GUIDONIA – Grazie all’intreccio di telefonate e messaggi (una ventina i telefoni finiti sotto sequestro), gli inquirenti hanno «certificato» rapporti costanti nei giorni immediatamente precedenti al concorso tra i membri della commissione d’esame e molti dei «raccomandati», politici e amministratori prevalentemente del Pd, inseriti nel famigerato «Gruppo A» della prova preselettiva del concorso di Allumiere. Il lavoro investigativo, durato mesi, ha avuto modo di appurare, inoltre, che alcuni dei concorrenti erano in possesso delle risposte ai quesiti prima che l’esame avesse inizio. Ma, nonostante «l’aiutino», sono riusciti a sbagliare la prova costringendo la commissione a rivedere al ribasso il punteggio di idoneità. Così, i primi venti, che secondo il bando concorsuale per l’assunzione di 5 dipendenti categoria C  dovevano superare la preselettiva, sono diventati 104.

Cominciano a parlare le carte dell’inchiesta condotta dalla Procura di Civitavecchia. Raccontano le trascrizioni delle chat recuperate dai telefoni sequestrati ai concorrenti «raccomandati», ormai impiegati alla Regione Lazio, al Comune di Guidonia Montecelio e altri della provincia di Roma. La narrazione svela di una vera e propria frode cominciata quando il presidente della commissione, il dirigente Andrea Mori, al momento indagato in concorso con altri, è riuscito ad ottenere dalla società Studio Staff, incaricata di compilare i test della prova preselettiva, le buste con le domande e la composizione degli otto gruppi di concorrenti. Negli atti dell’inchiesta si legge come una volta entrati in possesso dei quiz occorresse informare i candidati. Così, Mori, nella ricostruzione della Procura, li avrebbe contattati al telefono. Quindi, quelli da agevolare, sarebbero finiti tutti nel «Gruppo A». 

Come riportato dal quotidiano online Etrurianews.it, nel corso delle indagini, gli inquirenti avrebbero scoperto anche che il primo cittadino di Allumiere, Antonio Pasquini (Pd), tra gli indagati per rivelazione del segreto d’ufficio, avrebbe ottenuto dai membri della commissione d’esame le tracce delle prove prima del concorso e le avrebbe poi girate alla mamma di un concorrente poi risultato tra i vincitori.

Non solo. Le domande consegnate in anticipo, si è scoperto poi, si trovavano nella busta numero 2 riservata al gruppone dei «raccomandati». Una busta «segnata» in modo da non far incorrere in errore chi doveva pescarla tra tre. Il plico era contrassegnato in modo riconoscibile grazie ai timbri in calce messi molto più vicini rispetto alle altre due buste. Così, i tre candidati chiamati per il sorteggio sono andati a colpo sicuro.

Ormai è accertato che almeno venti persone (come risulta nei decreti di sequestro) hanno ricevuto in anticipo i quiz. Gli assunti, invece che 5 sono diventati 44 e molti di loro risultano essere strettamente legati alla politica, alla commissione d’esame e al sindaco di Allumiere, ad altri politici di spicco della politica regionale. Lo scandalo ha provocato uno tsunami alla Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti (ente che ha assunto ben 21 persone) che ha spinto alle dimissioni il presidente del consiglio regionale, Mauro Buschini: Concorsopoli Allumiere, i collaboratori di Mauro Buschini assunti a Guidonia a sua insaputa.

Il Consiglio regionale di fronte a questa scandalo che ha travolto il Partito democratico ha istituito la commissione Trasparenza e Pubblicità per fare luce sull’intera vicenda e alla presidenza è stata indicata il consigliere di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo. In questa commissione è stato chiamato a deporre anche il sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet: Concorsopoli Allumiere, show del grillino in commissione tra non ricordo e non ho le carte .Dell’argomento concorsopoli Allumiere, chi scrive si è occupato dal principio. Da quando cioè il Comune di Guidonia Montecelio a fine dicembre 2020 decise di scorrere la graduatoria fa miracoli: entrano il consigliere (Pd) di Roma Capitale e il portaborse del grillino Porrello. Il fatto divenne presto un caso  quando divenne di dominio pubblico che anche la Regione Lazio aveva assunto «famosi» prevalentemente del Pd e del M5S e che al Comune di Allumiere, la commissione, grazie al il trucco dei pari merito aveva allungato a dismisura la graduatoria degli idonei.  Ne seguiva uno scandalo allargato ad altri comuni della provincia di Roma: «Win For Life» Allumiere, spuntano altri «famosi» del Pd nella lista dei baciati dalla fortuna. Ora le indagini svelano i retroscena di una vicenda finita alla ribalta della cronaca nazionale.

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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