Da settimane, con pedissequa osservanza, un noto tribuno più social che plebeo, richiama soggetti non meglio identificati a “un impegno d’Onore che vale più di ogni altra cosa”, contestualmente ripropone (con cadenza ossessiva) la medesima griglia (con tanto di immagini) dei partiti di destra che dovrebbero appoggiare il candidato sindaco ideale per fare di Guidonia “una città del ventunesimo secolo”, parole sue. Il profilo calzerebbe a pennello ad Alessandro Messa, il giovane esponente di Fratelli d’Italia, aspirante leader di una coalizione allargata a Forza Italia e a un paio di civiche forti, proprio come nella griglia del tribuno. Qualcuno ha detto che dove finisce la politica inizia la chiromanzia, potrebbe essere questo il caso, resta da divinare chi ha stretto “il patto d’Onore” e con chi. Con ordine. I pretoriani di Giorgia Meloni sono pronti a farne materia di scontro a qualunque livello: l’investitura su Guidonia Montecelio va a uno dei nostri. Alessandro Messa, a quanto si apprende. Nonostante metà del partito locale sia saldamente nelle redini di Marco Bertucci tutt’altro che d’accordo (ovviamente).

Una posizione che sul tavolo nazionale delle spartizioni (Cerreto a me, Frascati a te e via discorrendo) non avrebbe trovato particolare argine tra i partiti del centro destra, in Forza Italia in particolare. Del resto anche a livello locale, fino a qualche settimana fa, la rassegnazione davanti all’ineludibile prevaleva su altre ipotesi, in fondo Messa è (anche) la scelta di Rubeis, più volte evocata e mai smentita dall’interessato. Certo, una soluzione divisoria, indigesta a due terzi del partito berlusconiano, ma tant’é. La stampa accreditata, ancora in queste ore, a margine della riunione interna tra dirigenti ed ex consiglieri azzurri andata in onda alla Pisana, scrive di rumors che darebbero per fatta la convergenza del simbolo di FI su Messa perché “ci sarebbe pieno appoggio in base ad accordi nati l’estate scorsa”. Il patto d’onore richiamato ormai da mesi dal tribuno?

Stretto sotto l’ombrellone o in qualche cantina, sicuramente dall’ex sindaco Eligio Rubeis dopo anni di vicinanza a Fratelli d’Italia. Almeno da quel marzo 2014, quando il giovane rampollo di casa Messa, all’epoca consigliere comunale d’opposizione, mantenne il numero legale in aula consentendo alla maggioranza monocolore (Fi) di Eligio Rubeis di contare i voti necessari all’approvazione di importanti punti urbanistici. Quel pomeriggio, l’elemento è storicizzato, a mediare tra l’ex sindaco e il giovane (alla presenza del famoso papà) venne spedito Umberto Ferrucci ancora dirigente all’urbanistica. Poi ci furono le comunali del 2014 a riconfermare Rubeis ma a differenza di cinque anni prima La Destra poi Fratelli d’Italia fu subito in coalizione a suo sostegno. Con l’impegno che la volta dopo, a correre da sindaco, sarebbe stato Alessendro Messa? Dicono bene i rumors, se il patto c’è tuttavia non riguarda il partito (locale) ma un singolo (Rubeis) che avrebbe agito a titolo personale o in associazione con altri (pochi) dal momento che la maggioranza forzista punta sull’avvocato Alberto Cuccuru. Anche i fedelissimi di Rubeis, Michele Venturiello e Marianna De Maio stamane hanno rivendicavano la leadership di coalizione per Forza Italia. Se portassero avanti sotto traccia la linea del capo la domanda sorgerebbe spontanea: ci fanno o ci sono? La sensazione è che la guerra nel partito per il simbolo sia appena cominciata.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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