TIVOLI – Sembrava uno scherzo e invece è tutto vero. Il lichene dopo il raddoppio ferroviario tra Tivoli e Guidonia blocca adesso la bonifica degli ex polverifici Stacchini di Tivoli Terme. Tutto rimandato a prima dell’estate e quindi a settembre e ottobre se va bene. La Regione Lazio ha fermato la rimozione di tonnellate di rifiuti, spesso oggetto di incendi dolosi e roghi tossici, con la motivazione che la natura deve fare il suo corso. Ad aprile, infatti, è attesa «la fioritura dei licheni». Tra la «monnezza», la flora sopravvive e, quella in particolare, solo in primavera si manifesta, a vantaggio degli esperti pronti a studiare le biodiversità di una discarica.

Una storia davvero singolare. Cominciata con la scelta regionale di comprendere i 40 ettari della proprietà dell’ex Stacchini nel  Sic (Sito d’interesse comunitario) estendendo il vincolo già previsto su un’area ampia trasformata nella Zona speciale di conservazione (ZSC) dei Travertini Acque Albule (Bagni di Tivoli), gestita da qualche mese dall’Ente Parco regionale dei Monti Lucretili.

Il 18 febbraio 2021, la Regione e/o l’Ente Parco hanno fermato le procedure di bonifica già decise. Il perché lo spiega il capogruppo del Partito democratico alla Pisana Marco Vincenzi in alcune dichiarazioni: «Produrre una valutazione di incidenza relativa alle attività proposte di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti […] per una rimappatura degli habitat vegetativi, ma, date le loro specificità, tale rilevazione potrà essere effettuata solo quando i licheni saranno fioriti e quindi completamente visibili».

Non è chiaro se negli intenti di «ripristinare la naturalità e l’integrità dei luoghi» per cui è richiesta, come spiega Vincenzi, «capacità di analisi dei luoghi, studi approfonditi sulle loro caratteristiche naturali, individuazione e rilevamento dei singoli elementi ambientali, competenza e professionalità nell’approcciare fin dall’inizio anche le apparentemente semplici pulizia e bonifica dai rifiuti», la Regione Lazio e i Lucretili abbiano affidato un lavoro di consulenza agli esperti botanici che da anni si occupano delle biodiversità dell’area: indagheremo.

Per la Regine Lazio,  è al momento quindi una priorità stabilire l’effettiva estensione dell’habitat protetto da vincolo comunitario, attraverso l’elemento della presenza del lichene fiorito. Per questo, le attività di pulizia del soprassuolo, avrebbero potuto costituire «un disturbo con alta interferenza nell’individuazione di vulnerabilità e criticità del piano di gestione della zona di conservazione delle aree ex Stacchini. Perciò le attività di pulizia andavano «posticipate ad una nuova campagna di riscontro da effettuare in loco a partire dal mese di aprile».

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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