MONTEROTONDO – Quelle «ecostazioni», già ribattezzate «ecomostri», non piacciono a nessuno. Ai residenti della circonvallazione, ai genitori dei ragazzini che frequentano la scuola dell’infanzia, perfino ai visitatori della biblioteca comunale che dista pochi metri dalle 2 istallazioni volute dall’amministrazione comunale per raccogliere, in un futuro indeterminato, il rifiuto domestico differenziato. Intanto sono passati due mesi e il servizio non è partito, le «ecostazioni» mostrano i primi segni di abbandono, mentre la strada è sempre zona franca, dove quotidianamente convogliano tutti gli «zozzoni». Arrivano anche dai comuni vicini per liberarsi senza problemi e controlli di pattume, calcinacci, materiale elettronico, ingombranti. Questo perché accanto agli «ecomostri» sono rimasti i «mostri» di sempre. I cassoni verdi dell’indifferenziata. Tutto made in Paolo Bracchi, presidente dell’Apm (l’Azienda pluriservizi).
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Ne ha scritto il capogruppo di Monterotondo Bene Comune Simone Di Ventura sulla sua pagina Facebook. «La circonvallazione è sempre meta dei rovistatori di rifiuti. Bracchi, in tutto questo, invece tace. Dopo l’annuncio pubblico, apparso su un giornale locale, dei cassoni da rimuovere entro il 16 ottobre. Una data passata da un pezzo. Ai residenti di piazza Comitato di liberazione nazionale, via Serrecchia e via Vincenzo Federici restano gli «ecomostri» in abbandono e lo scempio di essere il ricettacolo della monnezza proveniente da buona parte della provincia di Roma. Come associazione Monterotondo Bene Comune, – spiega Di Ventura – avevamo raccolto le doglianze dei cittadini in una interrogazione urgente indirizzata al sindaco Riccardo Varone, purtroppo bocciata dalla maggioranza di sinistra in aula. Con la collega consigliere Valentina Salvi chiedevamo di valutare meglio l’impatto di questi impianti sulla viabilità e sui parcheggi già gravemente insufficienti a coprire il fabbisogno. Questi «ecopoint» hanno anche cancellato una decina di stalli, in una strada in cui è nota la criticità della sosta. Due di queste strutture, posizionate a una decina di metri tra loro, impattano inoltre sulla scuola dell’infanzia ubicata al piano terreno del palazzo Belvedere, e sono davanti all’entrata del museo multimediale sede della biblioteca comunale. Per noi di Monterotondo Bene Comune si tratta ancora di una scelta illogica e deleteria per una arteria di grande collegamento che lambisce il Centro storico e dovrebbe essere a breve oggetto di intervento di restauro del manto stradale e dei marciapiedi. Una via importante, dove transitano e sostano migliaia di auto ogni giorno, che avrebbe necessità di una seria programmazione di recupero e salvaguardia e non degli «ecomostri», già rimossi dalla piazza del Duomo dopo le proteste di residenti, commercianti e semplici fruitori. Scelte – conclude il consigliere – che abbiamo già definito infelici. Restiamo convinti che questi punti di raccolta così impattanti per l’ambiente circostante e la qualità della vita dei residenti non fossero la soluzione. Mentre la circonvallazione continua ad essere una discarica a cielo aperto».
AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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