GUIDONIA MONTECELIO – Oggi Emanuele Di Silvio si occupa di cooperativa La Sponda e di posti di lavoro da salvare, una questione che gli sta a cuore da tempo immemore, al punto da fargli digerire i prodromi di una manifestazione flop di qualche settimana fa organizzata a tutela dell’occupazione ma disertata dalle stesse operatrici. Domande al candidato sindaco del Pd e del nuovo centrodestra di Angelino Alfano (nella foto Di Silvio è con il ministro Beatrice Lorenzin): potrebbe essere arrivato (finalmente) il momento in questa città di fare chiarezza sui fatti e sui metodi (sbagliati) adottati in questi anni per arrivare alla determinazione di quegli stessi fatti? Se non si rimuovono gli ostacoli a monte al fine di salvaguardare gli effetti prodotti da quegli stessi ostacoli, come si può avere pretesa di voltare pagina e di riportare la città entro i confini della legalità invocati apparentemente da tutti?

Di Silvio, in alcune riflessioni affidate al Sito d’informazione Dentro Magazine, sposa la causa delle circa 75 operatrici che attraverso la cooperativa La Sponda danno assistenza ai bambini disabili nelle scuole, il comune di Guidonia Montecelio del resto si è dimostrato all’avanguardia nell’ultimo decennio (diamo a Cesare quel che è di Cesare), nello specifico il servizio venne introdotto nel 2008 dal sindaco emerito Filippo Lippiello e mantenuto dal suo successore Eligio Rubeis e non certo per obblighi di legge. Ora, denuncia il Di Silvio, “a partire dal 28 maggio non ci sarà più l’Aec negli istituti del nostro territorio, siamo di fronte all’ennesimo servizio cittadino che viene penalizzato creando disagi alle famiglie che prima della fine dell’anno scolastico resteranno pure senza gli assistenti scolastici”… Meno male che ciò accade alla fine dell’anno scolastico sarebbe la naturale, logica risposta, a settembre poi, alla ripresa delle lezioni, il nuovo sindaco (magari tu), con una firmetta su un semplice atto potrebbe correre ai ripari senza dannarsi troppo, se non fosse che il Di Silvio a quel punto arriva ad evidenziare l’altro aspetto che sembra stargli particolarmente a cuore, e infatti dichiara: “Alle difficoltà dei genitori e dei ragazzi si aggiunge il dramma di chi, in un momento pesantissimo per la nostra economia, si ritroverà senza lavoro. Infatti, per i 75 dipendenti della cooperativa impiegati in questo servizio non ci sarà garanzia di riassorbimento”. Rimuovere gli ostacoli a monte per riportare la città all’interno dei termini della legalità.

Non c’è molto sulla storia della cooperativa in oggetto disponibile nell’albo pretorio del comune, sicuramente c’è una sentenza del Tar del 2014 che dice come La Sponda gestisca svariati servizi per l’ente comunale (e per il piano di zona) per importi complessivi superiori ai 2 milioni di euro l’anno. Tra i servizi resi (a parlare sono gli atti pubblici) c’è l’assistenza culturale nelle scuole, la gestione di alcuni asili nido privati, l’assistenza domiciliare ad anziani e disabili, e chi più ne ha più ne metta. Il primo affido in via discrezionale (deciso quindi dal dirigente senza alcuna selezione ad evidenza pubblica) è del 2009 (determina 200) e riguarda proprio l’assistenza ai disabili nelle scuole. Anche successivamente, per far fronte alla emergenza e ai moti di piazza, il dirigente ai Servizi Sociali Gerardo Argentino (oggi detenuto per altre ragioni) prorogava in via diretta e, al solito con criteri discrezionali, appalti di servizi alla cooperativa La Sponda. I posti di lavori da tutelare (e ci mancherebbe altro), l’assistenza da garantire in ambiti che passano sulla viva carne delle persone sono ottimi motivi per giustificare le scelte del dirigente, la legge tuttavia stabilisce che i fornitori vadano individuati attraverso gare (almeno per quegli importi) ad evidenza pubblica, nel rispetto (anche) del principio delle pari condizioni per tutti, perché a fronte dei 75 occupati nella coop La Sponda ce ne sono migliaia (in riferimento ad altre realtà societarie) alle quali è stata negata evidentemente una legittima opportunità di lavoro.

Lo stesso vale per la gestione delle biblioteche comunali, affidata in via semplificata e per dieci anni alla medesima associazione Guidonia Cultura, ora il servizio è sospeso in attesa di un nuovo (vero) bando di assegnazione ma intanto gli operatori denunciano la perdita dei rimborsi spese, in sostanza dell’unica fonte di sostentamento, e gli altri? Quelli cui per lungo tempo è stata negata una reale opportunità di concorrere per avere diritto a quegli stessi riconoscimenti economici per i propri operatori? Rimuovere gli ostacoli del passato per dare a Guidonia una nuova stagione, ma i potenziali amministratori sono veramente predisposti ad un cambio culturale di mentalità, consapevoli che non è più tempo di guardare agli orticelli di casa propria?

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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