Elezioni amministrative, metà degli scrutatori “scelti” dai candidati Cacciamani (Fi) e De Dominicis (Pd)
GUIDONIA MONTECELIO – Forse non tutti sanno che dal 2006 è uscita di scena la buona pratica del sorteggio per affidare l’incarico di scrutatore, oggi tali figure vengono semplicemente nominate all’unanimità dalla commissione elettorale presente nell’ ente comunale, della quale fanno parte consiglieri comunali. Tre anni fa, con una maggioranza uscente, la designazione avveniva per quote (e secondo una regola non scritta ma tacitamente accettata da tutti), in modo che ogni partito in base alla rappresentanza (e quindi ai voti ottenuti), in ordine decrescente, rivendicasse (ottenendolo) un tot numero di scrutatori da individuare tra i “propri” elettori iscritti nell’albo comunale per la costituzione degli uffici elettorali di sezione, un metodo spartitorio applicato nella migliore tradizione del Manuale Cencelli, secondo logiche lottizzatorie fin troppo radicate.
Una “regola” non scritta che metteva tutti d’accordo, accontentando per di più i riferimenti elettorali di ciascun consigliere con un lavoro straordinario e ben remunerato. Stavolta però, in assenza di una maggioranza uscente che metta in scala le quote spettanti a ciascun partito (e ai consiglieri più votati all’interno di quel partito) la regola non scritta ha portato all’adozione di una variante nella pratica di individuazione, metà degli scrutatori è stata sorteggiata, parrebbe nell’ambito della stessa commissione elettorale (della quale fa parte in sostituzione del sindaco anche il commissario prefettizio), l’altra metà è stata invece scelta dai consiglieri membri della medesima commissione, Augusto Cacciamani, candidato in Forza Italia e Paola De Dominicis nel Pd, ovviamente con il beneplacito di tutti.
Ora, ciascuno scrutatore è considerato, per ogni effetto di legge, un pubblico ufficiale che svolge lavoro delicato durante l’esercizio delle sue funzioni, rischiando in caso di abusi e manomissioni di incorrere in reati come l’abuso d’ufficio, la concussione, la corruzione, il peculato d’uso e la omissione d’atti d’ufficio, oltre ai reati specifici contemplati dalla normativa elettorali, gli scrutatori devono vigilare sulla regolarità delle operazioni di voto, anche se con la nuova norma sono pur sempre messi lì da qualcuno (dalla politica) che dovrà richiamarli la volta successiva. Diverso è il discorso per i presidenti di seggio, convocati dalle Corti d’Appello, in subordine, in caso di rinuncia e nella condizione di Guidonia, dal commissario prefettizio. Le nomine stanno avvenendo in questi giorni, ed è già di dominio pubblico che in taluni seggi ritenuti strategici dalla politica locale, saranno presenti gli stessi presidenti di tre anni fa, sembrerebbe essere il caso de La Botte.