Elezioni regionali, Vincenzi in Campidoglio agita le acque del Pd e Alessandri si candida
RILANCIATA sui siti e giornali d’informazione nazionale, la «voce» da giorni è virale. Per qualcuno solo un gossip, altri invece giurano che andrà proprio cosi. Il presidente uscente del consiglio regionale, il tiburtino Marco Vincenzi, briga per traslocare in Campidoglio. Vuole fare il vice commissario del Giubileo 2025 (e numero due di Roberto Gualtieri nella gestione degli ingenti finanziamenti). Il posto «compensativo» per Vincenzi è solo uno dei tasselli che vanno sistemati per trovare la quadra o far quadrare il cerchio negli equilibri del partito regionale. Il Pd si rende conto che la sconfitta alle Regionali del Lazio è vicina e che avrà conseguenze su un’intera classe dirigente. In primo luogo decimando gli eletti: 4/5 nella circoscrizione di Roma e provincia è la più rosea previsione. Con questa prospettiva desolante, molti big, altrimenti costretti al pensionamento anticipato, percorrono la strada del ricollocamento, e il Campidoglio è l’approdo (l’unico) sicuro per quelli del passo indietro. Una scelta che sembra aver maturato Marco Vincenzi. Il suo nome non sarà nella lista dei 32 che sfideranno le urne i prossimi 12 e 13 febbraio. E la prova arriverebbe dalla confermata candidatura dell’antagonista di territorio Mauro Alessandri. L’assessore uscente a Lavori Pubblici e Trasporti, dominus del partito a Monterotondo, è in corsa.
«Oggi pomeriggio (sabato 7 gennaio ndg) ho firmato l’accettazione della mia candidatura a consigliere regionale del Lazio, nella lista del PD, per Alessio D’Amato Presidente: è per me un onore», ha scritto Alessandri sulla sua pagina Facebook.
Segnali di un accordo tra le correnti AreaDem di Bruno Astorre e i zingarettiani di provenienza post comunista, chiuso passando per la disponibilità di Gualtieri a ritagliare spazio ai dem fatti fuori dalla Pisana per mancanza di numeri elettorali. Non è un caso che alcuni incarichi siano già stati stati assegnati (ad esempio quello dell’ex deputata Patrizia Prestipino, ora collaboratrice in Città metropolitana). Con Vincenzi al Giubileo i big sarebbero sistemati.
I malumori nell’assemblea capitolina
Crescono però malumori nel partito romano. Tra i consiglieri dell’assemblea capitolina i nervosismi e le tensioni sarebbero alle stelle per le fibrillazioni indotte dalla campagna elettorale imminente e dalle nomine rilasciate o da rilasciare anche oltre il raccordo anulare. Così martedì 3 gennaio dodici consiglieri capitolini (su 18) del Partito democratico si sono riuniti per discutere l’atteggiamento considerato accentratore del sindaco. Un Gualtieri poco incline ad accogliere il contributo della sua maggioranza, metodi non condivisi all’interno della maggioranza consiliare. Le nomine del sindaco negli organi di indirizzo politico (giubileo compreso) potrebbero trasferire il malcontento in aula Giulio Cesare. Alla vigilia del voto sul bilancio. Una mossa che potrebbe modificare i numeri dell’assemblea, rimodulare i rapporti di forza nel gruppo. E c’e chi parla di «occupazione militare del Campidoglio». Il riferimento, è alle strategie in corso in ottica regionale.