HA INVENTATO di sana pianta il neologismo del quinquennio, chi non ricorda il «collocato» di bilancio che la proiettò a pieno titolo tra i «laqualunque» della politica laziale?. Laura Cartaginese è altrettanto famosa per essere stata la «stampella» di Nicola Zingaretti e della sua maggioranza«zoppa» in consiglio regionale. Nel dicembre del 2018, ai tempi in cui l’alleanza più larga con i grillini era solo il desiderata del governatore giallo rosso, ci pensò lei, con un clamoroso voto contrario alla mozione di sfiducia del Cdx, a garantirgli appoggio e con esso l’aiuto per superare il momentaccio, che lo avrebbe indebolito, magari portando alla fine anticipata della legislatura regionale. LEGGI Larghe intese alla Regione, Laura Cartaginese ha ri-«collocato» Zingaretti e Vincenzi in una botte di ferro .

Ne è passata di acqua sotto i ponti. E, nonostante ulteriori episodi che in questi anni ne hanno delineato le ambiguità, Lauretta Cartaginese sembra intenzionata a riprovarci alle elezioni regionali di febbraio 2023, al momento ancora con il Cdx. Così, con largo anticipo, ha blindato la sua candidatura nella lista della Lega in coppia con Giuseppe Cangemi detto «Pino», per entrambi un passato in Forza Italia ma anche un lungo posizionamento in quella zona grigia che alla Pisana ha tenuto in piedi il centrosinistra zingarettiano, nel 2018 uscito dalle urne senza una maggioranza qualificata a governare.

Campioni di trasformismo, dicono di loro i numerosi detrattori. Soprattutto Cartaginese sarebbe stata capace di passare sottotraccia da un lato all’altro della barricata politica con estrema nonchalance. Nel tempo si è scritto di una sua vicinanza ai renziani di Italia Viva, perfino di un possibile trasloco nella lista di Daniele Leodori, in predicato di fare il candidato presidente del «campo largo», in alleanza quindi con il M5S. LEGGI Laura Cartaginese tentata dalle sirene renziane? In Regione manovre e cambi di casacche all’orizzonte. È una più che confusa, direbbe di lei qualcuno. Invece no. Cartaginese è forte, soprattutto, del suo partito trasversale e personale costruito in alcuni Comuni della provincia di Roma. Giovedì 20 ottobre, alla Pisana, in occasione del lancio della sua ri-candidatura in coppia con Cangemi e alla presenza del numero uno leghista del Lazio Claudio Durigon, ha infatti voluto accanto a sé «gli amici». Giunti anche da Guidonia Montecelio per le celebrazioni di rito.

Tra il pubblico, si è fatto subito notare l’ex sindaco Eligio Rubeis. Politicamente vicino al Carroccio ma localmente schierato coi civici, Rubeis è arrivato in compagnia di mezza lista «Città Nuova», nella componente di Veruska Sirimarco (seconda dei non eletti), Anna Mari e Andrea Mazza, rispettivamente assessore all’Urbanistica e consigliere comunale. Assenti invece Arianna Cacioni e Michele Venturiello. Tra i co-fondatori della lista che a giugno contribuì all’affermazione elettorale del sindaco civico Mauro Lombardo, i due consiglieri potrebbero aver dato forfait o semplicemente non essere stati invitati. C’è chi è pronto a giurare che non appoggeranno Cartaginese alle elezioni regionali e nemmeno sosteranno la Lega, rumors di sottofondo raccontano di un avvicinamento a Fratelli d’Italia, il partito che nelle urne è pronto a schierare un big come Marco Bertucci. 

Non solo civici. Del partito personale (e trasversale) di Lauretta Cartaginese fanno parte, inoltre, pezzi rilevanti del Carroccio guidoniano. Solo qualche mese fa schierati nel Cdx a sostegno della candidatura a sindaco di Alfonso Masini (alternativa alla compagine civica). Arrivando in massa alla Pisana, si sono fatti vedere Anna Di Tella, di verde vestita e seduta a fianco di Rubeis, l’avvocato Daniele Fabi (vicino all’ex sindaco facente funzioni Andrea Di Palma sotto processo per corruzione), l’ingegnere Maurizio Lotti rimasto in posizione più defilata forse per non far notare l’assenza della Lega ufficiale, rappresentata dal coordinatore cittadino Alessandro Messa e dell’intero direttivo.  

Le parole di Cartaginese

All’apice del controsenso e delle contraddizioni, proprio lei che contribuì alla salvezza di Nicola Zingaretti non votando la mozione di sfiducia che ne avrebbe decretato la fine anticipata, ora dice «abbiamo l’opportunità di mettere la parola fine a dieci anni di malgoverno targato Pd e contrassegnato dai ripetuti fallimenti della giunta Zingaretti». Dopo essere stata a un passo dal cambiare casacca e barricata, soprattutto all’esito del voto politico che ha fatto capire l’aria che tira, Laura Cartaginese sembra dunque stabilmente allineata con la Lega e il Cdx. Se però, da qui a qualche settimana, il vento nel Lazio soffiasse in altre direzioni, non si escludono colpi di scena a clamorosi riposizionamenti della signora del «collocato» (e di conseguenza del suo partito personale). 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

1Commento
  • Silvano micozzi

    Dopo la fregatura che mi ha dato Lombardo riportando ilPD in giunta eccone un’altra che farebbe invidia a Vanna marchi 😡😡😡

    Ottobre 29, 2022

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