ROMA (e non solo) è invasa dai cinghiali. Condivise sui social e rilanciate dalle testate giornalistiche, le immagini di cinghiali a spasso per la Capitale sono all’ordine del giorno. L’ultimo caso, nelle scorse ore, arriva dal quartiere Boccea, XIV Municipio, dove un branco di ungulati ha inseguito un terrorizzato passante. Un po’ ovunque nella Roma periferica del degrado, si verificano episodi in sequenza: cinghiali ai portoni dei palazzi, richiamati dai rifiuti abbandonati in strada. In provincia la situazione è la stessa. A Mentana, centro a 20 chilometri a nord est della Capitale, lo scorso 5 gennaio è andata in scena la caccia al cinghiale in un parco pubblico: pieno centro città. Scene al limite del surreale, con tentativi maldestri di catturare un esemplare vagante, armati di mazze, manganello e cinghie. Il tutto è stato  filmato e quel video è finito sul popolare profilo social Welcome to Favelas.

Il problema degli ungulati non sembra trovare soluzione se non quella degli abbattimenti. Anche nelle aree urbane e aree protette. Così come autorizzato dal Comune di Roma Capitale. Ma gli animalisti non ci stanno. E si dicono pronti a scendere in campo contro i cacciatori che possono uccidere i cinghiali. Minacciano di fare da «scudo umano» per proteggere gli ungulati all’interno dei centri cittadini.

Saranno più di 40 le associazioni che domenica 22 gennaio aderiranno al «Presidio nazionale contro l’abbattimento della fauna selvatica» che si terrà al Pantheon di Roma, in programma dalle ore 14. Il presidio è nato dopo i recenti episodi che hanno riguardato la caccia ai cinghiali. Sono 11 gli ungulati abbattuti lo scorso 18 gennaio a Villa Doria Panphilj in base a quanto stabilito dal Comune di Roma.

Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani Onlus, ai microfoni dell’Adnkronos ha spiegato che quanto accaduto a Mentana «è vergognoso. Per poi aggiungere: «Noi siamo pronti a fare da scudo tra i cacciatori e i cinghiali. Questo è solo l’inizio del far west in cui potrebbero finire per ferirsi anche delle persone. In teoria non si poteva iniziare la caccia subito dopo l’approvazione dell’emendamento, ma erano necessari dei corsi di aggiornamento per i cacciatori». Caporale ha poi aggiunto che «stiamo parlando di una liberalizzazione che ricorda molto l’America, ma questo è gravissimo perché l’Europa è diversa. L’anno scorso sono morte a causa dei cinghiali 15 persone ma anche 22 a causa dei cacciatori. Dovremmo dare la caccia anche ai cacciatori? Perché di questo non si parla mai?». 

Anche Gianluca Bisogno, presidente di AnimaLiberAction, ha una posizione netta sull’argomento: «La situazione riguardo la caccia ai cinghiali è tragica. Abbiamo più volte dimostrato che ucciderli non è la soluzione. La Regione Lazio ha stanziato 250mila euro per sterminare esemplari sani e non pericolosi. Inoltre, secondo l’Ispra, le uccisioni portano solo a un aumento delle riproduzioni». Bisogno ha fatto sapere che la sua associazione sta organizzando dei presidi nelle zone più sensibili della città, come per esempio il Parco di Villa Pamphilj dove solo l’altro ieri è stato ucciso un cinghiale. L’appello che viene fatto ai politici è quello di non utilizzare la violenza, ricordando loro che sono anni che le associazioni animaliste stanno proponendo soluzioni alternative agli abbattimenti
AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

Nessun Commento

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.