GUIDONIA – «Questa amministrazione non è dotata di un Regolamento che disciplina le sedute di giunta comunale in modalità videoconferenza» allora ci pensa Michel Barbet a calare il decreto (il numero 56 del 12.04.2022 ECCOLO) che permette all’esecutivo di continuare a riunirsi in modalità smart working. Con gli assessori e il segretario generale collegati da casa, nonostante il 1 aprile sia terminato (per tutti) lo stato di emergenza e le adunanze siano tornate in presenza. Al Comune di Guidonia Montecelio così è stato, ad esempio, per il consiglio comunale. Dove l’ultima seduta, lo scorso 7 aprile, si è svolta esclusivamente in aula senza più la possibilità, per chi lo preferiva, di intervenire da remoto, secondo la modalità «mista» che si è protratta per mesi.  

Per la giunta, invece, le comodità sono andate avanti senza soluzione di continuità. Come se lo stato emergenziale non fosse mai cessato. Una modalità garantita dal decreto sindacale, dove i tecnici di palazzo hanno individuato la via normativa per «legalizzare» lo smart working in fase post pandemica, attraverso il richiamo  di un paio di leggi: il dlgs 267 del 2000, che all’articolo 7 prevede genericamente l’adozione di regolamenti – «il Comune può adottare regolamenti nel rispetto dei principi fissati dallo Statuto» (anche se a Guidonia questo regolamento non esiste); il dlgs 82 del 2005 (Codice dell’amministrazione digitale) secondo il cui articolo 7 «le amministrazioni pubbliche nell’organizzare autonomamente la propria attività utilizzano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per realizzare gli obiettivi di efficienza, efficacia, economicità, imparzialità, trasparenza, semplificazione e partecipazione […] le pubbliche amministrazioni adottano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei rapporti interni». Leggi che poco c’azzeccano con le adunanze della giunta municipale (l’organo collegiale deputato agli indirizzi di governo), normalmente da tenersi con gli assessori fisicamente presenti nella apposita sala. Invece, grazie all’adattamento normativo inventato a Palazzo Guidoni, al sindaco è stata data «facoltà di riunire le prossime sedute della giunta comunale in audio conferenza con collegamento simultaneo tra tutti i componenti il segretario generale e i suoi collaboratori e/o il suo vicario, di intervenire anche presenti in luogo diversi dalla sede istituzionale del Comune, avvalendosi degli applicativi web e/o sistemi telematici gratuiti attualmente disponibili». 

Ma le comodità sono contagiose. Così i consiglieri comunali di maggioranza (Pd e M5S) hanno pensato che la modalità scelta dalla giunta ben si adattasse alle commissioni, proponendo al presidente Loredana Terzulli di modificare il regolamento sul funzionamento del consiglio comunale. Il punto è stato accennato martedì 19 aprile nella riunione dei capigruppo, e arriva in aula per l’approvazione giovedì 21 aprile. La proposta di poter partecipare in via telematica alle commissioni consiliari (e allo stesso consiglio) sarebbe per tutti, non solo per coloro impossibilitati alla presenza fisica per ragioni particolari e ben definite, quali ad esempio motivi di salute, trasferte e permanenze fuori comune per indifferibili motivi di lavoro.

Insomma, al Comune di Guidonia non c’è proprio la voglia di fare il proprio dovere e tornare ad esercitare il mandato nei luoghi deputati, anzi: gli assessori e il sindaco, i consiglieri di maggioranza continuano a preferire le comodità domestiche e le pantofole alle riunioni in presenza che comportano spostamenti e stress. Continuare «a lavorare» in smart working per i 5Stelle e il Pd nulla sottrae alla solennità dell’assise tantomeno ai suoi obiettivi istituzionali. Questione di punti di vista.

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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