Guidonia, bando scritto coi piedi, Tekneko trascina il Comune al Tar per l’annullamento della gara sui rifiuti
GUIDONIA – La Tekneko Sistemi Ecologici trascina il Comune di Guidonia Montecelio e la Centrale unica di committenza della IX Comunità Montana del Lazio davanti ai giudici del Tar (Tribunale amministrativo del Lazio) ai quali chiede intanto «una sospensione immediata» e poi l’annullamento della gara sul servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti che vale per 5 anni quasi 60milioni di euro. Si tratta della procedura di gara più importante dell’Ente, costruita dall’amministrazione 5Stelle in mesi di lavoro ma con un risultato non solo insufficiente ma dannoso, almeno per le posizioni del patron di Tekneko Umberto Di Carlo, che ha presentato il ricorso nella veste di amministratore unico della società (ecco il ricorso di Tekneko notificato al Comune).
Troppi errori materiali, paradossi e svarioni giuridici in conseguenza dei quali l’azienda avezzanese non solo ha deciso di non partecipare alla procedura ma di contestarla nelle sedi della giustizia amministrativa. Il bando preparato dal settore Ambiente del Comune di Guidonia Montecelio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 giugno 2020. Bando con il quale la Centrale unica di committenza IX Comunità Montana del Lazio – per conto del Comune di Guidonia Montecelio – ha indetto la procedura aperta per l’appalto del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani con il sistema del porta a porta ed altri servizi attinenti, per la durata di 3+2 anni con termine fissato per la presentazione delle offerte al 19 luglio 2020. L’affidamento è previsto mediante procedura aperta espletata sulla piattaforma telematica della Centrale unica di committenza con applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Per i legali della società che lo hanno esposto nel ricorso, il bando prevede una novità assoluta rispetto alla attuale gestione ed ai rituali bandi di gara emanati dai Comuni per il servizio di raccolta dei rifiuti. Infatti solitamente viene affidato dalle amministrazioni locali il servizio di raccolta (differenziata e con il sistema porta a porta) e di trasporto dei rifiuti, in questo caso invece «viene aggiunto anche lo smaltimento, in dispregio di importanti principi che regolano la materia dei rifiuti e le gare pubbliche». Ma anche i conti relativi agli importi posti a base d’asta con la formula dei 3 anni + 2 non tornano. Risultato di meri errori di calcolo dell’estensore del bando. Come sui requisiti di ammissione che sarebbero discriminatori perché a carattere «immediatamente escludente» per Tekneko. Ma il bando vedrebbe anche la «violazione e la falsa applicazione di leggi e direttive europee, eccesso di potere per difetto dei presupposti, illogicità manifesta e carenza della motivazione, travisamento, disparità di trattamento e sviamento».
«Tutti i motivi e gli argomenti sopra formulati – scrivono il professor Beniamino Caravita di Toritto gli avvocati Marcello Collevecchio e Giuseppe Carlomagno – depongono dunque per la chiara fondatezza del ricorso […] e dunque, ove i provvedimenti impugnati non fossero sospesi, la Tekneko rischierebbe di essere tagliata fuori dalla possibilità di essere affidataria del servizio, con grave nocumento della società. Una sospensione immediata della gara fino alla Camera di Consiglio per la decisione sulla cautelare consentirebbe di mantenere intatta ed integra la posizione della società ricorrente, interessata a partecipare ad una gara bandita secondo regole che le consentano la formulazione di un’offerta seria ed adeguata. Si chiede pertanto l’emissione un decreto che sospenda l’efficacia degli atti impugnati almeno fino alla decisione sulla istanza cautelare all’esito della Camera di Consiglio. In subordine, si chiede di ordinare comunque la sospensione del termine di presentazione delle offerte fissato per il 19 luglio 2020 e l’inibizione dell’avvio delle operazioni di gara».