GUIDONIA – Mille pezzi sono arrivati dalla comunità cinese. Consegnati all’assessore ai Servizi sociali Davide Russo che li aveva richiesti con una lettera appello. Tremilacinquecento mascherine (di cui 3.000 chirurgiche e 500 professionali) sono state acquistate direttamente dal Comune di Guidonia Montecelio per il proprio personale da due farmacie cittadine con un impegno di spesa di 9.500 euro. I dispositivi di protezione individuale (Dpi) sono indispensabili per riparare dal contagio quanti lottano in prima linea, medici e paramedici, personale sanitario, forze dell’ordine. Dopo la brutta figura della distribuzione ai comuni del Lazio di 450.000 mascherine «bugs bunny» o carta igienica, 10.000 solo a Guidonia Montecelio, il 31 marzo la Regione Lazio ha aggiustato il tiro e annunciato l’acquisto di un milione di pezzi professionali. Si tratta di moduli FFp2 e FFp3  destinati al personale degli ospedali, ai medici di famiglia ai pediatri di libera professione, categoria che nell’intera penisola ha contato, sul campo della guerra al virus, troppe vittime.

Le mascherine però non sono mai abbastanza, se usate correttamente vanno sostituite ogni 8/9 ore, per questo diventa indispensabile averne disponibili il maggior numero. Anche i 228 pezzi sequestrati  lo scorso 14 marzo dalla GdF in una farmacia di Setteville che le vendeva a prezzi decisamente fuori mercato per garantirsi un indebito profitto, questa è almeno l’accusa mossa dalla Procura della Repubblica di Tivoli verso i presunti responsabili. Le mascherine però restano sotto sequestro, sottratte al loro necessario utilizzo di proteggere dal contagio medici e personale sanitario. Per questo il consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio Giovanna Ammaturo lancia un appello al sindaco Michel Barbet  perché intervenga presso il Procuratore di Tivoli Francesco Menditto ottenendone il dissequestro.

«In momenti di quarantena sono tante le categorie sociali che hanno difficoltà non solo economiche. Le mascherine non si trovano – scrive Ammaturo – non le hanno neanche i sanitari. Ho provato ad interessare l’assessore Russo per offrire a tanti, troppe volte soli e senza opportunità questa piccola goccia d’acqua. Considerata la carenza di questi i dispositivi è un gesto di intelligenza e di attenzione».

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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