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Lug 2020
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È il tempo dell’inganno, sul Tmb dell’Inviolata Zarro attacca duro i 5Stelle: «Mentitori seriali»
– di Claudio Zarro –
VOGLIO iniziare questo mio commento alla situazione attuale che sta vivendo la mia città sul Tmb, con una frase famosa attribuita a George Orwell, uno dei più importanti scrittori (ma è riduttivo) del ventesimo secolo. La frase in questione voglio utilizzarla per raccontare le inesattezze dei politici locali e regionali del M5sS in questo periodo. A forza di spararsi selfie e fare post autocelebrativi, hanno dimenticato di raccontare la verità ai cittadini.
Inesattezza numero 1): In un post in cui il sindaco si ritrae in foto in compagnia dell’onnipresente Cocchiarella, dell’assessore e vicesindaco Chiara Amati, dell’ex capogruppo Santoboni e del consigliere regionale M5S Novelli e del doppio portavoce (di Novelli appunto e del Sindaco Barbet), Perrone, si riporta quanto segue: “« …Faremo tutto il possibile per scongiurare la riapertura del Tmb».
Balza all’occhio subito «la riapertura». Ma perché quando mai é stato aperto il Tmb? Mai. Puntualmente una moltitudine di cittadini glielo fa notare e poche ore dopo il post viene modificato (potete vedere la foto in allegato con la cronologia e gli orari delle modifiche). Ma continuiamo: nel post si parla di definire una strategia politica in vista del Piano Rifiuti Regionali. Andando a leggere tra i commenti, nelle interlocuzioni con il collega Cacciatore (l’unico finora onesto e preciso nel raccontare ciò che è successo): Novelli parla di riconversione e delocalizzazione. Ma come? Il Movimento 5 Stelle a Guidonia ha sempre fatto del «No al Tmb» un suo argomento principe ed ora sta lavorando ad una strategia politica in Regione su altri obiettivi che comunque ne prevedono l’apertura? Riconversione e delocalizzazione, fumo negli occhi, quindi, per tutti coloro che hanno votato il M5S nel 2017 o per chi veramente ci credeva come il sottoscritto. Ah, a proposito, a febbraio 2020 portai una mozione in seno al consiglio comunale sulla questione Tmb, prontamente respinta.
La verità sta nel dire che quando il collega Cacciatore era ancora nel M5S regionale, fu invitato a ritirare un suo emendamento che proponeva per Roma un Ato a sé e ne lasciava un altro per la Provincia di Roma. Cacciatore ha abbandonato il M5S regionale perché nel suo gruppo consiliare, come ammette lo stesso consigliere, sono stati fatti più calcoli elettorali, che tutela reale dei territori ed è stata lasciata totale libertà sul tema nelle votazioni regionali ai consiglieri pentastellati. Morale della favola? Gli emendamenti non sono stati votati ed è stato messo il pallone in calcio d’angolo. In pratica, invece di esaminare gli emendamenti in commissione, li si è volutamente mandati in aula, dove varranno molto più le dinamiche partitiche. L’ambiente? A parole. La tutela dei territori? Anche quella. Perché valgono molto di più le logiche elettorali (ricordiamo che tra un anno a Roma si vota), piuttosto che tutelare centinaia di migliaia di cittadini inermi. La questione Tmb è importantissima sul nostro territorio e io sono il primo a voler recitare un ruolo, seppur minuscolo, in questa diatriba. So che qualcuno mi prenderà per pazzo, magari sopratutto chi legge, ma è con la forza della verità oggettiva che si combattono le battaglie, non con le menzogne seriali.
Al giorno d’oggi, raccontare la verità è un qualcosa di rivoluzionario. E raccontarla e provare a combatterla una cosa del genere. Come? La domanda se la pone chi legge, La risposta, l’unica possibile, è facendo leva sulla più forte delle forze non ancora in gioco: l’opinione pubblica. Tempo fa lessi in un articolo de Il Sole 24 ore che vi è una correlazione direttamente proporzionale tra l’installazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti, la localizzazione di discariche nelle vicinanze e quei territori che hanno minore reazione sociale a questi eventi. Un tuffo al cuore mi pervase quando appresi i contenuti di quell’articolo, che però mi fece capire come Guidonia Montecelio abbia bisogno di persone che mettano il bene comune, l’interesse collettivo al di sopra di quello personale. Si può ancora fare ed è ancora percorribile questa strada, seppur chi l’ha battuta ha tradito tutte le promesse.
E’ per questo che ad inizio agosto cercherò di mobilitare quanta più gente possibile per evitare tutto ciò. Coinvolgendo coloro i quali finora si sono spesi senza logiche partitiche su questi temi (associazionismo, personaggi del mondo dello spettacolo, Cra, ecc). È stato fatto tanto in questi anni da singoli soggetti, ma pochissimo dall’ente comunale, che è mancato totalmente nei dialoghi sovracomunali e nel far valere il ruolo di città di quasi 100.000.abitanti. E qui veniamo alla seconda mossa che intendo fare: sollecitare una lobby importantissima. In realtà non so neanche se definirla così, ma so che nel 2023 (è stata rinviata di un anno), si svolgerà la Ryder Cup nel nostro territorio e che le personalità coinvolte sono molte ed influenti. Un evento che porteraà tra le 500.000 e le 800.000 persone ad insistere in un periodo pressoché di un mese nel nostro comune, zona Marco Simone. Gente come Montali, il Presidente del Coni Malagò, quello della Federgolf Chimenti, intendono dare un’immagine dell’Italia nel mondo, con un’aroma di immondizia sullo sfondo? Io non credo, non credo proprio. E intendo smuovere e sollecitare le anime e le coscienze di queste personalità pubbliche affinché comprendano in questo caso che promozione dello sport e tutela del territorio devono inevitabilmente questa volta andare di pari passo.
È una battaglia per la quale intendo spendermi e sulla quale sono stato finora l’unico esponente locale a dire la sua. Qualcuno nell’ultimo consiglio comunale mi ha additato come un avvoltoio elettorale: no, assolutamente. Io non rispondo a nessuna logica superiore, né ho personalità che mi dicono ciò che devo fare. E rispondo, seppur rischiando, ad un unico concetto: quello della coerenza. Il tempo ci dirà cosa succederà: quello che so è che raccontare la verità in tempi come questi, è un atto veramente rivoluzionario. Battersi per la verità e per le persone che vivono un luogo, lo è ancora di più. Con la possibilità e la consapevolezza, magari, di uscirne anche sconfitti o scottati. Ma poter dire, un domani, di averci, almeno, provato.