Al Tmb dell’Inviolata smaltimento gratis per l’organico, nel bando sui rifiuti Barbet lo paga milioni di euro
GUIDONIA – Flaminia Tosini, il dirigente regionale, ne fa menzione nella nuova determinazione autorizzatoria. La Ambiente Guidonia Srl, gestore dell’impianto di Tmb dell’Inviolata, «ha già confermato la validità» della convenzione sottoscritta nel 2010 (quando era ancora Colari Srl) con le amministrazioni comunale e regionale. Si tratta di un accordo che fissa i benefit per il Comune di Guidonia Montecelio che ospita l’impianto, il principale è lo smaltimento gratuito della frazione organica (Fou) recuperata dalla raccolta differenziata porta a porta. Si tratterebbe di un risparmio di circa 1 milione e mezzo di euro l’anno con conseguente abbattimento della tariffa (Tari) a famiglie e imprese. Oggi l”Ente paga alle società intermediarie circa 115 mila euro al mese per conferire l’organico nei siti autorizzati. Se, come stabilito da Tosini con determina del 6 luglio 2020, il Tmb entrerà a breve in funzione per rispondere al fabbisogno di Roma Capitale e dei comuni della provincia, l’amministrazione guidoniana dovrebbe cercare di gestire i processi di attivazione dell’impianto, pretendendo il rispetto degli impegni presi all’epoca da Manlio Cerroni. Per non lasciare le scelte strategiche relative alla fase di avvio delle attività d’impresa nelle sole mani della Regione Lazio.
Invece i grillini continuano nel gioco delle tre scimmiette: non vedono, non sentono né parlano. In un processo di rimozione del problema, il sindaco 5Stelle Michel Barbet fa finta che la determina Tosini non esiste. Che il Tmb non aprirà. Un libro dei sogni ai quali si è aggrappato per anni raccontandolo ai cittadini. Quando invece avrebbe dovuto sapere che l’impianto prima o poi sarebbe entrato in funzione. Fosse solo per risolvere i problemi di smaltimento all’estero di Roma Capitale, i cui costi stratosferici non sono più sostenibili per i bilanci dello Stato. Ma questa inerzia mista a smarrimento del sindaco rischia di produrre danni materiali e contabili. Non solo in relazione dell’esistenza di una convenzione da rivendicare. Ma anche rispetto alla gara d’appalto in corso per l’affidamento del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Con la quale il Comune è pronto a pagare al futuro operatore il 15% dell’intero importo messo a base d’asta (circa 60 milioni in 5 anni) per conferire l’umido di Guidonia chissà dove, invece di smaltirlo gratis nel Tmb dell’Inviolata. Una vera, concreta follia contabile che potrebbe configurare perfino un danno erariale.
La gara è in corso presso la Centrale unica di committenza della IX Comunità Montana, ente convenzionato con il Comune di Guidonia Montecelio per l’affidamento degli appalti. Il termine per la presentazione delle offerte scade il 19 luglio anche se i termini del bando sembrerebbero superati dalla determina Tosini. Pensare di pagare qualcuno per smaltire dell’umido, come scritto nel capitolato, quando Cerroni dovrebbe farlo gratis è un no sense. Stamattina la questione è stata dibattuta anche in commissione Ambiente, dove alcuni consiglieri all’opposizione al governo Barbet hanno colto lo smarrimento nelle reazioni dei colleghi di maggioranza di fronte alle nuove evidenze. Certo, se con il Tmb autorizzato per l’amica grillina Virginia Raggi, l’organico di Guidonia Montecelio continuasse a viaggiare a 182 euro a tonnellata, sarebbe una vera beffa per i cittadini «cornuti e mazziati» della quale dovrebbero ringraziare l’amministrazione Barbet.
Lo smaltimento delle diverse tipologie di rifiuto negli impianti autorizzati, servizio previsto dal nuovo appalto su indirizzo dall’amministrazione 5Stelle , è diventato oggetto di contestazione da parte di Tekneko. La società, che negli ultimi 5 anni ha gestito la raccolta e il trasporto dei rifiuti ed è in proroga di contratto fino al 31 dicembre 2020, ha impugnato il bando al Tar del Lazio. Troppe illegittimità procedurali sollevate nel ricorso, e quella pretesa di scaricare l’onere dello smaltimento sull’appaltatore, non sono andati giù al patron della società con sede a Avezzano, Umberto Di Carlo. Per Tekneko e i suoi legali, che discuteranno la causa martedì 14 luglio per ottenere l’annullamento del bando, il Comune produce rifiuti ed appalta raccolta e trasporto, la regione autorizza gli impianti di smaltimento i cui costi devono rimanere a carico all’ente locale. Appalto viziato secondo gli avvocati. Ormai perfino superato per via dell’umido, che non si può e si deve pagare milioni di euro. Come finirà? L’unica certezza, almeno sul piano politico, è che Barbet al momento non batte colpo.