Guidonia – Meglio se sta zitto, lo sponsor di Cuccuru (l’onorevolissimo Cubeddu) è già gaffeur dell’anno
GUIDONIA – Gaffeur, ovvero chi ha la tendenza o è incline a usare la frase o la parola sbagliata nel momento sbagliato. Con la campagna elettorale iniziata da qualche giorno, il primato di gaffeur dell’anno spetta già a lui, l’onorevolissimo spocchiosetto e antipatico campione di fuori luogo. L’attacco frontale, stavolta, Sebastiano Cubeddu lo ha riservato all’ex Alessandro Toro, nato 5Stelle e migrato con colpa, a detta del parlamentare, nelle liste di Claudio Zarro, altro grillino della prima poi pentito. Per Cubeddu, il vicepresidente del consiglio comunale è dunque «un traditore», in quanto Toro «è un signore che ha tradito i valori del movimento». Una reazione rabbiosa, in pieno stile … lei non sa chi sono io… arrivata dai canali social del deputato, quelli con la spunta blu dei personaggi famosi.
L’antefatto, o l’azione provocatoria messa in atto da Toro, era stata ricordare al deputato i suoi trascorsi «anti Partito democratico». Quando con post al vetriolo era solito mettere alla berlina i dem locali su Facebook. Correva l’anno 2017 e le alleanze odierne (tra Pd e M5S) erano non solo lontane ma inimmaginabili. A finire nel mirino invettivo di Cubeddu, all’epoca, furono Sabatino Leonetti e lo scomparso Domenico De Vincenzi. Soprattutto il candidato sindaco di allora Emanuele Di Silvio, definito con tutta la cattiveria di cui l’onorevole è capace come «legato all’ex assessore di Rubeis Mazza di cui diverrà a breve il genero». Si trattò di un attacco becero, per nulla politico e del tutto personale rimasto indelebile in Rete finché Toro non l’ha scovato, riproponendolo alla campagna elettorale odierna.
Un brutto pezzo che già denotava la propensione del personaggio diventato deputato all’offesa da rivolgere agli avversari. Avrebbe replicato quale giorno fa contro Alfonso Masini, il candidato sindaco del centrodestra di cui Cubeddu pubblicamente ha detto è «un vecchio matusalemme, elefantiaco», alludendo all’età (72 anni) e ai trascorsi di dirigente nella pubblica amministrazione comunale. Toro è diventato invece uno che «ha fatto il salto della quaglia». Che «ha tradito il M5S, i suoi valori ed il gruppo di Guidonia Montecelio con il quale è stato al governo della città – ha scritto Cubeddu -. Un signore che ha il coraggio pure di imputarmi incoerenza! Senza dimenticare la figura meschina che ha fatto insieme ad altri suoi accoliti nel formulare richieste per restare nel gruppo del M5S di Guidonia Montecelio».
Il momento del centrosinistra «Progressista»
L’orevolissimo si ritiene dunque coerente. Soprattutto difende l’alleanza tra il Pd e il M5S con la quale, pro domo sua, alle elezioni politiche del 2023 intende tentare l’agognata rielezione. È stato questo il principale scopo su cui, a settembre del 2021, Cubeddu ha costruito la fusione a freddo tra i due partiti nemici e ostili fin dai tempi di Bibbiano. Che per di più, a Guidonia, se le sono date di santa ragione per anni e fino a sei mesi fa. Una ciambella, però, riuscita non proprio col buco perfetto. I «Progressisti» a guida Alberto Cuccuru, avvocato conterraneo di Cubeddu, miravano al «Campo Largo» ma poco sono riusciti ad allargare, ritrovandosi con una coalizione formata da appena tre liste e mezza. Dove la mezza è riferita a Articolo Uno, che conta solo 18 candidati molti dei quali importati da altri territori. Non proprio un segnale di forza elettorale è stato, inoltre, annunciare la partecipazione di Demos e non essere riusciti a presentare la lista. Neppure «Con Alberto» può dirsi sulla carta competitiva, incompleta risulta la lista riconducibile al candidato sindaco, al netto delle presenze di Filippo Silvi e Tonino di Giacomo (proveniente dalla destra) che giocano in casa solo a Montecelio e Colle Fiorito. Fin qui, non c’è dunque di che stare allegri. La lista dei 5Stelle poi è un rassemblement di consiglieri uscenti, la maggior parte tra i meno votati nel 2017. I portatori di preferenze hanno quasi tutti lasciato il movimento spostandosi su altri fronti. I sondaggi dicono che il simbolo del movimento negli ultimi cinque anni ha dimezzato il consenso d’opinione. Una situazione perfino peggiorativa su Guidonia Montecelio per via dell’effetto deteriore di 5 anni di governo disastroso. Rimane il Partito democratico, la cui lista si mostra giovane e rinnovata rispetto al passato, ma quanto a risultati da raggiungere è ancora legata alle performances dei big, di cui uno è proprio Emanuele Di Silvio, offeso e bistrattato da Cudebbu in altri tempi.
Quelle insinuazioni malevole arrivare dall’onorevolissimo e diventate virali costarono al consigliere democratico l’elezione a sindaco. In tanti la pensano così a Guidonia Montecelio. Motivo per cui, Cubeddu, il principale sponsor della candidatura di Alberto Cuccuru, dovrebbe iniziare a guardarsi le spalle. E magari, per il bene della sua parte politica, smetterla con le gaffes. Del resto, un bel tacer non fu mai scritto.
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