GUIDONIA – Bruno Astorre, potentissimo segretario regionale del Pd, da un po’ lo dice riempendo ogni spazio mediatico: inevitabile sarà l’intesa col movimento 5Stelle alle elezione di settembre (si vota il 20 in 6 regioni) e nelle città capoluogo. La strategia da oggi riguarda anche Guidonia Montecelio. Dove la parola fine è stata ormai scritta al fondo dell’avventura penstallata. Tre anni costellati da scontri, guerre e dimissioni, tante dimissioni: 11 assessori persi per strada, 6 consiglieri, 2 fuggiti al gruppo misto, altri 2 migrati fuori dal movimento. Le ultime dimissioni, in ordine di tempo, sono quelle del presidente del consiglio Angelo Mortellaro che oggi ha scelto di lasciare carica e scranno. Stessa decisione, sempre in mattinata, è stata presa dalla sua vice Laura Santoni.

Lettere protocollate il 1 luglio 2020. Dimissioni irrevocabili dalle quali non si torna indietro: è la legge a prevederlo. Ora i numeri in aula per i 5Stelle sono oggettivamente proibitivi. Di 16 consiglieri di cui è composta la maggioranza (sindaco compreso) ne sono rimasti 10. Pochi pure per votare, in seconda convocazione, le surroghe a Mortellaro e Santoni. A meno di un soccorso esterno che starebbe arrivando, appunto, dal Pd. Come ampiamente previsto da chi scrive qualche settimana fa: Guidonia, 5Stelle senza numeri in consiglio verso un patto d’aula col Pd?. Astorre, indossati i panni della crocerossina e con il chiodo del Laboratorio Guidonia, sta già lavorando all’intesa sul modello con cui Nicola Zingaretti governa la Regione Lazio. Sul tavolo della trattativa, molto prosaica e meno politica, la presidenza del consiglio lasciata libera dalle dimissioni di Mortellaro e alcune strategiche presidenze nelle commissioni.

Senza necessariamente occupare posti in giusta, al momento il Pd sembrerebbe orientato verso l’appoggio esterno ma con pieni poteri di condizionamento sulle scelte di governo. Uno scenario che, s’intende, dovrebbe trovare d’accordo i consiglieri 5Stelle superstiti, che al momento sono: Claudio Cos, Giuliano Santoboni, Antonino Briganti, Claudio Caruso, Alessandro Toro, Cristian Falconi, Domenico Gigliotti, Matteo Castorino, Alessandro Cocchiarella. I 9 che, con il decimo voto del sindaco, non avrebbero i numeri per far passare in aula le surroghe dei due subentranti a Mortellaro e Santoni. Si tratterebbe di Alessandra Sabatini (27 voti) e Maurizio Celani (25 preferenze). Il condizionale è d’obbligo. Perché Celani, affidando una sua riflessione a Facebook, ha già fatto sapere di voler declinare l’invito. Nella roulette delle poche unità di voti, toccherebbe dunque a Roberto Verrengia: 24 preferenze. Ma solo se si fa l’accordo col Pd.

Proprio in queste ore le riunioni dem si moltiplicano. Qualche giorno e si saprà se si vota a settembre o si tira a campare un altro anno. Il termine temporale per andare a elezioni subito è il 27 luglio. Quella è la data entro la quale sciogliere il consiglio o rendere efficaci le eventuali dimissioni del sindaco.

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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