GUIDONIA – Contattato al telefono Claudio Caruso parla di interlocuzioni nella giornata di ieri con Antonino Ingroia, racconta tuttavia che «non c’è nulla di concreto» che in fondo «preferisco rimanere dentro e risolvere il problema, io amo il movimento». Stamattina poi, il consigliere è in compagna del sindaco che dice «di non voler tradire». Appena 24 ore fa aveva chiamato Michel Barbet «doppiogiochista» annunciando l’autospensione dal movimento e l’intenzione di lasciare addirittura il gruppo consiliare 5Stelle andando a rinfoltire il misto dove due mesi siedono gli ex Loredana Terzulli e Claudio Zarro. L’effetto moltiplicatore del dissenso reale invece non c’è stato. Ora sembra tutto rientrato, nella consapevolezza degli osservatori di avere narrato la crisetta più breve della storia, il tempo della contestazione svanito sotto un paio di pacche sulla spalla e una tirata d’orecchie. Michel Barbet annulla sul nascere l’operazione di ricollocamento che doveva portare Caruso lontano dal movimento, addirittura – per i rumors acceditati – in un nuovo gruppo consiliare rappresentativo della lista per la Costituzione di Antonino Ingroia. Comunque, nelle intenzioni del consigliere, si sarebbe trattato di un posizionamento organico all’attuale maggioranza, una decisione dettata dall’esigenza di superare incomprensioni, secondo lo schema divisi ma insieme sui provvedimenti che contano.

Ma quella di Caruso, eventualmente di Roscetti con lui nella componente che trae ispirazione dalle gesta dell’ex sindaco Davide Russo, sarebbero state scelte individuali o avrebbero riguardano anche l’assessore di riferimento? Ieri, quando il salto del guado sembrava concreto, alla domanda se anche Davide Russo fosse pronto al grande passo, Caruso rispondeva: «Davide per ora rimane nel movimento ma penso che anche l’Italia dei Valori lo affascini»? L’ex vicesindaco, da subito e per due anni riferimento delle stelle locali prima degli strappi e del ridimensionamento, avrebbe davvero lavorato a nuovi approdi politici, pronto a sfilarsi la maglia grillina per indossare quella dell’ex partito di Maruccio (ex consigliere regionale del Lazio arrestato qualche anno fa)? Ma soprattutto, esiste ancora l’Italia dei Valori? Per esistere nel Lazio esiste ed è rappresentata da Salvatore Doddi, ex vicepresidente di Acea Ato 2. La lista Ingroia e il partito negli anni ’90 del secolo scorso nato dalla volontà dell’ex magistrato di mani pulite Antonio Di Pietro hanno il comune denominatore del giustizialismo, l’impronta genetica di una ricerca anche sommaria di giustizia per i responsabili di particolari reati di criminalità organizzata o contro la pubblica amministrazione, una identica impostazione culturale che integra perfettamente le linee guida del movimento 5Stelle. La mossa di Caruso, legato a Russo, può essere stata la tattica della minacciata fuga in partiti gemelli e alleati, magari da scambiare con una nuova trattativa sulla delega alla Legalità, agognata dalla componente ma ancora saldamente nelle competenze del sindaco? Per ora la crisetta sembra alle spalle e la ricomposizione cosa quasi fatta. Trattenuta la fronda Caruso Russo, Barbet rischia però il riacutizzarsi di altri fronti di dissenso interno: la coabitazione  impossibile con Angelo Mortellaro e Laura Santoni che mal digeriranno il perdono dispensato nonostante quell’offesa «doppiogiochista». Ma questa è eventualmente la prossima puntata.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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