GUIDONIA – Adesso chiedono agli imprenditori del settore estrattivo di ripulire le strade comunali di prossimità. Non solo del «materiale depositato», eventualmente, durante il trasporto dei blocchi di travertino sui mezzi aziendali ma anche «dei rifiuti accumulati in abbandono». Insomma, nella testa dei geni 5Stelle che governano il Comune di Guidonia Montecelio, i cavatori dovrebbero sostituirsi – con qualche formula normativa non ancora identificata nella legislazione vigente – a una ditta ecologica e riparare ai danni degli zozzoni, che sempre numerosi gettano pattume ovunque. Questo è solo uno dei passaggi strabilianti dell’ultima bozza di convenzione in ebollizione alla commissione Ambiente, integrata (anche) con le indicazioni arrivate dal presidente del consiglio comunale, la grillina Loredana Terzulli. Un testo ri-maneggiato e ri-forgiato dai consiglieri di maggioranza sulle eterogenee posizioni ambientaliste presenti all’interno del movimento stellato: si va dai moderati agli integralisti. Nella nuova bozza la parola ricorrente è «restrizioni». Si va dall’obbligo dell’utilizzo «del solo materiale proveniente dalla medesima cava» per i ritombamenti (pena la revoca della autorizzazione estrattiva), alle opere di «recupero ambientale da eseguirsi, in ogni caso, contestualmente all’avanzamento dei lavori». Nodi centrali nella querelle tra Comune e imprese che si ritenevano superati dall’applicazione delle nuove leggi, che consentono l’utilizzo di materiali non autoctoni e certificati per il ripristino ambientale, fosse solo per il riempimento dei vuoti lasciati dai blocchi estratti e venduti, dunque indisponibili all’uso richiamato. Invece, in un infinito gioco dell’oca, l’amministrazione 5Stelle torna sempre alla casella di partenza di due anni fa (le proteste di piazza), dimostrando nei fatti (e non nelle parole della propaganda buonista), la volontà di portare il settore estrattivo all’esaurimento non solo nervoso.

La convenzione ri-elaborata in commissione Ambiente presieduta dal 5Stelle Alessandro Cocchiarella, rispetto alle versioni precedenti, è una restrizione di tutto. Rimette in mezzo perfino la mezza dozzina di contrastanti (tra loro) studi scientifici affidati dalla Regione e dall’Ente locale, negli anni, a diverse università, facendo presente che «il Comune si riserva, in relazione ai contenuti di detti studi, di introdurre eventuali prescrizioni e/o limitazioni all’attività di escavazione e alla modalità di recupero ambientale oggetto della presente convenzione», lasciando intravedere ampi margini di discrezionalità nell’azione dell’amministrazione comunale, su questioni rispetto alle quali l’Ente è risultato, tra l’altro, soccombente in sede di giustizia amministrativa. Anche rispetto al pompaggio dell’acqua termale, le prescrizioni non mancano in relazione all’utilizzo del canale consortile. Il monitoraggio delle acque è poi esageratamente complicato «con analisi minimo quadrimestrali» e la stipula di altre convenzioni a cura e spese dei cavatori». Ma ancora più assurde da riportare in convenzione, sono le pretese del Comune di imporre a terzi «di  tenere regolate le siepi vive» e di mantenere il decoro urbano su aree pubbliche. Ma anche di obbligare i privati, oltre le tasse e i contributi dovuti per legge, alla donazione di arredi urbani per scuole, parchi giardini – tra cui i gettacarta per la raccolta differenziata – e alla manutenzione del verde pubblico nei quartieri delle cave a titolo risarcitorio verso le popolazioni residenti per l’impatto ambientale delle attività sul territorio. Una convenzione «sovietica», di stampo esageratamente stellato che sarà ancora in discussione in commissione Ambiente nella seduta convocata dal presidente per giovedì 17 settembre alle 10.45 con l’audizione del dirigente Egidio Santamaria e dell’assessore delegato alle Attività estrattive Elisa Strani. Difficile dire se ci saranno margini di mediazione ma così com’è il testo è irricevibile, dicono le imprese.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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