GUIDONIA – Soldi, tanti soldi. Secondo un sommario conto della serva una ventina di milioni. Al netto delle spesa ordinaria dovuta per servizi essenziali e per stipendi e varie ed eventuali del personale dell’Ente che ha pesato per circa la metà. Per la conferma, si attende risposta alla richiesta del saldo di cassa (al 31 dicembre 2017) avanzata in via formale dai consiglieri di opposizione al dirigente alle finanze (finalmente a tempo pieno?) Maria Lombardi. Il ragionamento a determinare la somma, già disponibile sui capitoli di spesa (i conti della serva), la certezza degli accantonamenti di bilancio (nella parte cosiddetta viariabile). Una ventina di milioni appunto, di cui solo la metà se ne sarebbe andata nel periodo in esame per pagare stipendi e servizi irrinunciabili per la qualità della vita del cittadino. Aldo Cerroni, candidato sconfitto nelle elezioni comunali del 2017, su questi presupposti si è convinto che in cassa ci sia attualmente la disponibilità di una decina di milioni cash, e che per ragioni oscure (e non spiegabili se non in una logica di mancata capacità di programmazione o di paura a governare) non vengono spesi dalla amministrazione 5Stelle al governo a beneficio della città. È innegabile che negli ultimi due anni le uscite straordinarie siano state marginali, se non inesistenti, e la matematica che i soldi ci siano è ora nelle carte attese dalle opposizioni.

 

Cerroni fa un ulteriore passaggio, non di secondaria importanza: se quei soldi ci sono, come crediamo, perché non vengono usati per liberare i conti dal soffocamento dei titoli esecutivi certi? Atti di precetto, pignoramenti verso terzi, decreti ingiuntivi, sono attualmente un centinaio i titoli certi a pesare sui residui passivi di bilancio, così come gli interessi galoppanti maturati dai creditori dal giorno di notifica, ai quali si devono aggiungere le somme per il pagamento delle spese legali, anche da mancata compensazione, cui quasi sempre l’Ente è stato condannato dai tribunali in ultima istanza. Ogni giorno che passa maturano nuovi debiti sul dovuto certo verso i creditori e Cerroni si chiede se non si  possa già prefigurare un danno erariale per l’Ente. Spingendosi oltre: se i sodi ci sono, e le ditte o i servizi non vengono pagati, non solo si cagiona nocumento materiale al comune ma ci sottrae dalle responsabilità d’ufficio fino ai limiti dell’abuso. La questione dei creditori, l’aveva già posta in aula, più o meno nei termini del presunto danno erariale, anche il consigliere del Partito democratico Emanuele Di Silvio (altro candidato sindaco sconfitto alle elezioni comunali)  che in aula aveva chiesto al sindaco ragione dei mancati pagamenti dei decreti ingiuntivi, zavorre economiche che ogni giorno generano nuovo debito.

Ma se in cassa ci sono tutti questi soldi, a che serve il piano di riequilibrio?  Per Aldo Cerroni, i cittadini in questi due anni hanno fatto la loro parte pagando le tasse percentualmente in linea con gli anni passati, la Tre Esse ha fatto un normale recupero dell’evasione, per ragioni ovvie la gestione commissariale non ha investito, mentre nel secondo semestre del 2017 l’amministrazione comunale 5Stelle non ha programmato né speso, gli accantonamenti consentirebbero quindi una buona ripartenza che, se affiancata aduna incisiva politica di rinegoziazione dei crediti vantati da terzi e dei contratti, obbligatoria per legge, potrebbero evitare alla città un indebitamento di 2milioni e mezzo di euro l’anno per dieci anni e solo sugli interessi. Ci vorrebbero capacità.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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