qualche sindaco o politico e hai l’ambizione di trovare una collocazione stabile dentro un ente locale, la transizione al Comune di Guidonia Montecelio è quasi un rito. Chi non ricorda gli «imbucati» con il concorsone di Allumiere, che tra uno scorrimento e l’altro della graduatoria degli idonei non vincitori di concorso portò a Palazzo Guidoni anche due «professionisti» di punta degli staff comunicativi rosso stellati provenienti dalla Regione Lazio di Nicola Zingaretti? Il «caso» sollevato da questo sito d’informazione diventò all’epoca uno scandalo di proporzioni nazionali. Come è andata a finire è d’attualità, i due assunti con contratto a tempo indeterminato, col tempo se ne sono andati, richiamati alla Regione Lazio dagli stessi gruppi politici di appartenenza, il Partito democratico e il M5S. Riccardo Strambi, dall’Anagrafe guidoniana dove era stato parcheggiato alle carte d’identità, è tornato a scrivere contenuti, come il collega Matteo Manunta, per un periodo promosso addirittura nello staff dell’ex sindaco grillino Michel Barbet. Ma il rito dei «social media manager», figure fiduciarie infilate dagli organi di vertice politico negli uffici comunali con la qualifica di «istruttori amministrativi» di categoria «C» attraverso concorsi fatti in serie, non si esaurisce con i casi di Allumiere.
Infatti, poco meno di quattro mesi fa, nelle stanze del sindaco Mauro Lombardo ancora governate in solidarietà con il Partito democratico, si decideva di scorrere (ancora) la graduatoria del concorsone bandito nel 2023 per 14 posti da istruttore amministrativo di categoria «C», chiamando all’assunzione gli idonei non vincitori intorno al 35 posto, decisione presa dalla giunta municipale secondo prassi, per fare fronte alla inarrestabile emorragia di personale di cui soffre il terzo comune della Regione Lazio per numero di residenti. Tra gli «arrivi», anche Paolo Virgilii, già componente dello staff personale del sindaco di Monterotondo Riccardo Varone – nemmeno a dirlo del Pd – nel 2019 assunto con contratto fiduciario ex articolo 90 del Tuel (Testo unico degli Enti, dlgs 267 del 2000) con mansioni, tra l’altro, di creatore di contenuti per la promozione delle attività sindacali.
Spedito anche lui all’Anagrafe guidoniana come il predecessore Strambi, ha imparato in fretta ad istruire le pratiche per il rilascio delle carte d’identità, descritto dai dipendenti anziani come «sveglio e pieno di risorse», il suo è stato il contratto di più breve durata nella storia dell’amministrazione guidoniana. Il 30 aprile scorso, infatti, Virgilii si è licenziato per tornare a casa. Al Comune di Monterotondo. Dove un altro concorso bandito dall’amministrazione di Riccardo Varone, nel febbraio del 2024, lo aveva collocato terzo tra i non vincitori della graduatoria finale di merito. La coincidenza davvero particolare è nel fatto che grazie allo stesso concorso, ha trovato lavoro a tempo indeterminato anche l’altro fiduciario con compiti di comunicatore e membro dello staff del sindaco Varone, Mauro Quaresima, addirittura risultato vincitore della selezione bandita per due posti. La determina di presa d’atto di scorrimento della graduatoria, che ha consentito a Virgilii di prendere già servizio al Comune di Monterotondo non è ancora pubblicata sull’albo pretorio dell’Ente eretino, ma dovrà pur esistere da qualche parte, in quanto propedeutica al contratto di lavoro individuale sottoscritto dal neo assunto. In tempo di elezioni amministrative, Riccardo Varone in corsa per la riconferma, piazza un doppio colpo. Stabilizzando i sui più stretti collaboratori col sogno del «posto fisso». Non è da tutti, per ora al netto delle polemiche politiche che ne scaturiranno.