GUIDONIA – Emorragia di personale, tra il 2019 e l’inizio del 2020 sarebbero una settantina i dipendenti comunali in uscita su poco più di 350 unità lavorative. Tra quota 100 e normale procedura di chi ha maturato i requisiti per la pensione, è questa la stima fatta a spanne negli uffici, dove la preoccupazione per un fabbisogno occupazionale già oggi insufficiente a garantire i servizi essenziali è palpabile. A destare allarme è sopratutto l’assenza di una programmazione a media e lunga scadenza che individui modalità e mezzi per tarare la giusta forza lavoro, c’è poca fiducia nella capacità dell’indirizzo politico di individuare soluzioni, anche sulla scorta di una gestione complessiva del personale dell’Ente che in un anno si è distinta per gaffes, procedure di assunzione di dubbia legittimità, interpretazione estensiva delle norme, assenza di una pianificazione utile a garantire il ricambio generazionale.

Mancano le truppe, si lascia andare qualche bene informato,  per spiegare come l’amministrazione si sia mostrata più interessata all’attribuzione di incarichi di vertice che a stimare le esigenze degli uffici dove già mancano i dipendenti e i servizi restano scoperti. Intanto ieri sul portale istituzionale è miracolosamente comparso il decreto sindacale del 21 gennaio scorso che trasferisce l’interim delle deleghe dell’area VIII, Servizi sociali, Sport , Cultura e Istruzione al neodirigente amministrativo Carola Pasquali, revocandole contestualmente, e prima del tempo, al funzionario con posizione organizzativa Antonio Capitano, nominato nel novembre del 2018 per una durata non superiore a sei mesi (leggi anche illegittimi i decreti di nomina dirigenziale).

Ma i malumori nel palazzo alimentano anche sulle nomine dei troppi dirigenti a tempo determinato. Sono tre, Domenico Nardi, Rocco Olivadese e Paolo Cestra, i dirigenti contrattualizzati a seguito di una selezione ex articolo 110 del decreto legislativo 267 del 2000 richiamato il comma 1, tutti in pianta organica e in violazione dello stesso articolo di legge che fissa una quota «comunque in misura non superiore al 30 per cento dei posti istituiti nella dotazione organica della medesima qualifica». L’ultima rideterminazione della dotazione organica reperibile sul sito istituzionale è del giugno del 2017. La delibera del commissario prefettizio ridefiniva le unità di personale per dare attuazione al piano di riequilibrio finanziario, fotografando nei ruoli di vertice 11 unità di personale, quota scesa a 10 dopo le dimissioni di Gilberto Pucci.

In questo anno e mezzo, l’amministrazione 5Stelle è poi ricorsa alla scorrimento di graduatorie vecchie anche di 10 anni per rimpinguare la dotazione organica. Nonostante la legge tecnicamente disponga in via generale una validità triennale per le tutte le graduatorie, e in deroga alle norme che ne annullano la efficacia in seguito alla rideterminazione della dotazione organica, la giunta penstastellata ha ritenuto di non dovere procedere con l’apertura di nuovi concorsi. Anche per i limiti imposti agli enti locali, è il caso del Comune di Guidonia Montecelio, che aderiscono al piano di riequilibrio finanziario previsto dall’articolo 243 bis del d.lgs del 267/2000 e che rappresentano un ostacolo reale verso nuove e massicce assunzioni, soprattutto sugli strumenti attraverso cui determinarle. La scelta operata dal commissario prefettizio nel 2016, non per tutti necessaria, di sottoporre l’Ente ai lacciuoli di una norma così stringente potrebbe insomma trasformarsi in una boomerang per i 5Stelle. Si attendono mesi difficili.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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