GUIDONIA – Lo scopo del concorso sulla Toponomastica a premi era l’intitolazione di una strada, piazza, slargo a una donna «cancellata» dalla storia. Del resto, Rosaria Morroi, assessore dem alla Cultura e pubblica istruzione, lo aveva spiegato (e scritto) sulla sua pagina Facebook lo scorso 2 marzo annunciando le iniziative in cantiere per la festa della donna: «Sempre per questa giornata abbiamo concluso il contest lanciato alle scuole che in questi mesi hanno prodotto alcuni elaborati dedicati a donne meno conosciute ma meritevoli di attenzione. Conclusi gli accertamenti burocratici, verrà intitolata a breve una via della nostra Città alla donna protagonista dell’elaborato vincitore». Il contest si è concluso ieri (martedì 8 marzo) con gli esiti che abbiamo raccontato. È finita che è stato premiato il secondo migliore elaborato, per via dell’eliminazione del primo classificato che proponeva l’ intitolazione a Maria Bergamas, la madre del Milite Ignoto considerata troppo compromessa con il Ventennio fascista (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Toponomastica, concorso a scuola, «squalificata» la madre del Milite Ignoto: fa troppo Ventenni0).

La Sala della Cultura

A 24 ore dalla conclusione del concorso ci si aspettava, dunque, l’individuazione di una via, vicolo, piazza o slargo da intitolare a Rosina Ferrario, risultata la seconda migliore «donna dimenticata d’Italia», aviatrice agli inizi del ‘900 del secolo scorso. Ma Morroi e Maurizio Celani, il presidente della commissione Toponomastica del Comune di Guidonia Montecelio, co-produttore del concorso, devono averci ripensato. Annunciando (la Morroi ancora su Facebook) che ad essere intitolata alla Ferrario sarà «la Sala della Cultura del nostro comune restituendo così agli onori della storia una donna che, in quanto donna, non è stata fatta figurare tra i pionieri del volo così come invece è stato oggettivamente appurato e scritto dalla bravissima Karina Alexandra Asmarandi alunna dell’IC E.De Filippo di Villanova». Contravvenendo così lo scopo del concorso, il cui esito in questa fase deve coinvolgere la Prefettura, organismo a cui la legge delega l’ultima parola sulla denominazione di nuove strade e piazze pubbliche, luoghi pubblici e aperti al pubblico. Da una strada alla Sala della Cultura, un ripensamento, comunque, che denota confusione e pressappochismo.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

Nessun Commento

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.