Guidonia, mozione Cacioni e Ammaturo: Russo non ha più i requisiti per fare l’assessore. Gli imbarazzi del Pd
GUIDONIA – Si tratterebbe di un caso di«intervenuta incompatibilità». Tecnicamente Davide Russo, il vicesindaco assessore al Comune di Guidonia Montecelio, nell’accettare la poltrona di consigliere comunale in terra sicula (leggi qui Consigliere a Bronte e assessore a Guidonia, incompatibilità di Russo strema gli assetti e nei 5Stelle è guerra tra bande), avrebbe perso non solo l’innocenza politica (e la faccia) ma i requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità previsti dall’articolo 47 del Tuel (testo unico degli enti locali), dal comma 5 all’articolo 31 dello Statuto comunale sul funzionamento della giunta e, con essi, quelli necessari alla permanenza nella carica di assessore esterno nel terzo comune della Regione Lazio. Ne sono convinte Arianna Cacioni (Lega per Salvini) e Giovanna Ammaturo (Fratelli d’Italia), che stamattina (lunedì 14 ottobre) hanno protocollato una seconda mozione, integrativa dell’altra sottoscritta dall’intera opposizione e presentata sempre oggi, che chiede la convocazione, entro dieci giorni, di un consiglio comunale straordinario sul Russogate e la sua immediata decadenza dalla carica di assessore.
L’atto impegna il sindaco 5Stelle Michel Barbet a ripristinare «una condizione di legittimità della giunta comunale, previa revoca della delega al suddetto assessore ed eventuale nomina di altro componente»; dispone inoltre, mediante l’ufficio del presidente del consiglio comunale Angelo Mortellaro, «la trasmissione della presente mozione, anche ai fini di più ampie e diverse valutazioni, al Prefetto di Roma e all’Autorità Nazionale anticorruzione. Dice Cacioni: «Dal 3 giugno, data della convalida della elezione di Russo, assistiamo a una elusione della norma posta a presidio di garanzia dell’imparzialità delle Pubbliche amministrazioni e di un odioso cumulo di cariche pubbliche, per queste ragioni è necessario investire il Prefetto di Roma affinché si esprima su quanto fin qui accaduto a Guidonia». Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanna Ammaturo la cui priorità è «evitare che tutto finisca a tarallucci e vino, come vorrebbero i 5Stelle, relegando il perimetro della vicenda nella riserva della inopportunità politica».
Nel Pd le posizioni non sono univoche. Tra i quattro consiglieri c’è chi ritiene non sussistano condizioni di incompatibilità di Russo nemmeno sopraggiunte. Il precedente di Rita Salomone, ex consigliere comunale per un periodo chiamata a rivestire la carica di assessore nel vicino Comune di Fonte Nuova, determina imbarazzo nel Pd (non solo locale), come altri casi di doppi incarichi mantenuti dai dem negli enti locali del Lazio e di altre regioni. Decisamente convinta che il vero nodo da sciogliere sia la incompatibilità di Russo, nel doppio incarico di consigliere comunale a Bronte e di assessore a Guidonia, è solo il capogruppo Paola De Dominicis. Che dopo essersi «confrontata e avere acquisito conoscenze dirette sul caso», letto sentenze della Corte di Cassazione e pareri ministeriali, pensa che gli illeciti amministrativi, anche solo presunti, vadano sollevati secondo le procedure di legge e affidati a chi ha la competenza di chiarirne i contorni sotto il profilo giuridico.
Sul caso del doppio incarico di Russo, scoperto e raccontato da chi scrive su questo sito d’informazione, dopo giorni di silenzi è intervenuto il sindaco di Guidonia Montecelio. Michel Barbet, con una dichiarazione tecnica, lascia ai margini la polemica politica per entrare del merito di leggi e sentenze che, dal suo punto di vista, scagionerebbero Russo da qualunque ipotesi di incompatibilità con la carica di assessore. Scrive sul profilo Facebook. «Ricordo che da sentenza numero 3376 del 22/10/2008 del Consiglio di Stato non sussiste incompatibilità tra il ruolo di consigliere comunale in un comune ed assessore in un altro ente comunale», circostanza che avrebbe determinato la convalida di Russo alla carica di consigliere lo scorso 3 giugno. In realtà il 22/10/2008 il Consiglio di Stato non ha emesso alcuna sentenza, ma ha dato solo un parere. Al contrario, sentenze della Corte di Cassazione e pareri ministeriali, se correttamente sottoposti all’attenzione dell’assise siciliana e del segretario generale del Comune di Bronte, avrebbero portato a esiti differenti con la esclusione di Russo dal consiglio comunale. Ora, però, proprio la elezione a consigliere comunale inguaierebbe l’assessore nelle latitudini laziali, sempre se Ammaturo e Ciacioni hanno visto giusto. A leggere l’atto, c’è da starne certi.