GUIDONIA – Al Comune di Guidonia Montecelio capita che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. E questo, di seguito esposto, sembra uno dei casi emblematici della totale assenza di comunicazione e coordinamento tra settori, altrimenti detti aree della pubblica amministrazione. Episodio, tra l’altro, all’apparenza ignorato dagli organi di indirizzo politico.

Si dà il caso, infatti, che l’Avvocatura comunale e il settore dell’Urbanistica abbiano adottato, nelle stesse ore, due provvedimenti contrastanti tra loro e riguardanti la medesima questione. Il primo è stato licenziato dalla giunta municipale venerdì scorso 26 luglio. Dove, a seguito del parere tecnico fornito dall’Avvocatura, il sindaco e gli assessori hanno dato mandato al professionista legale Antonella Auciello di appellare al Consiglio di Stato una sentenza definitivamente pronunciata dal Tar del Lazio il 13 marzo del 2024. Nel dispositivo, i giudici amministrativi riconoscevano alla società P&P Srl dell’imprenditore edile Stefano Pascucci il diritto ad un ristoro di 258.335 euro, quale riconoscimento di un danno patrimoniale subito dal Comune di Guidonia Montecelio per l’effetto dell’illegittimità di una delibera di consiglio comunale (la numero 36 del 2015) con cui era stato imposto un vincolo espropriativo su una delle proprietà riconducibili all’imprenditore, al fine di costruire un sottopasso ferroviario mai realizzato e di dubbia fattibilità.

Un atto lesivo in quanto, secondo i magistrati del Tar, avrebbe bloccato i lavori di uno stabile in costruzione, impedendo per anni la vendita degli appartamenti realizzati e in alcuni casi già prenotati dagli acquirenti. I quali, venendo a conoscenza del vincolo sopraggiunto, avevano rinunciato a perfezionare la compravendita arrecando alla P&P Srl un danno patrimoniale. Una sentenza evidentemente ritenuta ingiusta dall’amministrazione comunale a guida Mauro Lombardo che, su questi presupposti, ha deciso di appellarsi al Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa, per chiedere l’annullamento della sentenza del Tar e con essa dell’obbligo a dover risarcire la società. Tutto questo avveniva venerdì scorso, proprio nelle stesse ore in cui il presidente del consiglio comunale Erick D’Alisa, predisponeva gli atti da sottoporre all’attenzione dell’aula nella seduta convocata per le ore 15 di mercoledì 31 luglio.

Tra i punti all’ordine del giorno, due schemi di delibera relativi al riconoscimento di alcuni debiti non iscritti a bilancio, perché sopraggiunti dopo l’approvazione del documento di programmazione della spesa. Tra questi, le somme dovute alla P&P Srl a seguito di sentenza emessa dal Tar lo scorso 13 marzo. La scheda, analiticamente compilata dal dirigente (ex da pochi giorni) Cristina Zizzari, indica i motivi per i quali l’aula deve essere chiamata a riconoscere il credito vantato dalla società, per dare così modo agli uffici di procedere alla liquidazione degli importi pari a 261.070, 52 euro, per come rivalutati con gli interessi di mora e legali. Un riconoscimento in evidente contrasto con la strategia legale adottata dal Comune, di chiedere l’annullamento della sentenza e la cancellazione del debito, promuovendo appello al Consiglio di Stato. Tra l’altro, un’anomalia nella prassi dell’Ente. Il quale, per anni, ha negato le liquidazioni di somme dovute anche in presenza di decreti ingiunti esecutivi emessi dal giudice civile. È il caso degli altri debiti fuori bilancio in procinto di sbarcare in aula mercoledì prossimo.

Creditore, l’architetto massimo esperto di cimitero (comunale) Aldo Cappelletti che ha dovuto rivolgersi al tribunale di Tivoli per ottenere ragioni. È finita che nel 2023, forte di due decreti ingiuntivi esecutivi, il professionista abbia bussato alle porte del settore Lavori Pubblici di competenza, chiedendo la liquidazione di somme pari a 11.256,29 euro e di 8.739, 48 per incarichi ricevuti addirittura prima del 2012, su cui ha preteso (e ottenuto) anche i pagamenti relativi alla voce ‘rimborso spese’ spettanti da contratto. Argomento meritorio di approfondimento, su cui si tornerà su a strettissimo giro dopo la discussione (immaginabile) del consiglio comunale sui debiti fuori bilancio che continuano a spuntare come funghi. Tenendo sempre presente che l’ex assessore alle Finanze Alberto Cuccuru, un momento prima di accomiatarsi, aveva rivelato in aula l’inoltro, presso ciascuna delle aree amministrative, di una richiesta sull’ammontare dei debiti fuori bilancio ancora presenti nei cassetti dei dirigenti. Era il 2023 e, a detta di Cuccuru, dopo una accurata revisione, gli era stato comunicato che non c’erano più crediti vantati da terzi. Poi, cos’è cambiato?

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

1Commento
  • Maurizio Massarenti

    Ormai l’incompetenza nell’ ambito pubblico e politico è fuori controllo e la responsabilità non è mai di qualcuno , abbiamo perso la speranza

    Luglio 29, 2024

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