GUIDONIA – La legge è chiara: i prezzi su cui calcolare l’aliquota vanno rideterminati ogni 5 anni. Un lasso di tempo considerato congruo per rivalutare (o svalutare) il valore venale degli immobili e dei terreni gravati dall’Imposta municipale unica (IMU). A Guidonia Montecelio (terza città del Lazio) questa rimodulazione al rialzo o al ribasso manca da 15 anni. La conseguenza di tale inerzia si è tradotta in una fiscalità ingiusta, che ha premiato i collezionisti di  terreni edificabili e fabbricati industriali e vessato i cittadini con esempi eclatanti come quello dell’area di Montecelio, dove la svalutazione degli immobili, dal 2007, non ha coinciso con il conseguente abbassamento del tributo, costringendo i proprietari a pagare di più.

Leggi anche Un’Imu ridicola sui terreni edificabili e le aree fabbricabili, ecco perché Pd-M5S nascondono la perizia

Ovviamente ci sono i parametri, anch’essi previsti dalla legge, su cui i Comuni devono calcolare il valore venale a metro quadro di fabbricati, aree edificabili e terreni ai fini di un corretto calcolo dell’Imu. Questo lavoro lo fanno i periti, i tecnici esperti di coefficienti e stime. Anche il Comune di Guidonia Montecelio ha deciso  nel 2021 di affidarsi ad un professionista (l’architetto Roberto Marongiu) – leggi La perizia sulle cave (per il calcolo dell’Imu) la fa per 25mila euro l’architetto/politico di Santa Marinella – che a settembre ha consegnato la conclusione del suo lavoro. Calcoli, stime e valori aggiornati all’andamento del mercato immobiliare. Da allora, però, niente è successo. La perizia tecnica avrebbe preteso l’adozione di una delibera di giunta di formalizzazione delle nuove aliquote, invece in 8 mesi quest’atto (dovuto) non è mai arrivato all’approvazione dell’esecutivo. Sulla questione è sceso il silenzio, almeno fino a martedì 26 aprile, quando una mozione depositata il 1 febbraio scorso è stata finalmente discussa in consiglio comunale. L’atto d’indirizzo, primo firmatario il consigliere comunale di Forza Italia Arianna Cacioni, impegnava il sindaco e la giunta proprio all’adozione di una delibera di presa d’atto della «Relazione per la determinazione dei valori delle aree edificabili classificate dal PRG ai fini IMU-Città di Guidonia Montecelio ». La mozione, però, è stata emendata, stravolta e quindi bocciata con il contributo determinate dei consiglieri di maggioranza Giuliano Santoboni e Mario Lomuscio, rispettivamente Pd e M5S.

Paradossalmente (sotto il profilo delle sintonie politiche) la linea espressa dalla mozione incontrava (anche) il favore di Elisa Strani, il vicesindaco delegato, tra gli altri compiti, alle Cave, il settore imprenditoriale coinvolto in questa vicenda dell’Imu perché epicentro di un importante contenzioso (tra i 20 e i 30 milioni) scaturito da una richiesta tributaria eccessiva: più del doppio dicono le recenti sentenze della Cassazione.

Leggi anche «Con le Cave un enorme contenzioso che strozza i bilanci». Un obbligo intervenire. Parla Elisa Strani 

Le rimodulazioni dei valori a metro quadro non inciderebbero (ovviamente) sulle centinaia di giudizi pendenti presso la giustizia civile e tributaria, avrebbero tuttavia il beneficio di fare cessare la materia del contendere. Elisa Strani lo ha spiegato in aula durante la discussione sulla mozione Cacioni. «Questa inerzia dell’amministrazione – ha detto – produce il duplice effetto di pregiudicare la capacità di riscossione dell’Ente e di alimentare le spese legali a carico del Comune chiamato a difendersi in decine e decine di giudizi». Le aziende estrattive da 15 anni contestano la congruità del valore a metro quadro delle aree di cava su cui l’agente della riscossione (la Tre Esse Italia) impone l’imposta municipale unica. Tra l’altro, il fatto è noto, una duplicità di atti comunali tra loro confliggenti, una delibera di giunta e l’altra di consiglio (del 2008 e del 2007) fissano valori differenti, contribuendo ad alimentare un contenzioso su cui la Cassazione ha, però,  cominciato a dare ragione alla imprese.

Leggi anche Prelievo Imu sulle aree di cava, 8 sentenze della Cassazione hanno già bocciato il Comune e la Tre Esse 

In una nota stampa diramata il 28 aprile, Cacioni parla di occasione persa per definire l’annosa questione una volta per tutte. Puntando il dito contro la maggioranza formata da Pd e M5S, evidentemente condizionata da pregiudizi ideologici quando si parla di tasse patrimoniali qual è l’Imu anche in risposta al proprio elettorato di riferimento. Ma la forzista scava ancora più a fondo e bolla la negazione di un diritto, operata dal centrosinistra ai danni delle cave, come «una necessità di alimentare la dipendenza di un settore economico importante alle future scelte politiche. Un atteggiamento che torna in maniera atavica negli atteggiamenti del centrosinistra cittadino (a maggior ragione in campagna elettorale) a cui si somma la tradizionale contrarietà ideologica alle attività di impresa del Movimento 5 stelle». La discussione in consiglio, per Cacioni ha segnato inoltre «lo scollamento della maggioranza e la distanza dalle posizioni dell’assessore Elisa Strani. Penso – e conclude – che sia arrivato il tempo in cui la politica trovi un rapporto sano con l’imprenditoria di questa città, il resto sono stantii retaggi del passato, dei quali i settori economici sono esausti e dai quali spero siano ormai in grado di affrancarsi».

Leggi anche  Tre Esse Italia, anatomia di un potere a sé. Lo scambio di email con Sabatino Leonetti

L’assessore Elisa Strani, interpellata al telefono da questo sito d’informazione indipendente, dice di «lavorare a una delibera di presa d’atto della relazione, risultato di un lavoro intersettoriale che ha recepito i calcoli e le stime della perizia Marongiu». Un atto che spera di riuscire a portare all’attenzione della giunta e del sindaco Michel Barbet nei prossimi giorni. Le norme che regolamentano la campagna elettorale (in città si vota il 12 giugno prossimo) prevedono un’attività del governo cittadino estesa al 12 giugno. Fino a quel giorno ci sarà tempo per deliberare. Se cosi non dovesse essere le scelte dell’assessore potrebbero spingersi fino alle dimissioni. 

Ma anche Mario Lomuscio è tornato sulla questione dopo il voto dell’aula di martedì scorso. Spiegando così su Facebook la sua decisione di mettersi di traverso, impedendo il ripristino di una condizione di legalità che manca da 15 anni: «Otto mesi di governo sono veramente pochi per concludere quello che tutte le amministrazioni precedenti non sono riuscite a fare in quindici anni – scrive -. Anche per questo motivo, tra i miei primi punti di programma elettorale per le prossime elezioni, ci sarà proprio l’aggiornamento dei valori per la determinazione del tributo IMU». Certo, non è proprio chiara l’associazione fatta dal capogruppo dem tra la campagna elettorale e l’adozione di atti dovuti che afferiscono l’attività amministrativa. La politica non c’entra ma tant’è.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

Nessun Commento

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.