GUIDONIA – Quanto è accaduto oggi con la fuoriuscita di Claudio Zarro dal gruppo consiliare del movimento 5Stelle potrebbe segnare l’inizio della fine dell’amministrazione comunale. I toni gravi con i quali Zarro prende le distanze principalmente dalla gestione del sindaco Michel Barbet devono inoltre far riflettere sulla inesistente attitudine alla democrazia interna del movimento, facendo ben comprendere che qualunque partito o formazione non sia in grado di gestire le diverse sensibilità è destinato al fallimento, ancor più quando è chiamato a spenderle in ruoli e responsabilità di governo. Di tutto questo, e per la prima volta in maniera compiuta annunciando l’entrata nel gruppo misto, il consigliere Zarro, presidente della commissione Commercio, parla senza freni o autocensure in un  lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook. Dove racconta cosa sono veramente i 5Stelle. Lo fa denunciando le omissioni, la mancanza di trasparenza nell’azione amministrativa, i giochetti di potere compiuti da quei pochi, a suo dire, in grado di tenere il sindaco sotto scacco. Una politica che priva i cittadini di diritti e servizi, al contempo delle ragioni per le quali i servizi e i diritti vengono meno. Un attacco senza possibilità di assoluzione rivolto all’establishment. A coloro che tra marchette, incarichi affidati agli amici, coltivazione del piccolo orticello di potere e voti, starebbero mandando in malora il sogno stellato di tanti. Entra nel merito il consigliere, assunzioni, graduatorie (ne abbiamo scritto qui Guidonia, la giunta grillina dà il posto al Comune ai giovani (ex) del Pd: assunto anche il vicesindaco di Tivoli). 

Zarro è stato tra i primi a etichettare i 5Stelle locali di governo come una setta con la pretesa di governate il Comune attraverso una organizzazione di potere estranea al consenso popolare e dunque antidemocratica, esattamente il contrario dei principi che avevano ispirato il movimento.  Quella della giunta e dei nominati, sempre più influenti presso un sindaco non più in grado di fare le scelte, di dare un indirizzo condiviso con chi, in consiglio comunale, alza la mano. Ma la goccia che fa traboccare il vaso ormai colmo c’è stata. Potrebbe portare fuori dalla maggioranza altri consiglieri. Loredana Terzulli è il nome in cima alla lista. Oggi al centro di incontri e confronti con il vicesindaco Davide Russo,  l’eminenza alla quale il movimento avrebbe trasferito l’incombenza della crisi. Quarant’otto ore il tempo di Terzulli per prendere una decisione: andare o restare. Seguire Zarro nel gruppo misto, rompere il cordone ombelicale con Barbet, il «mio sindaco» che pure aveva voluto salvare in aula durante una delle ultime sedute al cardiopalmo, quando la rottura dei dissidenti tra cui Zarro e la stessa Terzulli, con l’aggiunta di Angelo Mortellaro e Laura Santoni, sembrava voler tracciare distanze irrecuperabili dal resto del gruppo: si astennero in tre con il voto favorevole deciso all’ultimo momento utile dalla consigliera, da cui tutto adesso dipenderebbe sulla strada di una crisi altrimenti irreversibile.

Flop e marchette. Claudio Zarro è stato implacabile verso la gestione del sindaco e dei pochi che lo circondano e consigliano. L’ultimo flop ha riguardato gli eventi natalizi. I bambini sono rimasti perfino senza festa della Befana dal momento che l’iniziativa annunciata al Teatro Imperiale con il patrocinio del Comune di Guidonia Montecelio, lungamente promossa sui social, alla fine non si è fatta. Qualcuno azzarda a causa dei costi elevati del biglietto. Dieci euro a spettatore, ragazzini compresi, richiesti per prendere parte allo spettacolo sarebbero diventati l’ostacolo. Con grande delusione di quanti, al pomeriggio del 6 gennaio, hanno raggiunto il teatro trovandolo sbarrato. Anche la scelta di concentrare le sole risorse pubbliche disponibili sui mercatini di Natale nella centrale piazza Matteotti non ha pagato. Cinquemila euro comunali alla Proloco di Guidonia per allestire l’evento non hanno prodotto il ritorno sperato, complice giove pluvio che si è messo di traverso mandando in malora il lavoro degli organizzatori. Per il resto le festività appena concluse hanno regalato ai guidoniani solo desolazione, al netto delle attività dei privati, associazioni, comitati e partiti politici che di propria iniziativa, e senza contributi dell’amministrazione, si sono dati o da fare organizzando le iniziative per la Befana. Insomma, una catastrofe figlia della cattiva gestione ma anche delle scelte discutibili nell’indirizzo imputabili all’assessore alla Cultura e Pubblica istruzione Elisa Strani. Sua l’dea di concentrare le risorse su una sola associazione individuata nella Proloco di Guidonia (vicina al Partito democratico), sua anche la scelta arrivata a fine di anno di riconoscere un contributo postumo a quanti, associazioni o comitati, nel corso del 2019, avessero organizzato eventi con una rendicontazione credibile e puntuale presentata al Comune. Quindicimila euro complessivi da distribuire a pioggia, alla fine sono andati a pochi soggetti tra i quali la Proloco di Montecelio, un paio di associazioni radicate nei quartieri di Colle Fiorito e Pichini, una cooperativa e la Proloco di Colleverde, ai comitati dei festeggiamenti per le feste patronali di San Remigio e Santa Maria di Loreto, soprattutto all’associazione naturalistica valle dell’aniene, affettivamente vicina al capogruppo 5Stelle Giuliano Santoboni. Una strategia utilitaristica delle risorse decisa nella cabina di regìa da pochi, che ha lasciato scontenti commercianti e imprenditori, cittadini ancora spettatori di un Natale spento e senza pregio.

Le assunzioni decise dalla giunta sotto la supervisione del segretario generale Livia lardo, in aperta rottura con l’assessore al Personale Adriana Calì, dimissionato dal sindaco e estromesso da ogni decisione, avrebbero rappresentato l’ulteriore spartiacque per Zarro che ha voluto sottolinearne la portata nella sua lettera di addio. Ma di carne al fuoco ce n’è altra. E porta ancora nelle sfere di potere di Elisa Strani. Come la consulenza decisa da Barbet sulla internalizzazione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti andata per 20mila euro al legale Francesco Consalvi, il «socio» dell’assessore alla Cultura e Pubblica istruzione anch’essa avvocato  (ne abbiamo scritto qui Rifiuti altra stangata, servizi in esubero a carico dell’utenza, e al nuovo appalto lavora il «socio» della Strani). Una marchetta che darebbe spazio di manovra a chi nel movimento guarda all’affidamento in house del servizio a scapito di quanti, invece, vorrebbero mantenere il metodo della procedura ad evidenza pubblica per la scelta del nuovo appaltatore. Una guerra intestina combattuta nelle trincee delle commissioni consiliari e sulle chat. E che rende la tenuta dei 5Stelle al governo cittadino instabile come non mai. Questione di potere e di mercato. Le altre puntate? Sono prossime.Per vedere se la maggioranza è destinata a liquefarsi come neve al sole.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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