GUIDONIA – Due provvedimenti a lungo contestati, che hanno animato per giorni la discussione sui social, nei gruppi cittadini dove gli iscritti commentano, criticano, dicono insomma la loro. La scelta dell’amministrazione guidoniana di operare una doppia attività anti zanzare, di cui una contro gli esemplari adulti ma solo in alcune zone della città a fine di giugno, ha lasciato molti scontenti e attirato l’attenzione del consigliere comunale leghista Alessandro Messa, il quale ha annunciato un approfondimento del caso, con un focus sulle tante stranezze ad esso collegate.

Un accesso agli atti accompagnato da una interrogazione urgente, per accertare la correttezza di quanto messo nero su bianco in due distinti atti dall’amministrazione guidoniana. Diversi ma strettamente correlati. Come l’ordinanza sindacale a firma del sindaco Mauro Lombardo ECCOLA, CLICCA E LEGGI adottata per motivi di urgenza legati ad un concreto pericolo per la popolazione di contrarre alcune patologie, secondo l’Istituto Superiore della Sanità trasmesse dalle zanzare e la determina ECCOLA, CLICCA E LEGGI firmata dal dirigente all’Ambiente Annalisa Tassone (su indirizzo dell’assessore Andrea Mazza), relativa agli impegni di spesa assunti dall’Ente per l’acquisto di due distinti interventi: uno ‘larvicida’, previsto nell’intero territorio comunale; il secondo, e maggiormente costoso per le casse pubbliche, solo in alcuni quartieri. Quelli lontani più di 3 chilometri dal punto di dimora di una cittadina affetta da una rara patologia allergica. Una intolleranza cronica a particolari sostanze chimiche, generalmente usate contro gli esemplari adulti del fastidioso insetto. Il complessivo costo del servizio è stato stimato in complessivi 55mila euro lordi, di cui 16mila per gli interventi ‘larvicidi’, 1.681 euro per altri interventi a richiesta, e 27mila per gli ‘adulticidi’, negati però a circa 30mila residenti (calcolo a occhio) nei quartieri di Villalba, Colle Fiorito, Albuccione, La Sorgente e al Bivio di Guidonia. Dove l’utilizzo di zanzaricidi che «prevedano la sospensione aerea dei preparati è stato vietato dall’amministrazione per la presenza, nelle località indicate, di residenti residenti affette da patologia MCS (Multiple Chemical Sensibility)».

Un appalto affidato ‘sotto soglia’ e quindi «direttamente», con procedura semplificata e senza meccanismi concorrenziali alla Ad Service 2009 Srl, ditta romana specializzata in servizi di disinfestazione, vista anche l’urgenza così ben rappresentata nella ordinanza sindacale. Dove si legge della necessità derivante dai casi accertati nel 2023 nella regione Lazio, in particolare «di 95 casi di Dengue, di questi 54 importati e 41 autoctoni, con attività vettoriale favorita dalle condizioni climatiche e che il più efficace intervento per la prevenzione di queste malattie e delle altre arbovirosi, di cui la zanzara tigre è vettore, è la massima riduzione possibile della popolazione delle zanzare».

Una situazione molto seria per dirla con il sindaco, che allora non poteva escludere nessun quartiere da tutti gli interventi necessari. Questo è uno degli aspetti maggiormente da chiarire secondo Alessandro Messa. Convinto che la scelta di operare la disinfestazione ‘adulticida’ in alcune zone e in altre no, sia intrinsecamente discriminatoria e contraddica la natura stessa dei provvedimenti adottati. L’ordinanza contingibile è, infatti, un atto che presuppone una urgenza dettata da ristretti motivi (analiticamente indicati dalla legge) tra cui la salute pubblica. Questo il caso alla base della ordinanza adottata dal sindaco e strettamente legato, negli obiettivi, alla determinazione dirigenziale che ha disposto gli interventi e assunto gli impegni di spesa.

Ma se così è, come si sono potute escludere 30mila persone da una attività di così rilevante portata a tutela della salute e della pubblica incolumità?. La inderogabilità dei provvedimenti disposti, va, inoltre, a giustificare la necessità degli impegni di spesa assunti. Se la costosa disinfestazione ‘adulticida’ era da ritenersi facoltativa ai fini della tutela della salute pubblica, tanto da lasciarne privi interi quartieri, si sarebbe per di più davanti ad un esborso superfluo di soldi pubblici, a fronte di un provvedimento peraltro discriminatorio nel definire cittadini di serie «A» e di «B». 

Non è tutto. Per Messa ci sarebbero da accertare anche i luoghi dove gli interventi zanzaricidi sono stati davvero effettuati come da calendario. In molte zone nessuno si è accorto di niente e in tanti si sono chiesti: «Dovevano iniziare, spero siano passati ma non ho sentito nulla. Qualcuno può confermare l’avvenuta disinfestazione?». Dal Comune, ovviamente, nessun aggiornamento. Così, Messa ha rincarato: «Sono numerosissime, purtroppo, le segnalazioni dei cittadini residenti nelle zone interessate dal servizio, ancorché accuratamente promosso e sponsorizzato dall’amministrazione, a non aver mai visto il passaggio degli addetti né ad aver avuto la lontana percezione di compiute iniziative ‘adulticide’ – scrive nell’interrogazione -. Molte vie pubbliche, infatti, sembrerebbero non essere mai state attraversate, né si sono ravvisati quei segni peculiari, sia olfattivi che visivi, sintomatici dell’impiego di prodotti chimici nebulizzati e a sospensione aerea». L’amministrazione, chiarisca. 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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