CAMPAEGLI – Sempre più persone salgono i quota, e sono frequenti i casi di escursionisti disorientati che perdono le coordinate. I dispersi in montagna richiedono l’attivazioni dei soccorsi, per questo la protezione civile che opera sul campo, sottopone i propri operatori a una formazione continua. Come agire in caso di persona dispersa in Montagna? Sabato 7 gennaio, gli uomini e le donne della Protezione Civile, si sono ritrovati in località Campaegli (Roma) per partecipare ad una esercitazione su larga scala per la ricerca di persone disperse in montagna. Presente sul posto anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Francesca De Vito, che in una nota stampa ha poi voluto ringraziare «la Protezione Civile – Gruppo Operativo Soccorso del Comune di Tivoli, ampliato del suo organico con le unità cinofile, oltre a Claudio Nocente consigliere di Cervara di Roma e Stefano Farcomeni, volontario cinofilo, che hanno coordinato questa fantastica iniziativa».

L’esercitazione di Capaegli di sabato 7 gennaio

Già dalle prime ore del mattino è stato allestito un posto comando con tanto di mezzi, ponte radio, punto di primo soccorso e attrezzature varie. Sono successivamente stati accreditati i vari operatori intervenuti. In seguito, 8 figuranti di diverse età, hanno simulato di essere dispersi. A quel punto, è il racconto di De Vito, si sono formate tre squadre, composte ognuna da un’unità cinofila, un soccorritore sanitario, un esperto in comunicazioni radio e gps, un esperto in materiali SAF e due operatori generici. Il tutto spiegando alle persone presenti come lavorano in queste situazioni le squadre di soccorso.

«Nei prossimi giorni farò in modo che vengano effettuate altre giornate operative come quella di sabato, in tutto il territorio di Monte Livata e dintorni per sostenere lo sviluppo del turismo in sicurezza e far sì che i volontari legati alla Protezione Civile ottengano molto di più che un rimborso dalla Regione. La montagna va vissuta con prudenza – conclude De Vito – ma, qualora ci fosse bisogno del soccorso, le unità dislocate sul territorio sono fondamentali per velocizzare al massimo i tempi di intervento ed anche su questo, bisognerà modificare i protocolli previsti; spesso poche ore, se non minuti, fanno la differenza tra la vita e la morte».

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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