GUIDONIA – Dalla foto del «pizzino» scambiato con Salvatore Buzzi a quella coi grillini sorridenti e in posa, che sognano la rielezione e di mantenersi la poltrona.
Sta in questo scatto fatto domenica 4 giugno a Colleverde l’ essenza del cambiamento radicale, non solo dal fronte movimentista. Solo 5 anni fa – elezioni del 2017 –  la «diversità» grillina avrebbe messo il nome di Marco Vincenzi (uomo di punta dei dem e presidente del consiglio regionale) nella black list degli impresentabili, oggi lo osanna riconoscendogli il ruolo di main sponsor della campagna elettorale progressista, che nella terza città della regione candida Alberto Cuccuru a fare il sindaco. D’altro canto, lo stesso Vincenzi, ha dimenticato in fretta i metodi manettari e forcaioli di chi oggi lo stringe in un abbraccio interessato, che solo 5 anni fa lo avrebbe rinchiuso e buttato via le chiavi.
Certo, va sottolineato con decisione che Vincenzi è uscito pulito dall’inchiesta di Mafia Capitale, dopo essere stato sottoposto ad indagini in uno dei filoni riguardanti un finanziamento sospetto di 600mila euro, e un suo incontro con il ras delle coop rosse Salvatore Buzzi, poi condannato in via definitiva per reati di corruzione.
Di quella inchiesta rimane la foto del «pizzino» che Buzzi consegna a Marco Vincenzi nel parcheggio di un ristorante di Tivoli. Lo scatto risale al 2014, ferma il tempo e cristallizza una frequentazione che avrebbe creato ai grillini di ieri forti imbarazzi. La foto al gazebo grillino, condivisa orgogliosamente sui social, è la prova invece che la «diversità» rivendicata dai 5Stelle rispetto alla questione morale ha retto giusto gli anni della consiliatura. È rimasto il legalismo, ancora usato come arma di attacco politico contro gli avversari (anche quando non serve), ormai un cliché privo di significato e originalità, a cui non crede nessuno e a cui non si deve badare troppo: per essere credibili, i grillini, il termometro del legalismo dovrebbero misurarlo prima di tutto su sé stessi.
Consegnata alla storia un’idea, un progetto, che mai avrebbero consentito la foto al banchetto con un ex frequentare di Salvatore Buzzi, l’attualità della campagna elettorale, più in generale degli ultimi fatti della politica marcata Pd e M5S, ci rimanda una squadra di consiglieri uscenti (e ricandidati) attaccata al potere come non mai, che ha imparato a guardare al consiglio comunale come a un posto di lavoro. In questo 2022, a Guidonia Montecelio, si chiude davvero il cerchio aperto dai grillini nel 2014 con l’entrata in scena di Giuliano Santoboni e Sebastiano Cubeddu, tra i tanti sconosciuti accomodati nell’establisment che volevano combattere e abbattere, ora difeso con le unghie e con i denti: sono bastati il gettone di presenza e uno stipendio da parlamentare a cambiare tutto.
AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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