GUIDONIA – Per il capogruppo dei 5Stelle Giuliano Santoboni «il debito» non è da rifondere ma da «rifondare». Lo ha ripetuto un paio di volte a microfono acceso, l’ultima quando ha detto che «il governo centrale ha riconosciuto lo stato disastroso dei nostri conti, due milioni e mezzo serviranno quest’anno per «rifondare» lo stato». D’altronde, per l’altro nome forte della maggioranza, Alessandro Cocchiarella, il nodo gordiano che trae origine dalla tradizione letteraria e leggendaria a cui è legato un aneddoto sulla vita di Alessandro Magno, diventa «cordiano» quando si tratta di ricordare all’aula la difficile condizione del bilancio comunale.

Il caleidoscopico mondo dei 5Stelle in aula consiliare (venerdì scorso ma come sempre) fornisce al solito una collezione di notizie, esternazioni, ricerche su Wikipedia davanti alla quali l’osservatore dovrebbe dichiararsi intollerante, e dopo le perplessità iniziali dire no, questo no, è troppo. È stato il caso della presuntuosa convinzione con cui Claudio Caruso ha narrato la vicenda del palazzetto dello sport andata in malora per colpa delle passate amministrazioni corrotte e incapaci e che loro adesso, bravi più degli altri, hanno chiuso l’annoso contenzioso con l’azienda appaltatrice accordandosi su un quantum da riconoscere pari a 750 mila euro. Una lectio magistralis nelle convinzioni del Masaniello pentastellato, arrivata non prima delle risposte alle provocazioni sull’arresto di Marcello De Vito, sciorinando nomi e arresti avvenuti tra i democrat in ogni angolo dello stivale.  

Nel quadro delle gaffes istituzionali non poteva mancare il sindaco, Michel Barbet, volto più stanco che mai (lavora fino a notte fonda per il bene dei cittadini), tra un «limmite» e un altro ha raccontato all’assise sempre più confusa che il Nuval (nucleo di valutazione) non è organismo autonomo di controllo ma «di supporto, aiuto al sindaco per definire la qualità dei dirigenti; e un verbale del Nuval, atto assunto al protocollo dell’Ente, pubblico per definizione, è un«documento del tutto riservato, interno», segreto e secretato che non può essere menzionato dall’opposizione nelle pubbliche denunce, nel caso dal consigliere di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo. In una seduta grottesca e priva del «limmite», ma sì che si abbondi, la smielata retorica del piccolo (giovane) Matteo Castorino, l’inseparabile dai suggerimenti di Wikipedia, stavolta indugiava nella difesa di un servizio essenziale, quello del centro antiviolenza, anche in deroga alle corrette procedure amministrative. Insomma, un grande show.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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