Cacioni-Di Silvio, se la politica diventa un mestiere c’è confusione nell’aria ed è la solita storia
GUIDONIA MONTECELIO – Arianna Cacioni si presenta agli elettori come l’immagine di un “centrodestra rinnovato nei volti e nei temi” (con Forza Italia e Fratelli d’Italia), quindi racconta che nella sua carriera di 31enne ha “lavorato per il comune di Guidonia e per importanti società e enti come la Presidenza del Consiglio di ministri” (addirittura), impegno più verosimilemente passato per la formula dello stage, del resto lei è una esperta di “innovazione della pubblica amministrazione”… c’è confusione nell’aria.
Emanuele Di Silvio, sindaco aspirante del Partito democratico, in simultanea lancia una campagna di “controlli a tappeto nelle mense delle scuole del territorio” nemmeno fosse l’ispettore inviato dal suo ministro di riferimento Beatrice Lorenzin (attesa domani in città). L’ex forzista titolare del dicastero della Salute solo tre anni fa – altra campagna elettorale – appoggiava Andrea Di Palma, personaggio noto alle cronache giudiziarie. L’area politica di Lorenzin era e rimane il nuovo centrodestra, ma oggi, per continuità amministrativa, a Guidonia esprime la candidatura a consigliere comunale di Silvia Mazza, figlia di Adriano (già assessore al Bilancio nel settennato Rubeis), compagna di vita di Emanuele Di Silvio, in corsa a sostegno del potenziale sindaco-marito (quasi) con Alternativa Popolare, lista espressione di Angelino Alfano e (appunto) di Lorenzin. Singolarità: Silvia Mazza, il 13 giugno del 2016, giusto un anno fa, da consigliere comunale eletto nella Lista civica Rubeis (e quindi dai banchi della ex maggioranza di centrodestra) votava favorevolmente il bilancio del governo Rubeis-Di Palma poi bocciato dall’aula. Un documento che ben celava l’indebitamento dell’Ente, emerso solo successivamente alle verifiche commissariali invocate a gran voce proprio dal Pd e da Emanuele Di Silvio in particolare, un rompicapo elettorale? Praticamente sì, ma è la solita storia.
Per i curricula, quelli realistici e non fantasiosi, Arianna Cacioni è una ex stagista del comune di Guidonia Montecelio assorbita nel 2010 nell’organico dei prescelti senza selezione (la lista è lunga). Il suo ruolo all’interno della pubblica amministrazione, si stabilizzava poi con una serie di contratti di consulenza (sempre fiduciari del sindaco Eligio Rubeis), in alcuni periodi anche ottimamente retribuiti, nella campagna elettorale del 2014 ad esempio i compensi lordi sfioravano i 3 mila euro al mese. Come Silvia Mazza è stata fedelissima Di Palma-Rubeis fino all’ultimo momento utile (il 13 giugno di un anno fa), ma adesso parla di “centrodestra rinnovato nei volti e nei temi” che lei rappresenterebbe appieno. La sensazione è piuttosto che a tenere i fili delle liste a suo sostegno, e del futuro centrodestra, siano sempre quei vecchi marpioni di Eligio Rubeis e Vittorio Messa, mentre il grado di autonomia di questa ex stagista con esperienze maturate “nelle società e negli enti” tipo la Presidenza del Consiglio dei ministri sia tutto da testare.
Emanuele Di Silvio ama la politica (come la Cacioni del resto), ancor più se essa interseca, agevolandole, le sue opportunità lavorative; 35enne, ex giovane di prospettiva nella sinistra antagonista, Di Silvio è transitato nella Italia dei Valori (a livello locale) di Sabatino Leonetti, scalando la vetta dem fino a rappresentarla ai massimi livelli in questa competizione elettorale, con l’appoggio tuttavia di metà del partito. Di lavoro, come la Cacioni, ha fatto il portaborse, in ultima battuta nella segreteria particolare (regionale) di Daniele Leodori, in precedenza di Riccardo Agostini, l’ex democratico vice presidente del consiglio regionale transitato poi in Articolo 1, lo stesso che nel 2014 voleva “legalizzare gli spinelli nel Lazio per coprire il buco della sanità”. La politica è un mestiere come un altro cantava Giorgio Gaber, a Guidonia a maggior ragione, e le elezioni funzionano pur meglio di un ufficio di collocamento.