GUIDONIA –  Si poteva prevedere un protocollo d’intesa. Un atto di indirizzo, politicamente vincolante, all’interno del quale riprogettare le cave, prevederne un rilancio occupazionale e industriale nel rispetto dell’ambiente. La scelta di ricorrere invece alla stringente procedura dell’articolo 34 del Tuel (testo unico degli enti locali), con le modalità della conferenza dei servizi interistituzionale (che la norma regolamenta) nasconde la volontà di procedere proprio con una variante di Piano regolatore che incida in maniera significativa sugli assetti urbanistici dei circa 400 ettari del distretto estrattivo di Tivoli e Guidonia Montecelio. Una modifica potenzialmente molto impattante. A farla, laddove altri avevano in passato fallito, il governo 5Stelle da un anno al governo della città. Una operazione esposta a un grosso rischio speculativo.

Tiziana Guida aveva già svelato i piani

La prima a parlare di “accordo interistituzionale che dovrà vedere coinvolti Regione, Città Metropolitana e comuni di Guidonia Montecelio e Tivoli per approvare il Piano di sviluppo, recupero e riqualificazione del Polo estrattivo” era stata, lo scorso 4 luglio, l’assessore all’Ambiente del Comune di Guidonia Montecelio Tiziana Guida in una intervista rilasciata all’house organ del movimento 5Stelle Colibri News. Chiarendo ulteriormente: “Il piano dovrà essere sviluppato sulla base di rigorosi studi di tipo paesistico, culturale, economico, urbanistico, ambientale, geologico ed idrogeologico e costituirà variante ai Prg (di Tivoli e Guidonia ndg). L’area interessata, è da ricordare, ricade all’interno di una zona fortemente urbanizzata, territorialmente divisa tra i due comuni. Schiacciata da sempre tra le ambizioni (e gli interessi economici) delle attività estrattive e quelle del monopolista della risorsa termale: Bartolomeo Terranova. Un’area che Tiziana Guida conosce bene per essere stata, da geologo, consulente di più di qualche cavatore prima di arrivare al comando (politico) di un settore strategico dell’amministrazione 5Stelle. Proprio l’assessore spiegava con sufficiente anticipo le intenzioni dell’amministrazione guidoniana. Nei giorni del massimo scontro istituzionale tra Regione e Comune sulle competenze relative al rilascio delle autorizzazioni per la continuazione dell’attività estrattiva. Nodi che la procedura in oggetto non contribuirà a sciogliere. Il tema dei mancati rinnovi decisi da Palazzo Guidoni resta all’ordine del giorno. La dirigente regionale, con atti formali, ha già rilasciato parere favorevole alle nuove autorizzazioni ambientali, il Comune continua a dire no alle autorizzazioni estrattive, lo stallo rimane. Il passo avanti riguarda però i nuovi assetti urbanistici che il sindaco Michel Barbet auspica usciranno dalla conferenza dei servizi in programma già a settembre. Una variante che modifichi, definitivamente, e oltre il reale utilizzo industriale, le aree rimaste a destinazione agricola per i Prg dei due comuni. Di chi sono quelle aree? A chi appartengono? Gli approfondimenti prossimamente su questo Blog.

L’annuncio di Michel Barbet di voler ricorrere, nell’ambito di “un accordo di programma” con la Regione Lazio e il Comune di Tivoli, all’articolo 34 del Tuel per superare la crisi del settore estrattivo è quindi fuorviante. E apre, nel concreto, quell’unica via. La possibilità, una volta esaurita la coltivazione del prezioso materiale, di destinare le aree a alberghi o insediamenti industriali. Anche a parchi giochi modello Gardaland. La certezza immediata, per i proprietari, di godere di una plusvalenza sul valore catastale. Un po’ come accadde per i ritagli agricoli del parco dell’Inviolata, modificati nell’uso, a un certo punto e per volontà regionale, proprio dove sarebbero sorti il Tmb e la sede del colosso della logistica Bartolini. Una operazione che ha fruttato ai fortunati possidenti surplus di ricchezza nell’ordine di decine di milioni.

Un nuovo assetto urbanistico da concordare con la Regione, che somiglia molto alla variante di Prg del 2007 mai andata a buon fine (e che decretò la fine dell’amministrazione Lippiello). Che ora sembra ricicciare nelle more delle nuove intese regionali tra il movimento 5Stelle e il Pd. Tra Nicola Zingaretti e Roberta Lombardi. Passando da qualche trasversalismo in commissione Ambiente. Dove anche Forza Italia – per il tramite della consigliera tiburtina Laura Cartaginese – potrebbe aver detto la sua sui cambi di destinazione d’uso di aree che, specularmente, interessano le sorti delle cave ricadenti nel Comune di Tivoli. Tutti d’accordo in una operazione che i detrattori di un tempo, oggi al governo guidoniano, non avrebbero esitato a definire di pura speculazione.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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