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Feb 2021
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«Con le Cave un enorme contenzioso che strozza i bilanci». Un obbligo intervenire. Parla Elisa Strani – Guidonia
GUIDONIA – La questione tiene banco da settimane. È la richiesta di conciliazione sul contenzioso tributario (tra Cave e Comune di Guidonia Montecelio) avanzata dal Centro per la valorizzazione del Travertino (Cvtr), la società consortile (consorzio) che raggruppa le aziende estrattive del distretto industriale di Tivoli e Guidonia. Una proposta che mira a ripristinare una situazione di legittimità, nell’interesse del Comune. Le società estrattive, con la richiesta di conciliazione, non pretendono nessuno sconto, chiedono invece all’Ente di valutare se dare attuazione all’orientamento della Cassazione, ormai pacifico, secondo il quale nella determinazione della base imponibile delle aree estrattive ai fini del prelievo exIci Imu la Tre Esse Italia, l’agente della riscossione territoriale, ha richiesto somme ritenute incongrue dalla Suprema Corte in nove sentenze, due delle quali recentissime (gennaio 2021). La questione è però particolarmente calda sul fronte politico. Soprattutto all’interno del M5Stelle dove le sensibilità in tema di cave sono diverse e diversificate. Ne abbiamo parlato con l’assessore (e avvocato) Elisa Strani, che tra le deleghe di competenza annovera quella alle Attività estrattive.
Assessore, le imprese del distretto industriale del Travertino Romano hanno avanzato al Comune una proposta di conciliazione sul debito tributario relativo almeno agli ultimi 14 anni, qual è l’indirizzo della giunta di cui fa parte, proverete a condurre in porto una transazione?
«La giunta sta lavorando su più fronti, anche su quello della transazione, proprio per cercare di risolvere questo enorme contenzioso che da troppi anni ormai sta strozzando i nostri bilanci. Parliamo di tantissimi giudizi a cui sono legate ingenti somme. Fintanto che perdurano i contenziosi queste somme sono solo presunte e non si possono utilizzare per erogare servizi ai cittadini. A questo ammanco si devono poi aggiungere gli ulteriori importi che l’Ente tutti gli anni deve accantonare per sostenere le spese per difendersi nei numerosi giudizi. E’ giunto il momento in cui tutti questi soldi siano resi finalmente reali e restituiti alla città, soprattutto ora che ne ha un gran bisogno, essendo un ente in predissesto e che sta affrontando con enormi difficoltà la pandemia mondiale. Sono trascorsi ormai troppi anni senza che si sia fatto nulla per porre fine a quello che è uno dei più grandi contenziosi dell’ente, e che inesorabilmente ogni anno cresce sia in termini di nuovi giudizi, sia di soldi mancanti a discapito dell’Ente e dei cittadini, e che, se non si prendono provvedimenti, non vi è alcuna possibilità che possa terminare».
Lei è anche un avvocato, vorrebbe provare a spiegare chiaramente, e fuori dai tecnicismi, perché una transazione non è una sanatoria del debito tributario, uno sconto come impropriamente si usa dire, ma il modo per l’Ente di ottenere una valutazione massima del credito prima che l’autorità giudiziaria intervenga con una rivalutazione a prezzo anche inferiore che potrebbe procurare un danno erariale?.
«L’Amministrazione non ha alcuna intenzione di fare sconti, né al comparto del settore estrattivo né a nessun altro. La transazione, o meglio la conciliazione giudiziale, è un istituto giuridico previsto e normato dal nostro ordinamento ed è per questo del tutto legittimo. E laddove ciò si realizzi, operando all’interno di una pubblica amministrazione, sarà imprescindibile per l’Ente raggiungere il maggior beneficio, rispettando in primis i numerosi vincoli di bilancio, e poi garantendo l’ingresso in bilancio della massima somma possibile. Non ci dimentichiamo che l’eventuale transazione, nella totale trasparenza dell’azione amministrativa, dovrà passare numerosissimi vagli tecnici e contabili degli organi preposti e che, insieme alla giunta, monitoreranno costantemente i lavori, affinchè sia assicurato il superiore interesse pubblico».
Immagino che abbia chiara la situazione che si è venuta a determinare negli anni con un valore venale sovrastimato delle aree industriali estrattive ai fini del prelievo Imu/Ici, ormai l’indirizzo della Cassazione sembra consolidato. Qualora non riusciate a concludere la transazione sul contenzioso, qual e il piano B dell’amministrazione a tutela dell’Ente?
«Sono per lo meno 14 anni che tutti tentano inutilmente di trovare il piano b, noi ci stiamo concentrando sull’unica e vera soluzione sensata a questa storia che ha messo in ginocchio la nostra città. Qualora non si riuscisse a chiudere la transazione intraprenderemo strade alternative sempre rivolte a massimizzare il benefico dell’ente e il benessere dei cittadini di Guidonia Montecelio».
Quel che appare agli osservatori della politica è un pregiudizio di natura ideologica dei 5Stelle di governo verso la categoria delle cave, lei che ne pensa?
«Da quando mi occupo delle attività estrattive ho sempre cercato di operare, così come ho sempre fatto per tutti gli altri settori a me delegati, per la risoluzione veloce e corretta delle varie criticità, guidata dal buon senso e dalle norme e mai dal pregiudizio. La politica deve essere al servizio dei cittadini e del bene pubblico, e in un momento critico, come quello che sta attraversando il nostro comune e il paese intero, diventa più che mai importante accantonare gli interessi di partito e pensare a ciò che è giusto fare per le persone».