GUIDONIA – La modifica allo Statuto comunale ha richiesto il voto favorevole dei due terzi dell’assemblea, tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, ad eccezione di Alessandro Messa della Lega, hanno alzato la mano: punto approvato ha detto il presidente Erick D’Alisa con voce ferma e soddisfatta. D’ora in poi, il sindaco Mauro Lombardo, il civico che governa con una maggioranza consiliare bulgara nei numeri, senza colori né differenze, avrà pieni poteri sulle scelte dei «delegati», figure ibride a metà tra i consiglieri e gli assessori che risponderanno solo a lui. Si occuperanno, dopo espressa nomina sindacale, di alberi, sicurezza, strade, buche, di ogni materia o specifica competenza che Lombardo deciderà di attribuire loro. Per arrivare al risultato è stato necessario procedere con la modifica all’articolo 33 dello Statuto, la «Costituzione» dei Comuni, una sorta di fonte primaria del diritto che indirizza la formulazione dei regolamenti, che a loro volta fanno funzionare gli uffici e i servizi negli enti locali, e scolpiscono le funzioni degli organi di indirizzo polito: il sindaco, la giunta, il consiglio comunale. Questa è la prima volta, dalla sua approvazione avvenuta nel 2001, che viene toccato lo Statuto comunale. Mai successo prima. Lombardo aveva la necessita di farlo per dare forma alla nuova organizzazione comunale che ha in testa. E che potrebbe prevedere quanti più incarichi possibili da distribuire all’esercito dei 161 candidati nelle 7 liste che a giugno dell’anno scorso l’hanno trainato nell’elezione a sindaco di cui, però, solo per 15 è scattato il posto di consigliere comunale. Accontentare i «trombati» auto-conservando la consorteria. Eccola la provocazione di Alessandro Messa, unica voce fuori dal coro in un’aula monocorde dove tutti hanno avallato il nuovo corso, l’inesistenza di differenze tra maggioranza e opposizione. Tutto è successo nella seduta di consiglio comunale di venerdì 10 febbraio.   

Il leghista contrario

Alessandro Messa

«Con questo voto diamo al sindaco, chiunque esso sia, di poter attribuire qualunque tipo di potere a qualsiasi persona da lui scelta. Da questo voto non si torna indietro, esso mette la pietra tombale sulla nostra funzione di consiglieri, perché è evidente che d’ora in avanti basterà essere delegati nominati dal sindaco per esercitare la stessa funzione di chi con fatica si è candidato ed è stato eletto».

«Basterà ingraziarsi il sindaco per fare il lavoro dei consiglieri», ha tuonato messa in aula Alessandro Messa. «Oggi votiamo per la sopravvivenza di una consorteria, diciamo le cose come stanno. La necessità politica di accontentare gli amici del sindaco – ha proseguito il consigliere leghista – quelli che magari non sono stati eletti, che non ce l’hanno fatta, che stanno nelle retrovie ma scalpitano. Che tirano Lombardo per la giacchetta. E vogliono partecipare all’amministrazione di questa città, buona o cattiva che sia. Il modello è quello del sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti che ha tanti delegati ai cani e agli alberi, persone che non state elette nelle liste civiche».

I delagati? Per la legge sono gli assessori

Saranno «consigliori» del sindaco e non propriamente dei «delegati». Sarebbe improprio usare questo termine nei decreti di nomina, per legge il sindaco non può traferire deleghe di funzione se non agli assessori, che  fanno parte della giunta comunale e non possono far parte del consiglio comunale (per i Comuni come Guidonia Montecelio con una popolazione superiore ai 15mila abitanti). L’assessore è nominato dal sindaco e da lui delegato unicamente per le materie che gli vengono traferite. Non ha potere autonomo, non può produrre atti a propria firma, partecipa all’organo collegiale e concorre all’approvazione delle deliberazioni, la sua azione verso l’esterno avviene esclusivamente attraverso l’organo collegiale. La giunta è uno degli organi politici del Comune con il sindaco, la giunta e il consiglio comunale (di cui fanno parte i consiglieri eletti direttamente dai cittadini). Il «delegato» del sindaco a seguito della modifica allo Statuto è dunque una figura che non esisterebbe nelle leggi ordinarie, perché non prevista tra gli organi politici del Comune. Però, nel 2014, il Comune di Tivoli vestito di civismo e alle prese con i medesimi problemi di distribuzione di pani e pesci ai candidati non eletti, istituì la figura del «consigliori» del sindaco attraverso una modifica dello Statuto del Comune. Come si chiameranno questi «delegati» o «consigliori», cosa saranno esattamente, come ne verrà definita la funzione nei decreti di nomina?. Al momento non è dato sapere. Agli atti c’è solo la nuova formulazione dell’articolo 33 dello Statuto che così recita «Il sindaco, con proprio provvedimento, può conferire incarichi ad attività comunque correlate alle proprie  linee programmatiche e comunque non interferenti con le attività delegate ai singoli assessori, a persone esterne aventi specifiche competenze ed in possesso dei requisiti necessari alla carica di consigliere comunale. Tali  incarichi verrano espletati a titolo totalmente gratuito e senza alcun diritto al rimborso spese».

Gli uffici comunali e gli assessorati saranno off-limits

Resta chiaro che colui che consiglia il sindaco non potrà recarsi negli uffici, nei settori dell’amministrazione, prendere liberamente visione degli atti non ancora pubblicati, delle procedure in essere, dei documenti endoprocedimentali, chi ne favorisse l’accesso incorrerebbe nella rivelazione degli atti d’ufficio. Cosa potrà fare, dunque, questa figura simile al «pretoriano», il soldato che faceva la guardia del corpo del comandante dell’esercito romano, poi degli imperatori?. Riferirà al sindaco in punta di piedi e sotto voce. Quando entrerà in municipio avrà gli stessi diritti e poteri di tutti gli altri cittadini. Non potrà rappresentare il Comune, non potrà partecipare alle riunioni di giunta, a quelle delle commissioni e di consiglio comunale parteciperà in veste di uditore, al pari di ogni altro cittadino. 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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