GUIDONIA – Di cosa esattamente tratti non è proprio chiaro, la quinta essenza del burocratese applicata agli atti pubblici. L’unica certezza è che il Comune di Guidonia Montecelio a guida 5Stelle, che non ha mai soldi da spendere, pagherà, attraverso le liquidazioni successivamente disposte dell’ufficio del Piano di zona, 12mila euro (circa) per la formazione del personale socio sanitario, assistenti operanti a vario titolo nella pubblica assistenza, per il «supporto gestionale del reddito di cittadinanza e delle misure finalizzate al contrasto alla povertà», come all’oggetto della determina 61 del 17 ottobre scorso pubblicata solo ieri sull’albo pretorio online (eccola, reddito cittadinanza).

I corsi di formazione verranno erogati dal privato individuato nella Sair Servizi, una società romana, direttamente dal responsabile dell’ufficio del Piano di Zona Giovan Felice Mancini, e varranno 20 crediti formativi ai fini della formazione continua degli operatori iscritti negli appositi albi professionali degli psicologi e assistenti sociali. Primo dato: il Comune di Guidonia Montecelio continua a pagare, con formule ambigue sugli atti pubblici, incombenze di legge  (i corsi professionali) che dovrebbero essere totalmente a carico dei professionisti, tutt’al più degli Ordini professionali, un favore, un regalo? Secondo dato: servono ancora agli operatori sociosanitari uno o più corsi  fotocopia di quelli tenuti in passato sul reddito di inclusione, ora di cittadinanza?. A questa domanda dovrebbe rispondere la determina che vincola le somme. In teoria. Il presupposto per l’affidamento Sair, su cui l’atto è costruito, sono i fondi regionali già previsti nel 2018 per gli interventi e le misure finalizzate al contrasto alla povertà e al reddito d’inclusione, il precursore ormai in disuso del reddito di cittadinanza voluto nel 2016 dal governo Renzi. Assorbito nel principio dai bilanci della Regioni. Quale stretta attinenza intercorra con le misure introdotte dalla legge sul reddito di cittadinanza (che è successiva) non è proprio chiaro, e se per attuarle si possano usare i soldi stanziati per la formazione sul reddito d’inclusione.

Sicuramente la Sair, nel 2018, ha tenuto gli stessi corsi, con lo stesso docente, per le «giornate formative degli operatori sul reddito d’inclusione e delle misure di contrasto alla povertà nazionale e regionale ai sensi del decreto 29/2016 del 3 agosto 2016». La società ha presentato anche quest’anno la stessa proposta alla migliore offerta di 9.400,00, esente da Iva, per la «realizzazione di un percorso formativo e di supporto gestionale per l’attuazione del reddito di cittadinanza e delle misure di contrasto alla povertà nazionale e regionale»: repetita iuvant?. Esattamente, il preventivo di spesa per la proposta formativa ammonta a  3.100,00 euro come costo per le cinque/5 giornate formative, per un totale di 20 ore, accreditato preso il Croas Lazio, con il riconoscimento di 20 crediti professionali; e a 6.100,00 euro come attività di supporto gestionale e amministrativo per la gestione di tavoli di lavoro, supporto e gestione di eventi in definizione dei Regolamenti comunali e di ambito distrettuale per le misure di inclusione e contrasto alla povertà. La somma è al netto di Iva. Burocratese puro pagato dai contribuenti.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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