LA QUESTIONE dei rincari (più 13 per cento dal 1 gennaio) dei pedaggi autostradali, che solo una settimana fa aveva portato sindaci e candidati al consiglio regionale alla mobilitazione, è uscita improvvisamente dall’agenda elettorale e della attenzione mediatica. Dopo la proposta di ministro e Regioni (Lazio e Abruzzo) di finanziare con risorse proprie nuove agevolazioni per i pendolari (almeno fino al 20% del costo del pedaggio) sugli aumenti e sui disagi degli utenti è sceso il sipario. Il 15 gennaio invece i dirigenti del ministero Infrastrutture e Trasporti, del ministero dell’Economia e delle Finanze, alla presenza del  Cipe, hanno avuto un incontro con i vertici di Strada dei Parchi Spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25, per definire il Piano di economia e finanza per il triennio 2018-2023, strumento che regolamenta i lavori di adeguamento autostralale, e costi e tariffe (appunto) per i prossimi cinque anni. Solo che di tutto si è parlato tranne di tariffe, aumenti e proposte sul tavolo a beneficio dei pendolari, dopo l’incremento scattat0 con decreto del ministero dei Trasporti per le due arterie autostradali che collegano Abruzzo e Lazio.

La riunione è stata aggiornata al 22 gennaio. Strada dei Parchi da mesi lamenta la mancata approvazione del Pef ormai vecchio di quattro anni. Una vicenda finita ripetutamente davanti alla giustizia amministrativa e civile. In ultima battuta nell’estate del 2017, una guerra combattuta  a suon di carte bollate e con 57 milioni di euro di anticipazioni del concessionario a oscillare tra le parti in causa, il ministero dei Trasporti e la Strada dei Parchi Spa. Va ricordato che nel piano si prevede, tra le altre cose, la messa in sicurezza di A24 e A25, adeguamento sismico inserita come norma nella legge di stabilità del 2012, le tariffe da applicarsi sui tratti in questione.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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