MONTEROTONDO – Notti insonni e violente al centro storico di Monterotondo. E il ritorno in zona bianca ha anche peggiorato la situazione nell’ultimo fine settimana. I malumori dei residenti sono alle stelle, come quelle degli esercenti che rispettano le regole. Tutti esasperati dalla vita notturna esagerata che degenera in schiamazzi, urla a notte fonda: non mancano le risse violente tra ubriachi, senza tralasciare il grave fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. Residenti e commercianti hanno chiesto al sindaco Riccardo Varone il rispetto delle leggi sulla quiete urbana. E una verifica sulle licenze, sui piani anticendio e soprattutto sulle relazioni di impatto acustico dei locali. Lamentando il fatto che l’ufficio tecnico «ha rilasciato le licenze in assenza dei requisiti (compresi quelli Asl)?. Mentre ai cittadini residenti chiede pure l’adeguamento antisismico in edifici di oltre 400 anni? Per non parlare poi delle insegne abusive … delle barriere architettoniche e addirittura dei permessi auto invalidi rilasciati ai titolari di locali». Una situazione di totale illegalità quella rappresentata, in cui nei risultati versa il centro storico lasciato in balìa di migliaia di persone ogni week end. Una terra di nessuno, dove lo Stato di diritto è sospeso.

Le critiche al sindaco non conoscono limite sui social. Qualcuno scrive che Varone è «incapace di gestire il Comune di Monterotondo dal passato prestigioso. Un fallimento irreversibile di un’amministrazione che ha fatto scelte sbagliate penalizzando i residenti e i commercianti veri, quelli onesti».

«Nonostante le violenze continue e l’evidente disagio dei cittadini, il sindaco non ha il coraggio di emettere ordinanze per la sucurezza e l’ordine pubblico ormai in pericolo grazie alle inosservanze di leggi e regolamenti. Le gravissime omissioni stanno consentendo a bulli delinquenti di devastare un centro storico ormai senza controllo», interviene un avvocato su Facebook che anticipa azioni legali. «Il sindaco verrà diffidato per le gravi responsabilità derivanti da quanto non è in grado di fare! Ovviamente stiamo raccogliendo materiale e testimonianze per denunce penali e azioni civili anche di carattere personale». In questa grave situazione, dopo episodi di risse con danni alle cose, sotto la pressione insistente di una opinione pubblica che giovedì 24 giugno ha annunciato un sit in di protesta, Riccardo Varone si è recato dal Prefetto di Roma Matteo Piantedosi per parlare di sicurezza e dunque delle proprie negligenze e omissioni.
L’incontro di Varone col Prefetto di Roma 
«Mercoledì 16 giugno, io e l’assessore Claudio Felici, che ringrazio per l’impegno che sta mettendo in questa circostanza e che ha le deleghe alla sicurezza urbana e al centro storico, siamo stati ricevuti, dietro nostra richiesta di incontro, dal prefetto di Roma Matteo Piantedosi, al quale abbiamo rappresentato i problemi di ordine pubblico e i rischi per la sicurezza che in alcuni momenti della giornata riguardano in particolare la zona del centro storico di Monterotondo, che è frequentata da migliaia di persone, soprattutto nel fine settimana – ha scritto Varone sulla sua pagina Facebook -. Prima di questo incontro, ho richiesto altre due riunioni sulla sicurezza urbana e sul decoro, che si sono svolte in data 11 giugno e 14 giugno alla presenza dei Comandanti della Polizia Locale e dei Carabinieri. Dal Prefetto Piantedosi invece, che non ha mancato di sottolineare come questi problemi siano all’ordine del giorno un po’ ovunque, quasi un’autentica emergenza sociale e di difficile gestione, abbiamo ricevuto rassicurazioni e un possibile impegno per sostenere un piano di misure straordinarie in ordine a presidi e controlli nel nostro centro storico, da concertare col comando della compagnia dei Carabinieri e con quello della Polizia locale, con cui siamo costantemente in contatto e in piena identità di vedute. Partiranno dunque nei prossimi giorni e dureranno per tutta l’estate, dei controlli anche amministrativi per garantire il rispetto di alcune norme relative alla somministrazione e vendita dell’alcool, al rispetto degli orari come da regolamenti comunali vigenti e per evitare ulteriori problematiche legate alla sicurezza ed al decoro urbano».
Il duro attacco di Simone Di Ventura 
«Dovremmo parlarne in un consiglio comunale straordinario – scrive sulla pagina Facebook il capogruppo di Bene Comune -. Dovremmo affrontare (finalmente) il grave problema che si trascina senza soluzioni da troppi anni. La cruda verità è che Varone, e il suo assessore delegato al centro storico Claudio Felici, non sanno come affrontare la situazione ormai arrivata a livelli di assoluta inciviltà. Non hanno la più pallida idea di come disinnescare questo stato di cose oltraggioso per chi vive il borgo. Dopo avere trasformato il centro storico in un’altra Trastevere, con l’idea di importare il modello della movida romana, hanno lasciato che tutto andasse in malora, senza controlli né deterrenti, creando per di più tensioni sociali tra esercenti, residenti, avventori. Quel che Varone non sembra voler capire è che senza un piano di interventi straordinari da mettere in campo prima di subito, la situazione del centro storico da incandescente rischia di diventare esplosiva. Varone deve capire che l’ordine pubblico deve essere fatto rispettare con i controlli serrati, le sanzioni esemplari, le azioni preventive. Mi aspetto che l’amministrazione si adoperi per utilizzare al meglio il sistema di videosorveglianza presente nelle strade, piazze e locali del centro storico. Che si implementi e si migliori il sistema dei controlli con le telecamere intelligenti, che in altre città monitorano in tempo reale ogni angolo dell’abitato. A mio avviso si tratta degli unici deterrenti utili a scoraggiare comportamenti incivili e pericolosi, fino ad oggi colpevolmente scaricati dall’amministrazione sugli esercenti che rispettano le regole e i residenti» .
AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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