Ambientalismo d’antan, per l’ex discarica dell’Inviolata il sindaco grillino vuole denunciare Arpa Lazio – Guidonia
GUIDONIA – L’Arpa (agenzia regionale per la protezione ambientale) è stata il faro del Faro poi mutato a 5Stelle. Qualunque interrogativo si ponesse, solo l’Apra aveva il ruolo e l’autorevolezza di chiarirlo, sopratutto in relazione al caso annoso dell’inquinamento della ex discarica dell’Inviolata. La pensavano così i grillini ai tempi delle agitazioni di piazza. Quando si facevano chiamare ambientalisti. Adesso invece le cose sono cambiate. Michel Barbet e compagni, lontani discendenti dell’ecologismo farista mutato a 5Stelle, sono in rotta con l’agenzia che non ne asseconda le stravaganze. Inspiegabili alla luce delle positive risultanze scientifiche emerse dal monitoraggio operato sull’area. Motivo probabile per cui i tecnici dell’Arpa, sull’esempio decennale del Mibact (ministero dei Beni culturali) e delle Soprintendenze connesse, hanno scelto di disertare la seduta della conferenza dei servizi decisoria, convocata per ultimare le procedure sul piano di caratterizzazione della ex discarica dell’Inviolata chiusa nel 2014.
Un procedimento amministrativo aperto nel 2011, esattamente 10 anni fa. Legge vuole che tutti gli Enti coinvolti nei pareri vincolanti contribuiscano a formare l’atto autorizzatorio, in questo caso relativo agli interventi da porre in essere per la messa in sicurezza dell’area sede, almeno dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, di svernamento dei rifiuti. Ma l’Arpa, mercoledì 13 gennaio, era assente e nemmeno per la prima volta. Un fatto che ha generato le reazioni rabbiose del sindaco grillino: «A questo punto la misura è davvero colma – ha scritto Barbet sulla sua pagina Facebook – e stiamo valutando, insieme ai legali del nostro Comune, se ci sono gli estremi per procedere con un esposto per omissione di atti d’ufficio, in modo che la Procura evidenzi eventuali profili di responsabilità». Follia istituzionale? Certamente le azioni intraprese nel passato dall’amministrazione 5Stelle sulla ex discarica non rappresentano precedenti felici. L’ordinanza sindacale, con cui Barbet voleva smontare la montagna di rifiuti imponendo di farlo all’ex gestore (Ecoitalia 87) con modalità aliene, non ha trovato il gradimento dei giudici amministrativi del Tar del Lazio, che ne hanno valutato la illegittimità sia procedurale che normativa. Insomma, quando si tratta di Inviolata Barbet non ne azzecca una, e le minacce di portare l’Arpa in tribunale sono l’ultimo scivolone.
La procedura relativa al piano di caratterizzazione va invece conclusa e al più presto. Con questo spirito, il dirigente ai Lavori pubblici Egidio Santamaria, nell’ottobre scorso, aveva fissato la conferenza decisoria per il 17 novembre 2020, ordine del giorno dei lavori: completamento del Piano di caratterizzazione discarica in località Inviolata. Indizione conferenza di servizi decisoria in forma semplificata e modalità sincrona ex art. 14 L. 241/90 e ss.mm.ii (NE AVEVAMO SCRITTO QUI: Guidonia, ex discarica dell’Inviolata, dopo 9 anni si chiuse la procedura sul Piano di caratterizzazione). Le prime sedute però non hanno ancora portato alla conclusione del procedimento. Barbet e i grillini chiedono ulteriori verifiche sullo stato d’inquinamento dell’area, attraverso il posizionamento di ulteriori 2 piezometri spia, in aggiunta ai 37 già dislocati e analizzati. Una azione valutata inutile da Arpa, che ritiene di avere acquisito le informazioni necessarie a formare un quadro definitivo sullo stato di salute dell’area.
La Ecoitalia 87, società gestore della ex discarica, ha depositato gli allegati. Le risultanze delle analisi sui 37 piezometri spia hanno confermato le evidenze già annunciate da Roberto Troncarelli, il geologo ex presidente dell’Ordine di categoria del Lazio, che per conto dell’Ente (e su mandato dei grillini), aveva svolto una consulenza di parte proprio sulla condizione dell’inquinamento nell’area della ex discarica. NE ABBIAMO SCRITTO QUI: La discarica è in via di guarigione, valori nella norma ma il sindaco insabbia la verità che non gli fa gioco. I composti organici sono scomparsi dalle analisi effettuate nei 37 piezometri dislocati lungo il perimetro e a l’interno della zona oggetto del Piano di caratterizzazione, è in attenuazione e perfettamente circoscritta la contaminazione da metalli.
La conferenza dei servizi è stata una procedura complessa lunga dieci anni, che ha avuto lunghi periodi di stop durante il commissariamento e anche dopo, con i 5Stelle, che sbagliando clamorosamente avevano individuato nella ordinanza contingibile e urgente lo strumento per arrivare al Piano di caratterizzazione e alla messa in sicurezza. La parola fine doveva essere vicina, ma l’ultimo capriccio dei grillini, alimentato dal finto ambientalismo politico, rischia di trascinare la faccenda alle calende.