Guidonia – La Tre Esse è un dramma, inviate (ancora) ingiunzioni fiscali sbagliate
GUIDONIA – Sono chiusi nel bunker delle Finanze comunali e rifiutano ogni comunicazione con l’esterno, motivo per cui le email di posta certificata rimangono inevase e con esse qualunque risposta compiuta che i contribuenti avrebbero diritto a ricevere. Nel raggio della politica del silenzio imposta dalla Tre Esse Italia (TEI), il sindaco grillino Michel Barbet, l’assessore ai conti Nicola Sciarra, il dirigente Niccolò Roccolino non hanno niente da dire mentre gli errori (provati) del concessionario della riscossione si moltiplicano. Ingiunzioni fiscali senza capo né coda fatte recapitare a cittadini e imprese e che necessiterebbero di verifiche da parte di una politica che facesse il suo mestiere.
Uno dei casi accertati da chi scrive ha riguardato nei giorni scorsi Elisabetta Di Maddalena, dirigente della Società del Travertino Romano (STR), pescata nel mazzo sulle sue proprietà personali: un immobile dato in locazione, con regolare contratto, sul quale la Tre Esse Italia pretende dall’imprenditrice il pagamento di 1.450,00 euro di Tari (imposta sui rifiuti) per gli anni 2015, 2016 e 2017. L’avviso di accertamento esecutivo, comprensivo di interessi di mora e spese di notifica, è stato recapitato il primo del mese e non era un pesce di aprile. Tutto vero. La signora non deve ovviamente pagare un euro, dal momento che l’imposta è in capo al locatario come norma prevede, («è pacifico, infatti, che soggetto passivo Tari sia chiunque detenga o possieda un immobile atto a produrre rifiuti solidi urbani ovvero il soggetto effettivamente utilizzatore dello stesso»). Se al concessionario si fossero, insomma, presi la briga delle verifiche avrebbero evitato lavoro inutile ai dipendenti e stress al contribuente. Invece, alla Tre Esse Italia, sembra ormai prassi il ribaltare l’onere della prova e così, per portarsi avanti col lavoro, gli accertamenti tributari li mandano a tutti. Anche a chi non dovrebbero. Tanto poi sarà cura e interesse dei malcapitati dimostrare di non dover pagare, una pratica davvero singolare.
Ma anche davanti alle sacrosante rimostranze del contribuente alla Tre Esse e al Comune di Guidonia Montecelio fanno finta di niente. Nel caso specifico a rimanere ignorata è stata una lettera, correlata di documentazione ineccepibile, con cui l’imprenditrice chiedeva una revoca dell’avviso di accertamento. Non il solo caso di errore marchiano mai corretto fa notare l’avvocato Elisabetta Pistis, da mesi impegnata in una attività di debunking contro la TreEsse e il Comune di Guidonia Montecelio per conto delle imprese del Travertino Romano, STR SPA e la LIFI SPA, oggetto di una pioggia di ingiunzioni fiscali riportanti calcoli sbagliati, sanzioni non dovute, riferimenti a proprietà inesistenti. Il legale continua a scrivere, a stigmatizzate gli errori lapalissiani commessi dalla TreEsse «nell’individuazione del soggetto passivo», a chiedere l’annullamento in autotutela degli atti, ma niente.
Fa notare Di Maddalena: «Nel caso delle due imprese, gli errori hanno comportato la duplicazione di una richiesta tributaria che supera il milione di Euro. Ma l’istanza di annullamento in autotutela trasmessa al Comune (per conoscenza al concessionario) il 24 marzo in autotutela è rimasta inascoltata». Non è tutto. Senza risposta sono rimaste anche le richieste delle aziende di conoscere l’esatto ammontare del debito tributario in essere con l’Ente, al netto delle somme già versate e degli errori. «Come più volte evidenziato, le società del Gruppo Lippiello per cui lavoro – ha scritto Di Maddalena – si sono rese disponibili ad accettare un piano di rateazione e rientro in attesa della conclusione dei giudizi pendenti in CTR (Commissione tributaria regionale ndg) e in Cassazione. Richieste però ignorate dalla TEI, che invece è molto solerte nell’avviare i procedimenti di ingiunzione. Gli errori che concernono la corretta individuazione del soggetto passivo delle imposte vanno immediatamente rettificati. I contribuenti hanno il dovere di pagare le imposte nei limiti di quanto dovuto. Le amministrazioni, e per esse le concessionarie, hanno invece il dovere di agire con correttezza, trasparenza e serietà».
Dal Comune di Guidonia, l’unico segnale arrivato al momento è stato quello di una proroga contrattuale di nove mesi riconosciuta all’agente della riscossione dopo la scadenza dell’appalto di servizio. Motivo: la diminuzione della riscossione tributaria per la crisi del Covid. Il contratto triennale era in scadenza a marzo, ma le condizioni di eccezionale emergenza hanno portato il Comune ad allungare la durata dell’affidamento. Mentre non è dato sapere se lo stesso Comune, a fine anno, abbia intenzione di esercitare la opzione di rinnovo del contratto per ulteriori due anni, così come fissato nel bando di gara del l 2018. Insomma, i 5Stelle vorranno tornare alle origini della loro politica e mantenere la promessa fatta in campagna elettorale? I cittadini li hanno votati anche per internalizzare il servizio della riscossione.