GUIDONIA – Le ore pro capite destinate all’assistenza educativa culturale (Aec) degli alunni disabili ridotte all’osso; oltre 122 i punti critici individuati dal Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche (Peba) redatto ma rimasto lettera morta. La prova di una fattuale «discriminazione» perpetrata nei confronti della popolazione fragile?. A pensarla così è stato il Tar (Tribunale amministrativo del Lazio), sentenziando nel 2023 in riferimento ad altra città laziale in analoga condizione: Pomezia. Mentre al Comune di Guidonia Montecelio l’indirizzo politico pensa alle feste e all’attuazione dei grandi progetti di rigenerazione urbana per dare soddisfazione agli investitori, sul piano della qualità dei servizi offerti ai disabili l’amministrazione sembra rimasta all’anno zero.

A cominciare dall’assistenza educativa culturale agli alunni con handicap. Dove le ore in aula si sono stabilizzate negli anni a quattro/cinque (a settimana) per ciascuno dei 383 minori aventi diritto. Dal mese di febbraio e fino al termine dell’anno scolastico, dicono con una certa soddisfazione dagli uffici della Pubblica istruzione, «si è avuta la possibilità di incrementare il monte ore a disposizione arrivando a circa 2000 ore settimanali (aumento avvenuto effettivamente dal mese di febbraio 2024), corrispondente ad un impegno di spesa pari ad euro 621.915,44)». Un aumento rispetto al periodo precedente, calcolato tra i mesi di settembre e dicembre 2023, quando il monte ore era stato di 1558 con una spesa di 517.072,87 euro. Si è così passati dalle 4 alle 5 ore settimanali di assistenza fornita a ciascun alunno, comunque troppo poco per garantire una offerta appena sufficiente. Va detto che attualmente il servizio è appaltato ad una cooperativa esterna, il Consorzio Blu Cooperativa Sociale, selezionata attraverso una gara ad evidenza pubblica nel 2019.    

Nemmeno sui Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche si vede luce al Comune di Guidonia Montecelio. Nonostante la eliminazione delle barriere architettoniche sia da tempo un impegno non più rinviabile per chi amministra gli Enti Locali. Le associazioni delle persone disabili sottolineano come i Peba avrebbero dovuto essere adottati obbligatoriamente dai Comuni. La legge Quadro 104/92 sulla disabilità ampliò la materia di competenza, con l’articolo 24 (comma 9), che stabiliva come «i piani di cui all’articolo 32, comma 21, della legge n. 41 del 1986» dovessero essere «modificati con integrazioni relative all’accessibilità degli spazi urbani, con particolare riferimento all’individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili, all’installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone handicappate».

Nei Comuni limitrofi con popolazione superiore alle 15mila unità, le amministrazioni si sono portate avanti con il lavoro. A Monterotondo e Mentana, come a Tivoli i progetti del Peba sono stati messi a terra, a Guidonia rimangono scritti in un Piano del 2022 mai attuato, che individuava ben 122 punti critici di barriere architettoniche presenti in tutti i quartieri cittadini su cui era urgente intervenire. «Un quadro per iniziare a parlare del Peba a Guidonia manca, mentre si è scoperto – fanno ancora sapere dalle associazioni – che i bonus sulla disabilità gravissima sono stati ridotti ad alcune persone anche del 50% rispetto all’anno scorso e non si riesce a capire il motivo». Tra una festa e l’altra, qualcuno a Palazzo Guidoni dovrebbe iniziare a metter mano alle criticità gravi e irrisolte. Dopo due anni di amministrazione, sarebbe il minimo.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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