Guidonia, Covid-19, disinfezione complicata al Comune: il «vincolo» della Soprintendenza sui detergenti
GUIDONIA – Al momento le sanificazioni sono state effettuare dal personale dell’Ente. Con prodotti disponibili e certificati. Ora però il dirigente ai Lavori pubblici Egidio Santamaria (con funzione di stazione appaltante nell’ambito del Centro operativo comunale) ha chiesto dei preventivi alle ditte specializzate per l’affidamento d’urgenza di un appalto di servizio per un intervento generalizzato e professionale di disinfezione di tutti gli uffici, all’interno e all’esterno dei palazzi. Queste sono le misure messe in campo dall’amministrazione 5Stelle contro della diffusione del Coronavirus. Dal settore Ambiente fanno sapere che non è la prima igienizzazione degli spazi di lavoro e aperti al pubblico operata dall’inizio della pandemia. Una prima professionale eseguita con mezzi e prodotti industriali, aveva interessato però solo i locali che non hanno una rilevanza monumentale. Per gli altri, tra i quali Palazzo Guidoni e gli uffici che affacciano su Piazza Matteotti, tra cui l’Anagrafe interessata dai casi di contagio di questa settimana, vigila la Soprintendenza. Che in una nota recapitata (anche) al dirigente competente (Santamaria) e al sindaco Michel Barbet informa che le sanificazioni professionali dei beni monumentali devono seguire una specifica profilassi prevista da appositi protocolli e devono avvenire «sotto la consulenza di un tecnico nella conservazione dei beni culturali». Ricapitolando: il palazzo degli organi istituzionali, sede del sindaco, dell’urbanistica, del personale, della ragioneria che alloggiano nella torre civica, aspettano il via libera della Soprintendenza archeologica, belle arti per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.
Così, per via delle delle complicanze di natura burocratica, a oggi il cuore dell’attività politico amministrativa è stato sottoposto a interventi di santificazione da parte del personale dell’Ente. Per quelli industriali ci vuole il benestare del mistero dei Beni culturali. In particolare, la Soprintendenza vieta l’uso di prodotti, che generano anche residui molto dannosi, come candeggina, ammoniaca e detergenti. Solventi assolutamente vietati per interventi sui complessi monumentali, edifici storici, siti archeologici. Nei casi necessari, in conformità con le raccomandazioni delle autorità sanitarie, dai Beni culturali raccomandano di utilizzare soluzioni idroalcoliche diluite o saponi neutri, sempre applicati a pressione controllata. Fare è molto complicato, anche in tempi di Coronavirus.