GUIDONIA – Il messaggio è ripetuto pedissequamente senza soluzione di continuità da settimane, alla Regione Lazio se la comanda il Pd, e siccome noi siamo del Pd, dobbiamo vincere anche a Guidonia Montecelio, solo così ci arriveranno i soldi (i finanziamenti).

E stato così nella vicenda degli annunciati finanziamenti (pari a 650 mila euro) tirati fuori dal cilindro dell’assessore regionale ai Trasporti Mauro Alessandri, soldi che serviranno a restaurare la palestra di Villalba e lo stadio di via Po, un segnale agli imprenditori e agli elettori chiamati elle urne il 12 giugno: votate il Pd che di questi miracoli ne facciamo ancora. Il modello, se vogliamo, è quello reso celebre da Achille Lauro (non il cantante), sindaco di Napoli negli ’60 del secolo scorso che regalava un paio di scarpe in due tempi, una prima e l’altra dopo il voto. Una pratica da prima Repubblica rispolverata a Guidonia Montecelio senza troppi problemi di natura etica che, ha avuto modo di dire Mauro Lombardo, il candidato sindaco del Nuovo Polo Civico parlando di recente a Parco Azzurro, «profilerebbe, volendo, anche un reato». 

Per i calibri del Pd locale è invece tutto normale. Lo dimostrano le versioni affidate ai social da Emanuele Di Silvio, Simone Guglielmo e Mario Lomuscio. In modo più o meno esplicito legano i finanziamenti alla comune appartenenza al Partito democratico di Regione Lazio e Città Metropolitana di Roma. Con la vittoria a Guidonia Montecelio, grazie alla «sinergia» e allo stesso colore politico, arriveranno «il raddoppio della Tiburtina, il nuovo ospedale, il raddoppio dei binari con nuova stazione ferroviaria, Ryder Cup e tante altre grandi opere». Lo stesso Roberto Gualtieri, intervenendo a Villalba a sostegno dell’aspirante sindaco progressista Alberto Cuccuru, ha spiegato come «Guidonia non si possa permettere di finire in minoranza». Intendeva dire «in minoranza» rispetto alle forze che attualmente governano la Regione Lazio, un chiaro tentativo di condizionamento del voto, in cambio della promessa di futuribili interventi finanziati con i soldi di tutti, che non hanno colore né odore.

La profilazione del voto di scambio è forse eccessiva, ma nelle tante versioni che ne circolano, scambiare il consenso con il diritto del cittadino ad avere una strada, una scuola, servizi efficienti, equivale a portarsi in un perimetro borderline in cui la normale, ordinaria attività di un Ente sovracomunale rischia di confondersi con un favore reso da una parte politica, qualcosa che viene riconosciuto dall’elettore come l’unico modo per ottenere ciò che altrimenti sarebbe difficile, se non impossibile ottenere, un pessimo esempio da non prendere a modello.
 

Nella realtà, poi, le cose non funzionano come le rappresentano Gualtieri, i big e Cuccuru che va in giro a promettere i favori che arriveranno dalla Pisana e dalla giunta di Nicola Zingaretti. La Regione Lazio non è del Pd, è un Ente sovacomunale che concede finanziamenti dove servono. Tra l’altro, non è una struttura che funziona per asse ereditario, come il Pd guidoniano pensa e lascia intendere agli altri. Come tutte le istituzioni, ogni 5 anni, è soggetta al rinnovo degli organi politici con il voto popolare. Le elezioni si terranno nel 2023 per eleggere il nuovo governatore e l’assemblea regionale, e il risultato è tutt’altro che scontato. La Regione Lazio potrebbe cambiare colore ma continuerebbe ad erogare finanziamenti ai Comuni tutti, anche laddove le giunte fossero espressione di altre sensibilità politiche lontane dal Pd. La narrazione secondo cui, se il Pd vice a Guidonia Montecelio arrivano gli euro altrimenti nisba è falsa e ingannevole al pari di chi la rappresenta. Dopo tanti anni, il modello Achille Lauro è nell’attualità di questa campagna elettorale.       

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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