Rifiuti direzione Guidonia? La Raggi «chiude» anche il Tmb di Rocca Cencia: no al rinnovo dell’Aia
ROMA capitale ha escluso la possibilità che l’impianto Ama di Rocca Cencia possa aumentare la propria capacità di trattamento, annunciando inoltre che gli uffici comunali esprimeranno parere negativo nella conferenza dei servizi per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) richiesta dall’azienda Ama per il Tmb di Rocca Cencia, in quanto l’impianto è destinato alla chiusura nei prossimi mesi, sostituito in parte dell’attività, e con ogni probabilità, dal Tmb dell’Inviolata di Guidonia Montecelio del gruppo di Manlio Cerroni. Collaudato e pronto ad entrare in funzione, sulla carta l’impianto è autorizzato a trattare 190 mila tonnellate annue, anche se dopo la rimodulazione del 2015 che ne ha ridotto la capacità, sarà difficile arrivare a quelle quantità. La novità (Michel Barbet, sindaco grillino di Guidonia Montecelio ne sarà al corrente?) è emersa nel corso di un incontro tenuto oggi, martedì 30 marzo, alla Regione Lazio allo scopo di trovare soluzioni alla annunciata chiusura, dal 1 aprile, della discarica di Roccasecca, in provincia di Frosinone, che attualmente accoglie ogni giorno 850 tonnellate di scarti provenienti dagli impianti della Capitale (dai centri Ama e di Malagrotta) e da Frosinone e Latina.
ll Comune di Roma, ha respinto tutte le richieste che l’amministratore unico dell’Ama ha rivolto negli ultimi giorni alla Direzione delle politiche ambientale e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio alla ricerca di soluzioni per scongiurare l’emergenza, motivo per cui si è tenuto l’incontro del Comitato tecnico: per la Regione Lazio erano presenti l’assessore al ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani, il capo di gabinetto Albino Ruberti e il direttrice generale ad interim al Ciclo dei Rifiuti, Wanda D’Ercole; mentre per il Comune di Roma hanno partecipato l’assessore Katia Ziantoni, il capo di gabinetto Stefano Castiglione, il segretario generale Gabriella Acerbi e il direttore delle Politiche ambientali Nicola De Bernardini. Hanno preso parte all’incontro anche rappresentati della Prefettura di Roma e di Arpa Lazio.
Al momento, le uniche soluzioni individuate per scongiurare l’emergenza nei prossimi giorni sono quelle di chiedere aiuto alle altre regioni italiane, come la Toscana e l’Abruzzo, per consentire il conferimento dei rifiuti capitolini negli impianti di trattamento e smaltimento che verranno indicati dall’Ama. Per sottoscrivere gli accordi, però, è necessario che l’azienda del Comune di Roma formalizzi le quantità dei rifiuti da conferire fuori regione e proceda con l’individuazione degli operatori privati e la conseguente stipula dei contratti.
Già nella giornata di oggi, inoltre, la Regione scriverà a tutti gli operatori del Lazio per favorire una ripartizione dei rifiuti Ama da trattare, mentre gli uffici tecnici valuteranno il procedimento amministrativo in fase di istruttoria per l’apertura del V invaso della discarica di Roccasecca. Ma il sindaco di Roccasecca non è d’accordo e ha chiesto formalmente di interrompere le procedure per l’ampliamento della discarica.
Senza discarica né impianti i rifiuti di Roma rimangono in strada
Sì perchè la chiusura della discarica di Roccasecca può provocare un effetto domino sull’intero sistema di trattamento e smaltimento del Lazio già segnato da una grave carenza impiantistica, dopo la chiusura definitiva della discarica di Colleferro, Roccasecca è ingranaggio fondamentale per lo smaltimento dei rifiuti anche di Roma e non solo. Come conseguenza della sua chiusura, la E.Giovi, che gestisce i due impianti Tmb di Malagrotta e anche quello di Rocca Cencia (dove attualmente anche Guidonia smaltisce la frazione grigia o indifferenziata), dovrà chiuderne uno, presumibilmente rinunciando a trattare 600 tonnellate di rifiuti al giorno. Uno Scenario gravissimo con ricadute sulla salute pubblica.
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