Guidonia – Fiaschi grillini, si farà il traliccio alto più di 20 metri a Parco Azzurro: Tar respinge il ricorso dell’ex sindaco
GUIDONIA – Il provvedimento autorizzativo rilasciato da Città metropolitana di Roma (la determinazione dirigenziale 97 del 22 gennaio 2022 ECCOLA CLICCA E LEGGI) ad Areti Spa (gruppo Terna/Acea Spa) per un progetto di potenziamento dell’alta tensione sulla rete Roma-San Basilio (passando per Guidonia Montecelio) non era viziato da illogicità né irragionevolezza o eccesso di potere. Non violava nemmeno la deliberazione del consiglio regionale del Lazio del 14 aprile 2021, consistente nell’approvazione del Piano di assetto della Riserva della Marcigliana. Il cui emendamento pensato dall’ex grillino (ora Verde) Marco Cacciatore, mirava a riconvertire un impianto/traliccio dell’alta tensione già esistente all’interno della Riserva, evitando di costruirne uno nuovo, alto più di 20 metri (e con una base di 600 mq di cemento), come Arteti è intenzionata a fare in località Parco Azzurro, via Castore, all’interno dell’elegante comprensorio di ville che affaccia sulla via Nomentana.
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Con queste motivazioni, il Tar del Lazio «definitivamente pronunciando» ha respinto il ricorso diposto dalla giunta di Michel Barbet (l’ex sindaco 5Stelle) nella seduta del 28 aprile del 2022, presentato a maggio scorso dal Comune di Guidonia Montecelio contro Cmc e Areti Spa, Acea Spa, Gruppo Terna.
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Il tribunale amministrativo del Lazio ha, inoltre, condannato «parte ricorrente» a rifondere 8mila euro di spese legali a Città Metropolitana di Roma e ad Acea Spa, «parti resistenti» nel giudizio. Nella sentenza pubblicata il 9 dicembre 2022 e notificata in questi giorni post natalizi a Palazzo Matteotti, si possono leggere le censure dei giudici amministrativi al comportamento del Comune. Il quale era riuscito a produrre tre pareri, diversi e contrastanti tra loro, nella conferenza dei servizi decisoria, convocata in forma asincrona da Cmr al fine di autorizzare il progetto di Areti per la costruzione di un impianto/traliccio alto più di 20 metri in via Castore, su un’area verde usata dai residenti come Parco, per il potenziamento della linea elettrica a 150 Kv Roma Nord-San Basilio.
In un primo momento, il 23 febbraio 2021, l’amministrazione grillina rilasciava, infatti, parere favorevole all’opera. Poi, in data 17 marzo (e a seguito delle proteste dei residenti), ripiegava su una sospensione del parere reso. Arrivando successivamente, il 5 maggio, a rettificare l’assenso inizialmente fornito. Un comportamento alquanto inusuale, schizofrenico per un ente locale chiamato a fornire un giudizio di merito su un procedimento autorizzativo nelle declinazioni amministrative di propria competenza.
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Anche la soluzione «alternativa» del Parco della Marcigliana, messa a punto dalla politica grillina nell’intera filiera Comune–Regione Lazio, e le accuse mosse dal Comune a CMR di avere ignorato il Piano della Riserva approvato, autorizzando «un progetto violativo degli obiettivi delineati nel medesimo atto pianificatorio» si sono rivelate infondate. «La scelta tecnica individuata è soluzione ottimale ai fini della realizzazione degli interventi che Areti Spa aveva individuato ai fini della ristrutturazione e potenziamento della propria rete di distribuzione dell’energia elettrica, appare il risultato di un ragionevole contemperamento di tutti gli interessi coinvolti e non appare connotata da illogicità o incongruenze palesi e, come noto, in tale contesto e in presenza di un iter procedimentale lineare e privo delle incongruità e carenze e scevro da particolari criticità logiche, le censure dei ricorrenti finiscono con l’insinuarsi nella sfera tecnico-discrezionale intangibile della pubblica amministrazione ed insindacabile da parte del giudice», si legge in sentenza.
Per i giudici amministrativi la procedura è regolare sotto il profilo tecnico amministrativo, completa di valutazione di impatto ambientale e dei pareri sanitari sugli effetti dell’inquinamento elettromagnetico temuto dai residenti. In più, Città metropolitana di Roma, aveva invitato Areti a valutare la praticabilità della soluzione alternativa individuata all’interno del Parco della Marcigliana, dando continue comunicazioni al Comune. Le conclusioni dell’azienda avevano però evidenziato i costi proibitivi di una modica progettuale, fornendo alla difesa in sede di Tar ogni documentazione comprovante. Il ricorso del Comune a guida grillina era, insomma, infondato, e a pagare sono al solito i cittadini di Guidonia Montecelio.