GUIDONIA – Molto più del terzo incomodo, nella contesa elettorale che volge al termine, Mauro Lombardo ha occupato lo spazio che spera lo porti dritto al ballottaggio. Il candidato sindaco del Nuovo Polo Civico può essere la sorpresa nelle urne di domenica 12 giugno? Gli osservatori della politica guidoniana, sommano più di qualche motivo che potrebbe far pendere l’ago della bilancia dalla parte dell’avvocato 50enne, amministrativista e manager pubblico, un passato remoto nella destra di Alleanza Nazionale prima e nel Pdl (Popolo delle Lobertà) poi. Nel gioco delle previsioni su come andrà a finire, il suo caso viene accostato al più clamoroso delle storia delle elezioni comunali dopo l’introduzione dell’elezione diretta del sindaco (nel 1993): quello che nel 2011 ribaltò le previsioni della vigilia e a Napoli portò al ballottaggio il civico Luigi De Magistris al posto del candidato favorito della coalizione di centrosinistra. Nonostante le liste che lo sostenevano al primo turno elettorale sommarono complessivamente meno consensi, l’ex magistrato bruciò il rivale sul filo di lana con i voti disgiunti espressi sul sindaco dagli stessi elettori progressisti e dalla sinistra napoletana, all’epoca caratterizzata da una guerra feroce tra capi corrente. Una situazione specularmente simile a quella della destra guidoniana che esprime un candidato, Alfonso Masini, arrivato dalla società civile, niente politica consumata sul campo, un moderato con poco appeal per un elettorato più marcatamente di destra, che meglio potrebbe riconoscersi in Mauro Lombardo per valori, storia e idealità. 

C’è poi un secondo fattore che potrebbe giocargli a favore: Mauro Lombardo è stato l’unico a raccontare capillarmente agli elettori i fallimenti dell’amministrazione uscente formata dal Pd e dal M5S, scendendo in campo con largo anticipo, quando ancora nelle altre case della politica e dei partiti i lavori erano in corso. Per due mesi ha battuto la città palmo a palmo, parlando «contro» i 5Stelle e l’amministrazione fallimentare che i cittadini si ritroverebbero a subire in caso di vittoria del centrosinistra. L’unico ad essere entrato nelle lacune, nei disservizi, nelle contraddizioni di un Comune ingessato per 5 anni, calandosi nell’arena dei mercati rionali, delle strade e piazze, senza attenersi al copioncino scritto sulle sole cose da fare usato dai suoi competitor, secondo una pratica che tende ad annullare le differenze tra proposte politiche e fa il gioco di chi ha la necessità di stendere un velo pietoso su anni di amministrazione dannosa.

Una strategia concordata tra centrodestra e centrosinistra per impedire interferenze, una partita decisa a tavolino per anestetizzare la campagna elettorale e portarsi vicendevolmente al ballottaggio. È ormai chiaro che il gioco di sponda c’è stato, Alfonso Masini, per la sua indole di burocrate prestato alla politica, non ha speso una parola contro lo scempio dei 5Stelle al Comune di Guidonia Montecelio, Alberto Cuccuru è espressione di chi lo scempio lo ha fatto ed ereditato nell’ultima fase dell’amministrazione e andava messo al riparo dal racconto dei fatti nella loro cruda essenza. Un duetto ben orchestrato, come ho avuto modo di scrivere.

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Lombardo ha organizzato una campagna elettorale molto strutturata sul programma senza sottrarsi all’obbligo della critica per marcare le differenze con gli avversari. Questi aspetti, sono stati i principali su cui il civico ha puntato per cercare di convincere i guidoniani, avendo dalla sua una indubbia competenza in materia di pubblica amministrazione con cui trasformare il programma in linee programmatiche di governo una volta eletto sindaco. Ha scommesso su 2/3 dei consiglieri comunali uscenti che in questi anni hanno fatto una dura opposizione a Michel Barbet, portando in squadra Arianna Cacioni e Paola De Dominicis, convinte a sostenerlo seppure da fronti di provenienza politica differenti. Ha costruito una squadra con 7 liste e 161 candidati (il doppio degli avversari inizialmente accreditati a proseguire il cammino elettorale dopo il 12 giugno), pronti all’ultimo sprint per portarlo al ballottaggio battendo nelle urne il debole candidato di Pd e M5S.

Ma il civico scommette molto anche sul voto d’opinione alla sua persona, a fronte di scelte concrete fatte durante la lunga e vissuta campagna elettorale. A questo punto, dopo settimane di affetto diffuso percepito intorno a sé, una apertura che ha portato nella ex Pinetina «500 persone», Lombardo chiede agli elettori che facciano la differenza: portandolo al ballottaggio. Spera nelle sue idee e nel progetto che in questi anni ha costruito e raccontato. Domenica è la prova del 9. Ma buttando un occhio alla piazza di ieri, con Nicola Zingaretti, Cuccuru e tutto l’apparato regionale di Pd e M5S presente al gran completo, forse neanche serve sbilanciarsi troppo in previsioni.

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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