Guidonia – Chiusa la procedura decennale, l’ex discarica sarà sicura ma i grillini non lo dicono
GUIDONIA – È una notizia bomba passata sotto silenzio per la tendenza grillina di piegare la verità sostanziale alle proprie, particolari esigenze politiche ed elettorali, invece i termini della faccenda sono perfettamente descritti nella determina 97 del 3 maggio 2021 a firma del dirigente ai Lavori pubblici Egidio Santamaria (ECCOLA: determina n 97). Dopo 10 anni, l’atto chiude definitivamente la procedura amministrativa di messa in sicurezza dell’area dell’ex discarica dell’Inviolata e impegna l’ex gestore, la Ecoitalia ’87, a tradurre in pratica e a proprie spese gli interventi descritti nel progetto definitivo di «bonifica» licenziato dalla Conferenza dei servizi ad aprile 2021. D’altro canto, riporta chiaramente il dirigente nella determina 97, le ulteriori prescrizioni iscritte negli ultimi verbali su richiesta principalmente del Comune di Guidonia Montecelio – tra cui l’apertura di ulteriori 11 piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee – non modificano nella sostanza il progetto di messa in sicurezza previsto dal Piano di caratterizzazione. Tradotto: la fotografia dell’inquinamento è definitivamente cristallizzata e adesso la società di Angelo Deodati, che ha operato nell’area per oltre 40 anni e fino al 2014, anno della chiusura definitiva dello sversatoio, non potrà fare altro che intervenire così come concordato, tra gli altri, con Arpa Lazio, Asl Rm5 e tecnici della Regione Lazio e della Città metropolitana di Roma.
Il Piano di caratterizzazione nasce dalla somma delle risultanze acquisite da Arpa, Asl, Regione e Città Metropolitana, in contraddittorio con i tecnici della Ecolitalia, durante i sopralluoghi e a conclusione delle ultime analisi effettuate sui 37 piezometri monitorati nel corso degli ultimi anni. Il quadro di salute dell’area – NE AVEVAMO scritto qui La discarica è in via di guarigione, valori nella norma ma il sindaco insabbia la verità che non gli fa gioco – conferma che i composti organici sono scomparsi dalle analisi dei piezometri dislocati lungo il perimetro e all’interno della zona oggetto del Piano di caratterizzazione, mentre è perfettamente circoscritta la contaminazione da metalli. Su questi presupposti il dirigente Santamaria ha chiuso la procedura e approvato in via definitiva il piano degli interventi per la messa in sicurezza dell’area. E c’è da giurare che il prossimo anno, l’aver condotto in porto un programma così ambizioso, gli frutterà una valutazione eccellente da parte del Nucleo di valutazione (Nuval) con contestuale riconoscimento di un assegno congruo legato alla massima indennità di risultato.
Gli ulteriori 11 piezometri richiesti dal Comune di Guidonia Montecelio (dal sindaco grillino Michel Barbet, dal presidente della commissione Ambiente Alessandro Cocchiarella) allo scopo di continuare a monitorare la situazione del percolato, descritti da Santamaria come un di più superfluo che non andrà ad incidere sul progetto definitivo di messa in sicurezza dell’area, saranno invece sicuramente utili a finanziare gli scavi della Soprintendenza archeologica del Lazio e dell’Etruria meridionale. Il cui parere favorevole all’approvazione del Piano di caratterizzazione era subordinato alle prescrizioni riguardanti proprio la valorizzazione storico archeologica dell’area. Il soprintendente di zona Zaccaria Maria ha infatti ottenuto la presenza di un archeologo di sua scelta (presumibilmente Valentina Cipollari) per la fase dei carotaggi nei nuovi piezometri a spese della Ecoitalia ’87.
C’è da aggiungere che la conferenza dei servizi era partita 10 anni fa, nel 2011. È stata una procedura complessa che ha avuto lunghi periodi di stop durante il commissariamento del 2016 e anche dopo, con i 5Stelle, che avevano individuato in una ordinanza contingibile e urgente del sindaco lo strumento per «smontare» la montagna di rifiuti. Una strada che si era rivelata non percorribile e sbagliata dopo i pronunciamenti del Tar del Lazio, Tribunale amministrativo, dove la Ecoitalia aveva impugnato il provvedimento. Tanto tempo perso inutilmente, e come nel gioco dell’oca adesso i grillini sono tornati alla casella di partenza e dato indirizzo di chiudere positivamente la procedura avviata 10 anni prima dal precedente governo di centrodestra. A Barbet non piace ammettere gli errori ed ha ancora la necessità elettorale di perpetuare la falsa narrazione dell’inquinamento fuori controllo nell’area della ex discarica soprattutto per continuare ad opporsi al Tmb, ma ormai è certificato nel Piano di caratterizzazione definitivamente approvato: l’Inviolata non è la terra dei fuochi.