NELLA CITTÀ di Tivoli la fase più avanzata. L’amministrazione tiburtina ha già deliberato da tempo il progetto esecutivo definitivo ed ora la palla è nelle mani della Cuc (Centrale unica di committenza) della IX Comunità montana del Lazio dove la gara per l’aggiudicazione dell’appalto è in dirittura d’arrivo. Tivoli avrà il suo forno crematorio, che sarà appannaggio dalla municipalizzata Asa Spa, la società interamente controllata dal Comune, di gestione dei servizi pubblici, dalla igiene urbana al cimitero. A pochi chilometri di distanza, l’amministrazione guidoniana a guida liste civiche meno Partito democratico (uscito in queste ore dalla giunta) ha mostrato l’intenzione di costruire in casa un forno crematorio, arrivando a prevedere l’opera nel Piano triennale del Lavori pubblici (2024-26) e calcolando i costi (stimati approssimativamente) della progettazione preliminare, dal momento che i lavori (e le spese) di realizzazione dovrebbero essere delegate al privato concessionario del camposanto comunale, almeno sulla carta e al netto dei contenziosi ancora in essere tra le le parti.

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La protesta davanti la sede del Comune di Mentana dove era in corso il consiglio comunale

Dodici chilometri è la distanza che separa le città di Guidonia Montecelio e Mentana. Centro, quest’ultimo, dove il consiglio comunale a maggioranza rosso-civica, sotto la guida del sindaco Marco Benedetti ha recentemente deliberato la costruzione di un terzo forno crematorio d’area. Investimento previsto: 3 milioni di euro a carico del privato, spiega Francesco Petrocchi, lunghi trascorsi nelle istituzioni comunali da consigliere e assessore, un quinquennio passato (anche) a Palazzo Valentini quando era sede della ex Provincia di Roma. Il Comune di Mentana, dalla operazione, ricava e porta in cassa solo pochi spicci, 30mila euro l’anno più o meno, una miseria per un impianto che, a pieno regime, tratterà la cremazione di 2000 salme/anno. La scelta di agevolare il privato nella costruzione del crematorio in prossimità del camposanto, come legge prevede, nel mezzo di una zona fortemente urbanizzata dove vivono migliaia di residenti, non ha risparmiato al sindaco mentanese critiche feroci e proteste a non finire. Un comitato di cittadini nato per dire «No al forno», affiancato dai partiti di opposizione come Lega e Forza Italia, sabato 20 gennaio ha portato in corteo più di mille persone. Martedì 1 febbraio, il consiglio comunale convocato per una surroga nell’assemblea elettiva, si è concluso con il sindaco fatto allontanare per motivi di sicurezza scortato dai carabinieri, tra i fischi dei manifestanti che esternavano tutta la loro contrarietà all’opera. I crematori sono impianti che bruciano e producono diossina, assimilabili ad altri tipi di inceneritori. Quindi, l’impatto ambientale sulle città ospitanti non può dirsi certo pari a zero. Questo comporta sistematicamente la rivolta delle comunità coinvolte. Tra l’altro, a Mentana, il provvedimento comunale è passato sotto silenzio, senza essere condiviso con i cittadini che adesso chiedono un referendum. Situazione frizzante, per usare un eufemismo, nel centro sulla Nomentana, che presto vedrà l’organizzazione di una grande assemblea pubblica, con esperti e tecnici che potranno solo confermare le ripercussioni di questi impianti sulla qualità dell’aria e della vita dei residenti.

Attualmente, nella regione Lazio, sono in funzione tre forni dislocati tra Roma-Prima Porta, Viterbo e Civitavecchia per fare fronte ad una richiesta che si aggira intorno alle 2000 cremazioni l’anno. Gli studi di settore dicono, tuttavia, che la domanda sia destinata a crescere nel prossimo decennio, sarà questo il motivo per cui, tre Comuni confinanti, hanno deciso di investire direttamente o favorire gli investimenti dei privati. Anche se ben tre impianti nel raggio di pochi chilometri sembrano una sproporzione che mette in luce, tra le altre cose, le lacune degli enti sovracomunali come Regione Lazio e Città Metropolitana di Roma deputati alla programmazione territoriale. A Mentana, intanto, le proteste vanno avanti ad oltranza. 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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